Cyrano sulla Luna
monologo tratto da L’altro mondo o gli stati e gli imperi della luna di Savinien Cyrano de Bergerac
Un’opera scritta da Cyrano e non su Cyrano: Alessandro Preziosi porta in scena un testo fantastico che narra di un viaggio realistico e poetico sulla Luna, dove Cyrano giunge grazie ad un razzo lanciato dal Canada, ossia la Nouvelle France, a cui il protagonista approda in seguito all’evaporazione di alcune ampolle di rugiada. Regista e attore dello spettacolo, prima di calcare il palcoscenico del Teatro Norba, Preziosi ne ha parlato al pubblico dell’evento Incontri nel foyer di Niky D’Attoma
Conversano – Nomen omen, dicevano i Romani. Meglio detto, di nome e di fatto. Con questa locuzione non possiamo che riferirci all’attraente Alessandro Preziosi che, ieri 14 marzo, con fare altero ed elegante ha rivolto i suoi preziosi occhi azzurri al pubblico del foyer durante l’incontro che precede lo spettacolo. E non senza farsi desiderare, tanto per restare in tema di preziosismi linguistici e non. Regola numero uno: non possiamo fotografarlo. E chi ha l’ardire di rischiare viene subito fulminato dal suo sguardo di ghiaccio e dall’alt della sua voce suadente. Chiariti i patti, dunque, si può procedere.
Circondato da un pubblico piuttosto numeroso, sostanzialmente femminile, racconta in modo composto e professionale del suo monologo e del valore dei classici. Dal romanzo, al fumetto, al teatro, il classico ha per lui un valore fondamentale ed eterno perché è qualcosa che “anche se lo si vede per la prima volta si ha la sensazione di averlo già visto” dichiara. E sempre a proposito dei classici continua: “Spesso nel personaggio il pubblico si immedesima, condividendone l’aspetto artistico ed umano. Tuttavia, non dobbiamo pensare a questo come a qualcosa di eccezionale, perché rendere i personaggi eccezionali ed eroici significa lasciarli lì, lontani dalla possibilità di emularli o di percorrerne il percorso, rendendo difficile questo arrivo… cosa che per esempio fanno i media: rendono eccezionale. La determinazione, la sete di giustizia di Cyrano sono un invito a non aver paura, sono cose accessibili alla nostra sensibilità, e non vanno rese inarrivabili. Come la malattia. Sembra insuperabile perché la rendiamo eccezionale e lontana da noi, invece non è sempre cosi, per fortuna.”
Artista piuttosto eclettico, non si esime dall’esprimere con molta schiettezza quali sono le sue preferenze nel mestiere di attore, ora riferendosi al cinema ora al teatro. Alla domanda del suo intervistatore se la varietà delle sue esperienze nel cinema e nella televisione può essere riutilizzata nel teatro come uno strumento in più che l’attore ha per avvicinarsi al pubblico, Preziosi risponde senza tentennare: “Tendo a non capitalizzare molto. Ogni esperienza in sé, ogni circostanza, è profondamente diversa da un’altra. Le contingenze legate al tipo di pubblico, di teatro, di testo, sono diverse, e credo che siano più il cinema e la televisione ad approfittare del silente lavoro del teatro. Il teatro permette ad un attore di formarsi senza che lui se ne renda conto, come un lavoro manuale che ti dà una dimestichezza che ti accorgi essere via via sempre più giusta e ben fatta. Quindi non credo che quando finisco di fare un film e vado a teatro capitalizzo quello che ho imparato sul set. In teatro c’è un solipsismo che non c’è sul set, il sipario si apre e sei concentratissimo, ma lo spettatore può darti delle incognite. Il cinema, invece, è una costruzione dove l’attore è un pupazzo, come diceva Monicelli. E per me è noioso. Sono discipline diverse e indipendenti, ma se proprio devo identificare un filo di comunicazione, direi che la caldaia è il teatro”.
Dichiaratamente innamorato del palcoscenico (e, a ragione, anche un po’ di se stesso) non fa, inoltre, segreto della sua passione per l’insegnamento e per la voglia di trasmettere, spiegare e comunicare, passione che si traduce nel suo impegno a formare i giovani aspiranti attori. La formazione, di cui si occupa a Roma, è un mestiere che gli permette di riportare su un piano di comunicazione più concreto e multilivello quella che lui definisce la sua memoria emotiva, slegata da oggetti, foto, materiale cartaceo. “Spiego come si può comunicare su più toni. La formazione significa dare ai futuri attori strumenti per recitare e parlare in pubblico, per creare più link rispetto alle loro esperienze e dare loro strumenti per accedere a scuole di teatro. Soprattutto, è un modo per dare ai ragazzi la possibilità di approfondire e di potersi lanciare con le dovute cautele, con come un paracadute, ma di lanciarsi”.
C’è, dunque, il piacere di raccontare, di insegnare, e di sentire l’interazione con gli interlocutori, siano essi gli allievi o il pubblico di un teatro. E in questo senso Alessandro Preziosi attribuisce al teatro il potere di regalare un premio che diventa vicendevole, perché se è vero che il pubblico può dare incognite all’attore, è anche vero che l’attore può creare a sua volta aspettative e sorprese, depositario di una magia che è solo nelle mani dell’interprete.
Infine, ansioso di tornare alle sue prove e amante della sintesi, come afferma egli stesso, si congeda dal pubblico, ma non prima di aver ceduto alle avances fotografiche delle sue ammiratrici. Del resto, non abbiamo mai creduto che un fascinoso animale da palcoscenico come lui potesse rinunciarvi.