La domanda ricorre così spesso da meritare qualche risposta. Il riformismo italiano ha spazio per chi non condivide il decisionismo a volte senza regole di Matteo Renzi e il perpetrarsi dei cosiddetti nostalgici della ditta come Pierluigi Bersani e Massimo D’Alema?
C’è un mondo vasto che non si riconosce nelle azioni determinate e convinte del presidente del Consiglio. A partire dal mondo della scuola che proprio in queste ore sta protestando per l’approvazione di una riforma che vede assegnare ai dirigenti scolastici poteri taumaturgici fino alla nomina di insegnanti di propria fiducia. Un modello che snaturerebbe il concetto di scuola pubblica per assegnarle un’organizzazione aziendale senza reti. Con il rischio di rendere le scuole diverse nella gestione e nell’offerta formativa. E’ significativa la campagna virale fatta partire sui social che vede gli insegnanti protagonisti di una campagna anti PD e anti Renzi con l’espressione di NON voto per lo stesso premier e il suo partito.
C’è un mondo che va dall’antagonismo più radicale (No TAV e No TAP) a quello più riformista (la coalizione sociale di Landini, Civati, il solidarismo di don Ciotti, il giornalismo-politico di Michele Santoro, il pragmatismo solidale di Gino Strada) che non si sente rappresentato dal Partito Democratico e dalle sue scelte riguardanti il nuovo welfare e il mondo del lavoro e ne confuta le tesi in ogni modo.
E c’è la posizione della sinistra che fu, quella della ditta, che pur avendo al proprio interno personaggi di spessore come Pierluigi Bersani, continua a dare un’immagine di se troppo legata al passato e a pratiche ormai desuete se proiettate nel futuro.
Un vasto mondo che non riesce a trovare una sintesi politica con una proposta riformista e di governo. Ma soprattutto un mondo che se mai riuscirà a trovarla lo potrà fare con soggetti politici nuovi e con nuovi protagonisti.
A Conversano la situazione è pressoché la stessa. Le prove di spazio alternativo al PD sono in atto in questi giorni. I movimenti politici Punto, Conversano Città Aperta e il PSI stanno sostenendo insieme Chiara Candela, candidata a consigliera regionale a sostegno di Emiliano nella lista “Con Noi a Sinistra per la Puglia”.
Movimenti che caratterizzano la propria azione politica non seguendo l’organizzazione partitica bensì quella tipica di un movimento fatta di battaglie tematiche e di tutela di interessi collettivi. E’ stata questa la peculiarità, per esempio, della battaglia fatta da questi movimenti, insieme al PD, sulla questione TARI e sul mancato servizio di raccolta differenziata.
E non va sottovalutata l’insofferenza di parti del PD nostrano che non condividono l’azione di Renzi e nemmeno quella della dirigenza locale del circolo democratico e si sono organizzati in associazione (Pensare Democratico). Oppure quella dei cosiddetti renziani della prima ora che ormai non frequentano il proprio circolo avendo preferito organizzarsi in associazione (Conversano Adesso).
Quanto si riuscirà a costruire dopo le elezioni regionali è tutto da verificare. Con l’assenza cronica della destra e del centrodestra conversanese tutta concentrata sull’amministrazione comunale, ultimo baluardo per rimanere a galla in una situazione nazionale catastrofica, il pallino è tutto nella vasta area del mondo del centrosinistra. E’ da lì che nelle prossime settimane verrà fuori la composizione di un nuovo quadro sociale prima e politico subito dopo. Si giocherà in quel mondo conversanese la nuova divisione tra schieramenti della stessa area che non necessariamente saranno compatibili con una nuova proposta politica unitaria. Il centro politico, quella nebulosa sempre appostata per piazzare colpi a sorpresa utili in campagna elettorale ma sempre deleteri nelle pratiche di governo, potrà riservare cattive sorprese mescolando, come si usa fare in questo periodo, pezzi di ceto politico di destra e sinistra che non hanno nulla da dire in termini di proposta ma molto da dimostrare in termini di consenso.
L’esperimento di questi giorni dei movimenti politici Punto e Conversano Città Aperta, insieme al Partito Socialista, dovrà dare risposte innovative ad un mondo che aspetta di essere coinvolto. Ciò per pungolare il PD a sposare le innovazioni e la promozione delle migliori risorse umane da offrire alla città. E al suo governo.