Alla deriva verso il “Nulla”?

Nel 1934, Thomas Stearns Eliot (Saint Louis, Missouri 1888 – Londra 1965), poeta e drammaturgo, autore della ben nota tragedia lirica “Assassinio nella Cattedrale”, pubblicava un volume dal titolo “La Rocca”, quadro storico arricchito dai “cori”, che sono stati poi stampati a parte.

Nel settimo “coro”, che sembra profeticamente riflettere la condizione religiosa del nostro tempo, si legge: “Gli uomini hanno abbandonato Dio non per altri dei, / dicono, ma per nessun Dio; e questo non era mai accaduto prima…/ La Chiesa ripudiata, la torre abbattuta, le campane capovolte, cosa possiamo fare / se non restare con le mani vuote e le palme aperte rivolte verso l’alto / in un’età che avanza indietro progressivamente?…/ Deserto e vuoto. Deserto e vuoto. E tenebre sopra la faccia dell’abisso. / E’ la Chiesa che ha abbandonato l’umanità, o è l’umanità che ha abbandonato la Chiesa? / Quando la Chiesa non è più considerata, e neanche contrastata e gli uomini hanno dimenticato / tutti gli dei, salvo l’Usura, la Lussuria e il Potere”.

Parole indubbiamente sconcertanti, ma che denunziano come l’uomo senza Dio brancoli nelle tenebre; viva aggrappato esclusivamente alla terra; ricerchi affannosamente denaro, piacere e successo (usura, lussuria, potere); avanzi a ritroso come i funai poiché vittima di ingannevoli orientamenti e di fittizie libertà.

L’abbandono totale di Dio “per nessun Dio”, in molti casi, non è vuoto o assenza ma, purtroppo, rifiuto assoluto di Dio: il nulla. E’ quanto rileva lo scrittore francese George Bernanos che nel romanzo pubblicato nel 1927 dal titolo “L’impostura”, presenta la figura di un sacerdote, l’abbé Cénabre, caduto nella incredulità, divenuto ateo.

“La tentazione – scrive Bernanos – ci allena, il dubbio è un tormento. Lui [l’abbé Cénabre] però, non era tormentato dalla tentazione. Tra le prove e il suo grido: Non credo più! c’era la differenza che distingue l’assenza dal nulla. Il suo posto [di Dio] non è vuoto; non vi è nulla”.

Il vuoto o l’assenza può provocare nostalgia, rimpianto, speranza che Qualcuno possa riprendere il suo posto.
Il nulla, invece, non permette neppure di sentire la mancanza di fede e di amore o di avvertire un fremito, un anelito, uno slancio risolutore dell’avventura della vita.

Abbandono, assenza, mancanza: sono purtroppo pericolosi pendii divenuti oggi più frequenti e appariscenti, ma che certo non impediscono un misterioso passaggio di Dio nel cuore delle sue creature.

Noi credenti continuiamo, oranti, a tenere “le palme aperte rivolte verso l’alto”, perché convinti che un mondo senza Dio è un mondo senz’anima.

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