Approvato alla Camera dei Deputati un ordine del giorno proposto dal socialista Di Gioia e sostenuto da Di Lello (PSI). Screening per la popolazione e inserimento tra i siti da bonificare di interesse nazionale, le due misure che accostano Martucci alla Terra dei Fuochi. La soddisfazione del presidente del comitato di Mola di Bari “Chiudiamo la discarica” Vittorio Farella
Conversano – E’ arrivata ieri sera in sala consiliare, durante l’incontro per il ricordo della figura dell’on.le Di Vagno scomparso qualche mese fa, la notizia dell’approvazione dell’ordine del giorno proposto dal foggiano Di Gioia e sostenuto dal campano Di Lello, entrambi socialisti. L’ordine del giorno che riportiamo integralmente impegna il governo a verificare la possibilità:
a) di convocare, nell’ambito delle proprie competenze, un tavolo tra tutte le parti istituzionali coinvolte per trovare una soluzione condivisa a salvaguardia del territorio e delle popolazioni locali;
b) di inserire, stante oltretutto i risultati sin qui raggiunti dalle verifiche effettuate dalle Forze dell’ordine su preciso mandato della procura di Bari, l’area in oggetto, soprattutto per i lotti sin qui chiusi rispetto ai quali la Regione Puglia ha declinato ogni tipo di responsabilità, tra i siti da bonificare di interesse nazionale a salvaguardia della salute pubblica;
c) di accertare, d’intesa con gli enti territoriali interessati, gli eventuali danni nei confronti dei prodotti agroalimentari nelle aree contigue alla discarica e come si intenda, nel caso, intervenire per mettere in sicurezza tutto il territorio interessato;
d) di effettuare, attraverso l’Istituto superiore di sanità, un’indagine epidemiologica aggiornata sugli eventuali effetti nocivi della discarica sulla salute dei cittadini che denunciano il forte e ingiustificato aumento di patologie gravi nel corso degli anni tra le popolazioni locali;
e) di effettuare uno screening, nel raggio di almeno 15 chilometri, per verificare l’inquinamento delle falde acquifere e per verificare eventuali depositi di so- stanze tossiche e nocive abusivamente stoccate.
Il testo dell’ordine del giorno approvato
da anni le popolazioni locali, le associazioni ambientaliste, numerosi amministratori locali si battono affinché si riconosca che l’area posta in contrada Martucci, in Agro di Conversano e al confine con il Comune di Mola di Bari, non è idonea ad ospitare discariche, per- ché è caratterizzata dalla presenza di numerose doline o vore (fenomeni carsici tipici di quel territorio che prendono la forma di profondi imbuti che fanno de- fluire velocemente nel sottosuolo le acque delle piogge e ovviamente il percolato dei rifiuti);
le continue denunce e le rivelazioni di alcuni ex dipendenti della «Lombardi ecologia s.r.l.» hanno portato la Procura di Bari ad effettuare accertamenti e ad emanare un « Decreto di sequestro penale preventivo, senza facoltà d’uso, delle vasche di servizio e soccorso al servizio del centro di raccolta RSU del Bacino BA/5 ubicato in Conversano, in contrada Martucci e di tutto il sito corrispondente alla discarica non più in esercizio »;
in un successivo comunicato stampa la procura affermava: « vengono contestati i reati di omissione di atti d’ufficio, falso, frode nelle pubbliche forniture, truffa aggravata, diverse violazioni dell’articolo 256 del decreto legislativo n. 152 del 2006, nonché del decreto legislativo n. 231 del 2011 inerente la responsabilità amministrativa delle persone giuridiche. Le articolate indagini fondate su complesse operazioni di scavo e di campionatura e di analisi oggetto di consulenza tecnica, ampiamente documentate con rilievi tecnici (video e fotografici), su intercettazioni telefoniche e su riscontri documentali e testimoniali hanno consentito di accertare: a) la strutturale inidoneità morfologica del sito di contrada Martucci; b) la fraudolenta realizzazione delle vasche di servizio e soccorso all’impianto realizzate senza il previsto strato d’argilla, le gravi lesioni al manto in HDPE; c) omessi controlli durante le procedure di collaudo nonché predisposizione di campionatura ad hoc per ottenere risultati scientifici corrispondenti alla normativa; d) il conferimento di tipologie di rifiuti non autorizzati anche pericolosi; e) la non corretta biostabilizzazione del ri- fiuto; f) la grave ed illecita situazione della vecchia discarica (contigua alla nuova) nella quale vi sono stati illeciti abbancamenti e dalla quale vi sono pericolose percolazioni ed emissioni gassose derivanti da fermentazioni tossiche »;
già nel provvedimento di sequestro veniva confermata «la presenza di vore (…). Quanto riscontrato evidenzia la possibile presenza di rischio di contaminazione delle acque di falda a causa della diretta comunicazione del percolato di discarica attraverso i predetti punti di comunicazione (vore e doline) »;la presenza di simili formazioni carsiche è confermata nella relazione geologica e geotecnica allegata agli atti del procedimento attualmente in corso per il rinnovo dell’autorizzazione integrata ambientale dell’impianto complesso di tratta- mento dei rifiuti con discarica di servizio/ soccorso a servizio del Bacino Bari 5 realizzato in contrada Martucci;
tanto è vero il comitato tecnico provinciale, in data 12 marzo 2013, in seguito alla lettura della stessa relazione ha affermato che « l’intervento non è coerente con le prescrizioni di normativa». Infatti il decreto legislativo n. 36 del 2003 afferma che le discariche non vanno ubicate « in corrispondenza di doline, inghiottitoi o altre forme di carsismo superficiale » (punto 2.1 dell’allegato 1);
negli scavi in discarica e nei terreni limitrofi, effettuati dai carabinieri del NOE insieme ai tecnici dell’ARPA, è emersa una drammatica realtà; la presenza di enormi quantità di rifiuti sotterrati in passato nelle contrade Pozzovivo e San Vincenzo, a Mola, e Martucci, tra Mola e Conversano;
tra questi rifiuti, così come riportato dagli organi di stampa sono stati rinvenuti: amianto, plastiche, lamiere d’auto, resti di medicinali, carcasse di animali, materiale elettrici ed elettronici, rifiuti cimiteriali e scarti industriali;
l’origine di questi scavi abusivi sarebbe da addebitare ad un’ordinanza sindacale, firmata nell’ottobre del 1990, dal sindaco pro tempore, che così recitava: « stante l’impossibilità, da parte della Lombardi Ecologia di avviare alla discarica di sua proprietà in Contrada Martucci i rifiuti solidi urbani raccolti in questo Comune, a seguito di ordinanza del Sin- daco di Conversano di chiusura della stessa, vista l’urgenza e la necessità, ai fini della tutela dell’igiene e della salute pubblica, di smaltire i rifiuti solidi urbani prodotti in questo Comune… ordina alla Ditta Lombardi Ecologia di provvedere al deposito momentaneo in Agro di Mola di Bari Contrada Pozzovivo, nel terreno di proprietà della stessa»;il dubbio che giustamente assilla tutta la popolazione è per quale motivo questi rifiuti sono rimasti lì sotterrati per oltre 22 anni senza che vi sia stato nessun intervento pubblico atto a sanare tale situazione e soprattutto chi può assicurare che non vi sia la presenza di rifiuti speciali e pericolosi;
la discarica, nata nel 1982 dopo aver sanato la propria posizione di discarica abusiva, fu autorizzata pubblicamente nel 1986 come « Lombardi Ecologia S.r.l. »;
addirittura nel novembre 1990, l’allora sindaco di Conversano emise ordinanza di chiusura della discarica, dopo accertamenti dell’UTC, a causa del completo esaurimento dei quattro ettari auto- rizzati;
i ricorsi dei gestori furono rigettati prima dal TAR Puglia e poi dal Consiglio di Stato;
nonostante la protesta dell’intera cittadina, nel 1994 venne concessa l’apertura provvisoria della discarica Martucci (I lotto), gestita dalla suddetta Lombardi, concedendo l’apertura due anni dopo di un altro lotto (il III) a causa dell’emergenza del « ciclo dei rifiuti »;
la discarica è arrivata ad interessare oltre 20 ettari superando le mille tonnellate al giorno di rifiuti provenienti da ogni parte dell’Italia senza le necessarie precauzioni previste dalla legge per lo smaltimento dei rifiuti in discarica;
il comitato « riprendiamoci il fu- turo » di Conversano, il circolo di Legambiente di Mola, « i Capodieci, dalla campagna al mare » e il comitato « Chiudiamo la discarica », che si battono per la chiusura definitiva della discarica e per porre fine al disastro ambientale ivi prodotto, hanno rivolto un appello ai consiglieri regionali della Puglia chiedendo di stralciare l’area della Contrada Martucci, in Agro di Conversano, dal PRGU (piano regionale gestione rifiuti urbani);
tutto ciò è determinato anche dai ritardi in Puglia in merito alla raccolta differenziata, con pochissimi casi di eccellenza di piccoli e medi comuni dove si è avviata la raccolta domiciliare con ottimi risultati, ma ciò non può pesare ingiusta- mente sugli abitanti della regione;
infine, va ricordato, che la contrada in questione ricade nel territorio della Dop (denominazione di origine protetta) dell’olio extravergine di oliva Terra di Bari, nonché in quello del marchio IGP (indicazione geografica protetta) per l’uva di Puglia, produzioni eccellenti che rischiano di collassare per via della presenza di tale discarica,
impegna il Governo a verificare la possibilità:
a) di convocare, nell’ambito delle proprie competenze, un tavolo tra tutte le parti istituzionali coinvolte per trovare una soluzione condivisa a salvaguardia del territorio e delle popolazioni locali;
b) di inserire, stante oltretutto i risultati sin qui raggiunti dalle verifiche effettuate dalle Forze dell’ordine su preciso mandato della procura di Bari, l’area in oggetto, soprattutto per i lotti sin qui chiusi rispetto ai quali la Regione Puglia ha declinato ogni tipo di responsabilità, tra i siti da bonificare di interesse nazionale a salvaguardia della salute pubblica;
c) di accertare, d’intesa con gli enti territoriali interessati, gli eventuali danni nei confronti dei prodotti agroalimentari nelle aree contigue alla discarica e come si intenda, nel caso, intervenire per mettere in sicurezza tutto il territorio interessato;
d) di effettuare, attraverso l’Istituto superiore di sanità, un’indagine epidemiologica aggiornata sugli eventuali effetti nocivi della discarica sulla salute dei cittadini che denunciano il forte e ingiustificato aumento di patologie gravi nel corso degli anni tra le popolazioni locali;
e) di effettuare uno screening, nel raggio di almeno 15 chilometri, per verificare l’inquinamento delle falde acquifere e per verificare eventuali depositi di so- stanze tossiche e nocive abusivamente stoccate.
Di Gioia
Cambiate il titolo in quanto assolutamente falso.
C’è solo un ordine del giorno che “impegna il governo a verificare la possibilità…”