Giuseppe D’Ambruoso: “Adesso sono libero e in pace con me stesso!”

Intervista al Presidente del Consiglio Comunale che imputa alla maggioranza di aver dimenticato gli impegni elettorali presi con la città

Conversano – “Non condivido l’operato della maggioranza che ha operato con cattiva e poca trasparente gestione della cosa pubblica”. Con questa dichiarazione, resa nell’ultimo Consiglio Comunale, Giuseppe D’Ambruoso, il più giovane Presidente del Consiglio Comunale che si ricordi, ha annunciato la sua uscita dalla maggioranza.
Presidente D’Ambruoso, Lei è alla sua prima esperienza in politica. Ci può dire quali furono le motivazioni, sia ideali che programmatiche, che la spinsero a candidarsi nel 2013? Quali erano le sue aspettative, i suoi entusiasmi riguardo al suo impegno politico per la città di Conversano?
“Gli entusiasmi e gli ideali erano molti quando decisi di candidarmi due anni fa. Adesso molti di quegli ideali che mi spinsero a candidarmi purtroppo, in questo momento, sono venuti meno. Mi sono ritrovato in una compagine di maggioranza, alla quale appartenevo fino a poco tempo fa, che evidentemente ha dimenticato quali erano gli impegni presi con i cittadini con il programma che ci ha fatti eleggere, così come allo stesso tempo fa finta di non ricordare, e questo sempre nella stessa maggioranza, quelli che sono stati gli impegni presi con la città. A questo punto questa è una delle motivazioni che mi ha portato di comunicare in Consiglio Comunale la mia decisione. Anche perché quando ti presenti dinanzi alla città, dinanzi all’elettorato non puoi solamente convincere la gente con le sole parole ma devi presentare i fatti, le cose concrete fatte per il paese. Penso che ai conversanesi non basti solamente la pista ciclabile per accontentarsi o magari qualche manifestazione di scarso livello culturale, a parte qualcuna degne di nota, va detto, che sono state fatte fino a questo momento”
Nell’annunciare la sua fuoriuscita dalla maggioranza, Lei ha dichiarato che essa “ha operato con cattiva e poca trasparente gestione della cosa pubblica”.
Da quando, in quali momenti, su quali provvedimenti, la gestione della cosa pubblica Le è sembrata cattiva e poca trasparente?
“La gestione della cosa pubblica cattiva e poco trasparente traspare da una serie di eventi, che si sono verificati, sia pur inerenti a problematiche diverse, in amministrazione. Uno fra gli ultimi eventi, quello eclatante, è stata la relazione dei Revisori dei Conti in merito alla segnalazione del Consigliere Gentile relativa alla “Richiesta verifica regolarità fiscale Lombardi Ecologia s.r.l”. Leggere, venire a conoscenza di determinate irregolarità, o meglio di un mancato controllo sugli atti che una amministrazione avrebbe dovuto fare in situazioni così importanti già questo è stato un evento che rispecchia quanto da me affermato in consiglio, ovvero una poco trasparente gestione della cosa pubblica. Questo è uno dei tanti aspetti che ho ravvisato in questa gestione un po’ opaca della cosa pubblica.
È stato anche questo uno dei motivi che mi spingevano a tenermi un po’ distante dalle maggioranze. Contrariamente da quanto affermò il Sindaco, e cioè che io non ero a conoscenza di quello che la maggioranza stesse facendo per Conversano, in realtà non era proprio così. Io alle maggioranze ho partecipato ma dal momento in cui io constatavo che le riunioni di maggioranza rappresentavano una presa d’atto di provvedimenti, di delibere di giunta che andavano approvate così come erano, e la mia voce era messa in secondo piano, non era minimamente percepita, in quel contesto io ho deciso che fosse opportuno, ritenendo vana e inutile la mia presenza, non partecipare alle riunioni dove le mie proposte cadevano nel vuoto, venivano poste nel dimenticatoio. Queste sono le vere ragioni che mi hanno spinto a lasciare la maggioranza. Non di certo è vero quello che dicono certe persone, cioè che trovavano in me un muro che rendeva impossibile il dialogo”.
Quella dei Revisori dei Conti è una delle motivazioni, ma ce ne sono altre che hanno contributo a farle maturare la decisione?
“Le decisioni prese in maggioranza avevano un deficit di trasparenza. Per esempio, non venivano coinvolte quelle forze politiche che, pur non essendo rappresentate in Consiglio Comunale, avevano contribuito all’affermazione della coalizione di Lovascio. Queste forze sono cadute nel dimenticatoio. Ed è questa a mio avviso una mancata trasparenza, una mancata applicazione della condivisione nelle scelte che si effettuavano. Non c’era collegialità!”
Volendo parlare ancora di gestione della cosa pubblica, Lei ritiene che a Conversano ci sia una “entità esterna” in grado di influenzare e determinare i comportamenti, nonché i provvedimenti amministrativi, del Sindaco e della sua maggioranza?
“Penso che questa sia solo una ipotesi. Per arrivare ad affermare l’esistenza dell’entità in grado di influenzare un’amministrazione ci sia bisogno di prove concrete, di dati di fatto che al momento io non ho”.
Dopo questa sua dichiarazione si sente più libero? In pace con se stesso, sgravato di un peso che gravava sulla sua coscienza?
“Assolutamente si!. Infatti già da tempo era chiaro alla cittadinanza della mia volontà di allontanarmi dalla maggioranza. Il malcontento che andava avanti da tempo doveva necessariamente sfociare con l’annuncio da me fatto in Consiglio Comunale”
Dopo il suo annuncio quali sono state le reazioni in seno alla maggioranza e da parte del Sindaco? E le opposizioni?
“Le reazioni al mio annuncio sono ferme a quanto espresso dalla maggioranza e dalla opposizione in Consiglio Comunale”.
Nell’ultimo periodo del 2014 Lei si è ritrovato a dover gestire, in Consiglio Comunale, la problematica TARI con i suoi aumenti tariffari e lo scarso, se non inesistente, servizio. Nel convocare e nel modo di condurre i lavori in aula ha subìto pressioni da parte della maggioranza?
“Sono stato accusato di mancanza di imparzialità. Se non ricordo male il Sindaco dichiarò illegittima la convocazione del Consiglio Comunale. A mio avviso non lo era in quanto c’era una richiesta di convocazione pervenuta da sei consiglieri comunali e che rifletteva la volontà del popolo di discuterne in Consiglio. Perché negare questo momento, democratico, della discussione, del confronto pubblico in aula su di una problematica molto sentita dai cittadini?. Negare la possibilità del confronto lo trovavo sbagliato, sarebbe stata la negazione della democrazia”.
Come si comporterà in aula quando ci sarà da votare?
“Da Presidente del Consiglio continuerò ad astenermi, questo a garanzia dell’imparzialità per il ruolo che rivesto. Il mio comportamento sin qui tenuto è peraltro apprezzato dai consiglieri comunali. Il mio voto a favore dei provvedimenti ci sarà allorquando si voterà su provvedimenti tesi alla crescita della nostra città, dove si registrerà la compattezza dell’intero Consiglio Comunale. Se poi ci saranno provvedimenti pietosi, irricevibili, probabilmente il voto sarà contrario. Il voto che comunque esprimerò in aula sarà figlio del confronto che avrò avuto con i cittadini e con il mio gruppo”
Presidente d’Ambruoso, immagini di avere dinanzi a se un ragazzo che vuole impegnarsi in Politica per la prima volta. Dopo la sua esperienza, che consigli sente di dare a questo ragazzo
“Di provarci, di lottare, di essere sempre se stesso, di non farsi condizionare da quello che gli viene suggerito da persone poco attente all’interesse della città, ma bensì interessate a fare i propri interessi. Portare avanti le proprie idee, le proprie iniziative grazie anche al confronto avuto con i cittadini. Per i ragazzi come interessarsi di Politica, dedicarsi, impegnarsi alla risoluzione dei problemi che affliggono la società, deve essere un motivo civico forte. C’è bisogno di pensare, lavorare, ad un presente migliore, così come c’è bisogno di guardare e pensare a ciò che sarà il futuro della nostra città, delle nostre prossime generazioni”.

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