Un lettore interviene sulla sagra del salame annunciata in un manifesto per i prossimi giorni. Su facebook Gabriele Corianò, organizzatore dell’evento storico, prende le distanze dallo stesso comitato feste a cui è venuta l’idea
Cara redazione,
a meno che non si tratti di salame alle ciliegie o alle olive, prodotti tipici conversanesi, quella della sagra del salame, preannunciata in un manifesto e che si dovrebbe tenere tra il 14 e il 18 agosto in piazza Castello a Conversano, sembra la beffa finale di una situazione ormai sfuggita dalle mani dell’amministrazione. Tutti ritengono di poter fare qualsiasi cosa e l’amministrazione comunale, priva di un assessore delegato, sta consentendo iniziative a dir poco imbarazzanti e che mettono tutti nelle condizioni di dover giustificare il momento storico conversanese. Come uno dei più bui e oscuri che la nostra città ricordi. Il Sindaco, delegato alla Cultura, tace e non fa sentire la sua voce sulle storture che vanno dalla sagra delle mandorle dove il fornello di carne della Murgia faceva da padrone, alla sagra preannunciata del salame. In un crescendo di imbarazzo e pressappochismo mai conosciuti fino ad ora. Per il primo cittadino sembra che produzione culturale sia anche la gara a cui ha partecipato a Capurso sulla capacità dei sindaci di cucinare bene. E mentre lui cucina a Capurso, lascia che a Conversano siamo tutti noi ad essere cucinati. In fornaci accanto alla salsiccia e sui taglieri a fette di salame. Che brutta fine stiamo facendo o abbiamo fatto. Per piacere, salviamoci e salviamo questo nostro paese. A noi il salame piace mangiarlo nei panini. Ma ci basta ordinarlo dal nostro bravo salumiere, ungherese o di Felino che sia. Ma come altro dobbiamo supplicare questa amministrazione e questo sindaco che in questo momento è il responsabile della Cultura a Conversano? Vi prego, la sagra del salame NO! Risparmiateci il colesterolo.
Lettera firmata
Dovete però ammettere che il salame resta almeno un prodotto medioevale, o meglio lo era un suo antenato. Nel XV secolo, la Corporazione dei Lardaroli vendeva già carni salate e speziate, anche se dovremo aspettare gli ultimi decenni del 1500 per trovare il salame con lo intediamo oggi. Sarebbe certo meno anacronistico rispetto ad altro….
Ma la cosa che mi permetto di sottolineare negativamente è l’utilizzo improprio di una iniziativa (che ognuno di noi è libero di considerare più o meno discutibile) ma comunque legata a una festa religiosa, per poter attaccare “il podestà e i suoi vicari della signoria cittadina………..
Le corporazioni dei Lardaroli erano in quel del settentrione, giammai da noi. Se poi ci vuoi trovare una pezza, ce ne sono di svariati colori. Si può anche utilizzare tutto per attaccare tutti. Nella fattispecie, però, considero questa “invenzione” una scusa per far soldi e, al di là delle varie autorizzazioni presenti o assenti, ci doveva essere uno sbarramento a tale “pensiero”. Del resto si può anche organizzare la sagra dell’ananas che fu importata in Italia nell’ultimo decennio del 1500.
Sabio? Discendente di Alfonso X El Sabio, per caso? Non mi pare di conoscerla. Apprezzo tantissimo la sua risposta: vuol dire che a Conversano, c’è gente di cultura e lei ne è un esempio. In effetti, le corporazioni dei salsicciai e lardaroli, staccatasi da quelle dei beccai, come lei ben sa, operavano nella zona di Modena e, in un’epoca in cui il territorio che oggi definiamo italiano era diviso in stati e staterelli, senza libero scambio di merci, il salame (o un suo bisnonno) non sarebbe mai potuto arrivare da noi. Le accordo piena ragione.
Ma ciò non toglie che resti un prodotto contestualizzato all’epoca.
Se devo essere sincera, sono stata nell’organizzazione storica sino al 2008 (può controllare dato che io non nascondo il mio nome, a meno che lei non ne sia già al corrente) ed in passato ho anche fornito un piccolo aiuto a quella religiosa. Ne sono uscita da entrambi, e lungi da me “trovare una pezza”, di qualsiasi colore essa sia !!! Putroppo, ho questo maledetto vizio: tento di esser leale nell’amicizia e nell’inimicizia. Ho una testa e la uso. Tutto qui!
Comunque, ciò che mi permettevo di sottolineare, con ironia, era che i presunti difensori della cultura conversanese stavano attaccando quest’anno una “pericolosissima” sagra del salame, mentre gli altri anni non hanno “battuto ciglio” su auto d’epoca, frigoriferi ostentati sul frontale degli stand, utensili elettrici e tanto altro. E ciò mi ha portato a pensare che si stesse strumentalizzando la cosa (che, ripeto, può essere condivisibile o meno) per altri fini. C’è sempre il nome di un Santo di mezzo.
Il motivo dell’iniziativa, la presenza di autorizzazioni e lo sbarramento che chi di dovere avrebbe dovuto fare, non sono più affar mio, ho già dato!
….e meno male che gli spettacoli popolari della “cabaresita’” che x tanti estati hanno riempito anche di ospiti forestieri l’anfiteatro erano stati giudicati di bassa cultura dall’amministrazione Lovascio, che, invece, ha valorizzato la Città’ con sagre a ripetizione a base di frittelle e porchetta, privandola dell’unica storica sagra delle ciliegie!!!