VIOLENZA DI GENERE: CARI UOMINI, LE DONNE AMMAZZATELE D’AMORE

Conversano ospita un incontro sulla violenza di genere per indagare la violenza, le sue molteplici forme, le sue cause e le possibili soluzioni, con uno sguardo particolare rivolto al nostro territorio.

Conversano – Si è tenuto ieri 28 novembre, presso la chiesetta di San Giuseppe, l’incontro pubblico sul tema “INSIEME CONTRO LA VIOLENZA DI GENERE… E LO CHIAMANO AMORE”, che ha affrontato la violenza contro le donne a vari livelli, illustrando numeri, aspetti burocratici, emotivi e culturali. Ne è venuto fuori un percorso illuminante che ha spiegato come spesso le violenze più gravi si consumino proprio tra le mura domestiche e come, la maggior parte delle volte, queste violenze siano l’amaro frutto di rapporti di coppia esistenti od estinti. Dietro la bassissima percentuale di denunce, che rappresentano solo la punta dell’iceberg, giacciono fenomeni sommersi e situazioni di violenza fisica e psicologica, spesso reiterata nel tempo, che costringono le donne a farsi carico dell’aggressività del proprio partner, alimentando una mancanza di autostima quasi sempre preesistente, e tenendo in piedi un equilibrio di coppia precario fondato sulla vergogna, sull’inadeguatezza e sul silenzio. Tuttavia, sembra arrivare un momento in cui la paura cede il passo al coraggio. Un momento in cui le donne iniziano a prendere consapevolezza della propria identità, sebbene spesso il processo di presa di coscienza sia molto lento e delicato. È importante che, durante questo processo, le donne vittime di violenza sappiano di non essere sole e sappiano di potersi rivolgere ai centri antiviolenza dislocati nella nostra regione, ben 19 centri e 6 case rifugio, che vedono la Puglia in una posizione rilevante in termini di assistenza e sostegno a donne e minori. Conversano, a tale proposito, vanta un importante centro antiviolenza – Il Melograno – su cui fanno affidamento anche i paesi limitrofi che non godono di servizi pronti a rispondere alle richieste di aiuto. Emblematico è stato un caso di emergenza che la d.ssa Scarano ha prontamente gestito proprio durante l’incontro.
Considerata, dunque, la situazione disomogenea, la Regione Puglia ha individuato alcuni punti fondamentali per sopperire alla mancanza di strumenti nei territori privi di risorse economiche e concrete. “Deve esserci un’assunzione di responsabilità da parte delle amministrazioni pubbliche che devono prevedere in bilancio delle risorse che consentano di fare interventi di emergenza. Qualora non ci fossero le risorse per costituire un centro antiviolenza ” – dichiara la d.ssa Sannolla – “è essenziale fare una convenzione con il centro antiviolenza più vicino e con esso concordare le modalità e le attività, non solo di assistenza psicologica e legale ma soprattutto di sensibilizzazione e prevenzione”. La violenza è un problema di natura culturale in primis, pertanto occorre cambiare il paradigma culturale ed educare i più giovani al rispetto. Molto interessante, a questo proposito, è il Concorso di idee – progetto lanciato dalla Regione Puglia per gli studenti delle scuole superiori -, ossia un’attività creativa finalizzata alla produzione di spot o video per la campagna antiviolenza, che faccia, allo stesso tempo, un lavoro di prevenzione e di educazione all’affettività, al rispetto di genere e alla tolleranza verso l’orientamento sessuale e verso ogni forma di diversità.
Inoltre, si è accennato ad un testo di legge che dovrebbe vertere su tre punti fondamentali: sostegno ai centri antiviolenza gestiti da associazioni, monitoraggio del fenomeno – per capire in collaborazione con vari organi qual è la dimensione del fenomeno – e rete di relazioni tra i soggetti, perché non è solo l’assessorato al welfare a doversi interessare del fenomeno, ma anche l’assessorato al lavoro, alla cultura, e chiunque abbia responsabilità trasversali in tale senso.
Il recupero dell’identità e del benessere emotivo sono preziosi per le donne vittime di violenza, ma è bene ricordare sempre che la violenza si insinua e si nasconde sotto varie forme, che nasce da un retaggio culturale difficile da scardinare e che non riguarda solo le donne, ma anche i bambini, gli adolescenti e gli stessi carnefici, nei più diversi ruoli e ambiti sociali. Forti del loro costante predominio socio-culturale e di genere, spesso anche gli uomini possono nascondere profonde ed inconsapevoli debolezze irrisolte. La guerra alla violenza, e non tra i sessi dunque, deve coinvolgere le sensibilità di tutti perché tutti abbiamo responsabilità condivise. Ogni forma di violenza è un cancro sociale che va debellato perché mina la libertà e soffoca l’alterità, non riconoscendo la differenziazione dei generi e delle scelte individuali, e quindi va assolutamente combattuto e prevenuto. Pertanto, educhiamo all’amore, e con amore, i bambini e le bambine di oggi per renderli degli adulti consapevoli domani.

Hanno partecipato: la dott.ssa Francesca Tarulli (Dirigente Ufficio di Piano dell’Ambito di Conversano), la dott.ssa Claudia Fiume e la dott.ssa Elisabetta Scarano (Centro Antiviolenza IL MELOGRANO), la dott.ssa Giulia Sannolla (Regione Puglia), la dott.ssa Angela Lacitignola (Associazione SUD EST DONNE), la d.ssa Francesca Lippolis (assessorato Servizi sociali di Conversano).

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