Emanuele Cappelli: “La danza è il mio mondo, la mia pace”

Passione, determinazione, amore per la danza, sogno di diventare ballerino per poi calcare i palcoscenici del mondo.

Conversano – Dicono che lo scopo della danza è costruire bellezza grazie all’unione del corpo e dell’anima. E la bellezza è tanto più bella, quanto più è evanescente. Attimi di emozioni.
Forse, anni fa, il nostro giovanissimo concittadino Emanuele Capppelli (14 anni) era affascinato da questa idea di giungere alla bellezza attraverso la danza.
E mi dice subito: “La bellezza è un sentimento, uno stato d’animo, che trasmetti al pubblico attraverso il movimento del corpo”.
Danza che, attraverso le varie opere, assume il valore di un messaggio universale che parte dal cuore dell’artista per arrivare al cuore di chi guarda.
A piccoli passi, Emanuele sta realizzando il suo sogno: diventare ballerino, calcare i palcoscenici dei più importanti teatri del mondo.
Attualmente Emanuele frequenta l’Accademia “Chi è di scena?” a Turi e ha come docente Domenico Iannone. Da settembre Emanuele proseguirà la sua formazione artistica presso la prestigiosa scuola di ballo del Teatro San Carlo di Napoli.
Emanuele, che cosa è per te la danza?
“È il mio mondo!. È l’unica realtà dove non ho frontiere da abbattere, da superare. Sono Io. Mi posso esprimere come voglio e trovo la mia pace”.
Che genere di sensazione hai quando danzi?
“Quando danzo dalla mia mente scompare tutto. Entro in un’altra dimensione e provo piacere. Mi immedesimo nell’opera e conseguentemente in tutto quel che faccio. È una energia interiore che cresce e non riesci a mantenerla in modo costante ma cresce ancor più”.
Da pochi anni hai mosso i primi passi e sei approdato alla scuola di ballo del Teatro San Carlo di Napoli. Quali sono le tue sensazioni, le tue aspettative?
“Dopo nove anni di sacrifici, la scuola di ballo del San Carlo è un bel traguardo e mi fa capire che ho delle potenzialità. Il mio auspicio è che vada tutto bene in questi quattro anni di studi che mi aspettano. Diplomarmi per intraprendere la carriera di ballerino in un corpo di ballo, esibirsi in altri teatri del mondo”.
La danza classica è matematica e geometria, nonché sacrificio e dolore fisico?
“Sì!, è matematica e fisica e se si va fuori da questi canoni si perde l’equilibrio. La danza è una deformazione professionale del corpo, cioè non si nasce avendo la capacità di roteare le gambe, di avere la capacità fisica del piede puntato, di giungere a saper fare la spaccata. Di qui nasce il dolore fisico”.
Quali sono le opere che più ti appassionano?
Il Lago dei Cigni e Giselle. Sono due opere che hanno entrambe una storia molto forte dove il tema dominante è l’amore, come del resto lo è in tutte le altre opere. Altro aspetto che le rende a me care sono le coreografie di Marius Petipa che sono magnifiche, meravigliose!.
L’opera è un miscuglio tra danza, coreografia, musica, scenografia e in queste due opere il ballerino si immedesima totalmente. Dal suo viso, dal suo corpo ti trasmette ciò che sta sentendo. È come se corpo e anima si uniscono. È questa la magia che si realizza sul palcoscenico con il Lago dei Cigni e Giselle”.
Il sogno può diventare realtà?
“SI!, può diventare realtà se uno crede nel sogno. Passione e sogno diventano realtà se non ci si lascia scoraggiare dal primo no ricevuto, se si dimostra di avere tenacia, di avere la determinazione a continuare anche dopo aver “inciampato” sul palcoscenico. Nessuno ti regala nulla in questo mondo e c’è solo bisogno di tanta determinazione per poter realizzare il proprio progetto di vita”.

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