L’abbandono della maggioranza da parte del presidente del Consiglio Comunale D’Ambruoso non è di poco conto. Soprattutto per le cose dette dal giovane presidente e, in particolar modo, per le sue affermazioni circa il sentirsi liberato da un peso che lo affliggeva già da tempo. Da questa valutazione va misurato il comportamento di un giovanissimo consigliere comunale di appena 24 anni che non si riconosce più in un progetto politico che aveva rieletto il sindaco per la seconda volta.
Aver affidato al più giovane dei consiglieri la carica di presidente e poi averlo snobbato fa capire ancora di più la cifra di un’amministrazione capace di far quadrare i conti della spartizione delle cariche ma non di governare processi e ruoli per far decollare il paese.
Le dichiarazioni di D’Ambruoso rilasciate dopo l’annuncio dell’abbandono della maggioranza sono serene ma piene di contenuti. Parla dello spessore delle iniziative culturali e, salvandone alcune, non ha problemi nel giudicarle “di scarso livello culturale”. E non fa mistero nel parlare della differenza tra le parole dette e i fatti concreti. Nel far questo sottolinea l’inconsistenza strutturale di un’amministrazione comunale votata a voler apparire senza essere: tante parole e sorrisi ma senza fatti concreti.
Ma c’è una cosa che dovrebbe far riflettere molto i cittadini. Sono le parole di D’Ambruoso quando afferma: “Non condivido le azioni della maggioranza che ha operato con cattiva e poco trasparente gestione della cosa pubblica”. La pesantezza di questa affermazione che perviene dall’interno di una compagine che sta governando questa città, delinea e definisce ciò che in molti stanno sostenendo da tempo. Siamo nelle mani di gente poco avvezza a stare dalla parte dei cittadini, poco incline a farne i loro interessi collettivi, poco propensa a guardare oltre il proprio naso, molto concentrata a salvaguardare la propria maggioranza tenuta insieme da interessi precisi. Una maggioranza consigliare silenziosa, per niente imbarazzata nei suoi silenzi che si ripetono quando si entra nel merito dei problemi, disattenta verso i suoi elementi più giovani.
Giuseppe D’Ambruoso non è un eroe politico; più semplicemente è un giovane che ad un certo punto ha detto basta a pratiche che non gli appartengono. Sta a lui, in questo momento e dato il ruolo che riveste, dare un senso a quella funzione istituzionale dalla quale passano tutti gli atti e il funzionamento delle commissioni consiliari e dei consigli comunali. E rimettere ordine a quella parte della macchina amministrativa che, anziché assicurare l’imparzialità, viaggia sullo strapuntino nello stesso vagone dell’amministrazione comunale con gli stessi sorrisi e gli stessi insuccessi.