Ci stanno togliendo le nostre bellezze

Conversano – Ci vantiamo d’essere una Città d’Arte. Al turista che ci viene a visitare glielo facciamo sapere a caratteri cubitali non appena giunge alla nostra porta d’ingresso: “Benvenuti a Conversano – Città d’Arte”.
Siamo Città d’Arte grazie al castello, alle chiese, ai monasteri, alle piazze, alle chianche che pavimentano il centro storico. Un patrimonio inestimabile costruito nei secoli e che è motivo di ammirazione per gli occhi del turista.
Ma ai nostri occhi di conversanesi la città è ancora d’arte? Ha ancora un suo fascino? La consideriamo un patrimonio da conservare e tutelare?
Per quel che si vede in giro parrebbe di no!.
In una Città d’Arte, a mio avviso, i luoghi, i monumenti, gli orizzonti, le prospettive, il paesaggio, devono essere tutelati, regolati.
Accade che presso la stazione ferroviaria si stia costruendo un manufatto che oscurerà una parte del convitto vescovile e, magari, la torre dell’orologio della Cattedrale.
Accade che, sulla scalinata di Villa Garibaldi si posizioni una staccionata che deturpa la vista del bel scorcio ottenuto dopo l’abbattimento dei bagni pubblici.
Accade che lungo corso Domenico Morea si tengano sagre eno-gastronomiche dal sapore culinario e, soprattutto, commerciale.
Accade che sulla torre dodecagonale si conficchino fari per illuminare corso Domenico Morea.
Non voglio svilire, o demonizzare, l’impegno di chi organizza le sagre, ma è innegabile che una regolamentazione dell’uso, e tutela dei luoghi storici va, in tutta evidenza, previsto.
Nella città di Siena l’uso di Piazza del Campo è regolamentato, ovvero gli amministratori, consci della bellezza del luogo, hanno avuto la sensibilità di preservare la piazza da eventuali eccessi redigendo, per l’appunto, un regolamento. E questa sensibilità, il rispetto dei luoghi, la ritrovi in tutte le piazze e angoli della città.
Qui da noi sta accadendo il contrario nel silenzio, nell’indifferenza generale.
Mi chiedo cosa pensa di tutto questo la Pro Loco, la fondazione Biagio Accolti Gil, la Don Sturzo, gli studiosi di storia e arte cittadina, gli architetti. Possibile che in città non ci sia nessuno che sollevi il dito e dica: “Ma non è che si sta esagerando? E’ questa la città d’arte che vogliamo?”.
Cosa vogliamo che sia Conversano?

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