Intervista al nostro concittadino Pietro Coletta fondatore, con Giuseppe Gurrado, di Scatto Italiano sinonimo di passione, creatività, eleganza e voglia di rischiare in proprio
Conversano – Passione, originalità, gusto, creatività, Made in Italy e, soprattutto, tanta ma tanta determinazione. Sono questi, se vogliamo, gli elementi che hanno spinto il nostro concittadino Pietro Coletta, insieme al suo amico Giuseppe Gurrado di Triggiano, ad intraprendere l’avventura imprenditoriale di Scatto Italiano che ha l’intento di sfornare bici originali e uniche.
Abbiamo chiesto a Pietro di raccontarci la storia di Scatto Italiano, perché e come è nata questa loro appassionante avventura su due ruote.
Pietro, prima di “Scatto Italiano” quale strada hai percorso? Diploma in Puglia e poi….?
“Dopo essermi diplomato al liceo scientifico “Sante Simone” di Conversano mi sono iscritto alla facoltà di Disegno Industriale al Politecnico di Bari per conseguire la laurea triennale. In seguito mi sono trasferito a Milano, dove ho proseguito il corso di Disegno Industriale conseguendo la laurea specialistica”.
Scatto Italiano nasce con l’intento di contemperare le esigenze funzionali delle bici con quelle estetiche. Passione per le bici e attenzione all’estetica sono quindi gli ingredienti della iniziativa imprenditoriale condivisa con Giuseppe. Ci racconti la genesi dell’iniziativa imprenditoriale, quale il percorso fatto prima dell’avvio?
“Abbiamo intrapreso un percorso sia progettuale che di analisi di mercato, per creare qualcosa che, pur essendo riconducibile ad un prodotto che siamo già abituati a vedere, fosse originale ed unico.
Unendo la nostra passione per la bici allo studio sulla storia del ciclismo italiano, abbiamo progettato il telaio e i manubri in legno delle bici Scatto Italiano, con un voluto rifacimento vintage in chiave moderna”.
Quali sono le caratteristiche tecniche di una bici Scatto Italiano?
“Ovviamente non possiamo paragonare una nostra bicicletta ad una di segmento agonistico, dove la fibra di carbonio e i cambi a rapporti di ultima generazione sono determinanti. Abbiamo però studiato ed abbinato componenti di altissima gamma che si distinguono per il modo in cui sono stati realizzati, sia esso il materiale, la tecnica, il peso e il design. Il telaio delle biciclette Scatto Italiano ha inoltre, le congiunzioni saldobrasate dove il tubo è incastrato all’interno della congiunzione stessa e saldobrasato con un’alta percentuale di lega in argento che penetra per capillarità e che dona alla bicicletta eleganza, con un tocco di Vintage”.
Montare in sella a una bici “Scatto Italiano” significa salire sul Made in Italy. Materiali, verniciatura e componenti provengono da realtà artigianali italiane operanti nel settore da molti anni e che hanno un respiro, un’artigianalità, familiare. Quali sono state le reazioni di questi artigiani di fronte alla vostra iniziativa?
“Eravamo sicuri che quello che si nasconde dietro il vero Made in Italy è l’anima e la passione con la quale si da vita ad un oggetto. Nella nostra ricerca abbiamo avuto solo conferme. Il rapporto che si è venuto a creare con queste realtà artigianali è stato la nostra prima grande soddisfazione. Siamo stati accolti come dei lontani parenti che non vogliono perdere i contatti con le origini. Si è stabilita così un’amicizia e un’armonia che, a mio parere, sarebbe invidiabile da una buona parte delle realtà industriali”.
Mi puoi delineare l’identikit dell’acquirente di una bici Scatto Italiano? Una persona eccentrica, normale….
“Le biciclette Scatto Italiano sono l’accessorio a cui non può rinunciare chi crede nell’arte e nella creatività italiana, chi ama combinare il passato con il moderno per creare uno stile personale e chi ricerca l’originalità e l’eleganza tipica del Made in Italy”.
Quando si parla in Italia di iniziative imprenditoriali giovanili, chiamiamole pure start up, si tende subito a pensare alle difficoltà, burocratiche e finanziarie, che si incontrano man mano che il progetto va avanti. Scatto Italiano quali difficoltà ha dovuto superare? Ha goduto di linee di finanziamento, agevolazioni o c’è stata una cordata di investitori che hanno creduto nell’idea finanziandola?
“La più grande difficoltà per un’azienda italiana piccola, media o grande che sia sono i costi burocratici per aprirla e i costi che lo Stato ti impone per mantenerla. Scatto Italiano ad oggi è stata autofinanziata da me e Giuseppe, svolgendo entrambi due lavori e dividendo così il tempo tra Scatto Italiano e il lavoro di designer presso altri studi. Dopo il Salone che sarà un nuovo trampolino di lancio per il nostro brand valuteremo eventuali linee di finanziamento e speriamo che la visibilità che otterremo attiri l’attenzione di potenziali investitori”.
A regime, quanti posti di lavoro potrà assicurare Scatto Italiano?
“Ad oggi è una domanda difficile ma comunque per come è strutturata l’azienda e l’attività potrebbe rimanere una piccola realtà formata da un minimo di 5 persone a un massimo di 10, poi però c’è da contare il comparto degli artigiani che se le nostre richieste diventano più numerose potrebbero avere bisogno di ulteriore manodopera”.
Esercitare la professione di designer a Milano dà più opportunità rispetto ad un designer che vive e opera a Conversano, Triggiano, Bari..? Se sì, quali sono i fattori che lo determinano? Cosa c’è che non va da noi?
“Oggi questa professione è difficile da svolgere a Milano ma a maggior ragione al Sud, questo perché a Milano si svolgono i più importanti eventi legati al Design dal più imminente Salone del Mobile, all’HoMi per l’arredamento o nel nostro caso anche la Fiera del Ciclo e Motociclo, inoltre è importante anche il network di contatti a cui si riesce ad accedere dal confronto con altri designer alla vicinanza con le maggiori testate giornalistiche, ad un pubblico più interculturale. Nonostante ciò la precarietà di questo settore è presente a Milano come in Puglia ed è proprio per riscattarci da una situazione simile che abbiamo deciso di creare Scatto Italiano, metterci in proprio e rischiare per qualcosa che ci appartenesse”.