Il Consiglio regionale della Puglia ha approvato all’unanimità la norma riguardante i progetti pilota per la produzione locale dei farmaci a base di cannabinoidi
Conversano – È da sempre molto controverso il tema della legalizzazione e della liberalizzazione della cannabis (canapa), a scopo anche solo terapeutico, che vede schierati da anni proibizionisti versus antiproibizionisti. Tuttavia, nonostante l’arretratezza che spesso ci viene attribuita, è proprio la nostra Puglia ad approvare la legge che consente l’avvio di progetti pilota per la sperimentazione – in collaborazione con lo stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze o con altri soggetti autorizzati – di procedure per la produzione di medicinali. Un passo decisamente importante considerando che, con la proibizione della pianta, la diffusione della cannabis come rimedio farmacologico si è notevolmente ridotta nel giro degli ultimi settanta anni. Eppure l’efficacia della canapa è largamente riconosciuta nel trattamento di alcune patologie, e viene utilizzata in particolare per ridurre la nausea dovuta alla chemioterapia, o nei malati di AIDS, o per trattare il dolore e la spasticità muscolare.
Che cosa induce, allora, ad opporsi all’impiego di una pianta come la canapa a scopo terapeutico se non una gretta ideologia o una cieca ipocrisia, sottraendo, così, una possibilità alla medicina? Del resto, è noto a tutti che il proibizionismo è sempre stato un forte stimolo al favoreggiamento dell’illegalità e un grande alleato della criminalità organizzata, che invece verrebbero parzialmente abbattute attraverso un controllo più sistematico. Inoltre, molti sarebbero i vantaggi per l’economia locale e notevoli le riduzioni dei costi di gestione e di acquisto. “Oggi acquistare il farmaco dall’estero costa tra i 15 e i 20 euro al grammo contro un costo di produzione in loco stimato in 1,55. Obiettivo della legge è dunque fare in modo che anche qui come nei paesi del Nord Europa, la cannabis possa essere prodotta e venduta per fini terapeutici con un risparmio sul prezzo del medicinale per il sistema sanitario di circa dieci volte. La Regione potrà inoltre attivare partnership di ricerca e valutazione con le università della Puglia, associazioni e altri soggetti portatori di interesse o di competenze specifiche. Per ridurre le spese relative all’acquisto e alla preparazione di medicinali cannabinoidi, la Giunta Regionale verificherà, entro 3 mesi dall’entrata in vigore della legge, la possibilità di centralizzare acquisti, stoccaggio e distribuzione alle farmacie ospedaliere abilitate, avvalendosi di strutture regionali. La norma – è stato detto – consente di attivare un percorso virtuoso coerente con le politiche della Regione Puglia, tra le prime in Italia a sperimentare la somministrazione controllata di medicinali – acquistati in Olanda – attraverso le strutture sanitarie, messa a regime in particolare in tutte le farmacie della Asl di Lecce. Ed è proprio in Salento che la battaglia per il riconoscimento dei farmaci ha avuto inizio con la fondazione del primo Cannabis social club d’Italia e con la battaglia di alcuni giovani malati di Sla che hanno trovato nel sindaco di Racale, nel Leccese, un alleato disposto a offrire i terreni comunali per la coltivazione”.
Di rilievo è anche la notizia che l’azienda farmaceutica Farmalabor di Canosa di Puglia è stata autorizzata dal ministero della Salute al commercio all’ingrosso di preparazioni a base di cannabis, diventando, così, una delle due uniche imprese italiane a poterle commercializzare. Un provvedimento che è un segnale di grande civiltà e un atto di sensibilizzazione che richiama l’attenzione su un tema, quello della malattia e dell’accesso alle cure mediche, che riguarda tutti.