Gian Luigi Rotunno: “Chi ha voglia di governare Conversano e il suo futuro si faccia avanti e riparta dalla cultura”

Intervista al consigliere comunale del movimento Conversano Città Aperta

Conversano – Dopo l’intervento sul settimanale Fax del consigliere comunale Gian Luigi Rotunno riguardante gli eventi culturali di questa estate, abbiamo approfondito con lui l’argomento che ha appassionato gli addetti ai lavori nelle discussioni estive. E la chiacchierata è andata oltre l’argomento fino a sfiorare la situazione politica con una lettura, però, completamente diversa.

E’ un momento di stanca nella politica e nell’attività amministrativa della città. Sei d’accordo?
Non è che nei mesi passati ci sia stato tutto questo fermento. L’unico momento di un certa rilevanza e significato è stata la protesta dei cittadini per la questione della tariffa sui rifiuti. Da allora sembra che non sia successo nulla. Tranne la calda e afosa estate.

Caratterizzata da eventi culturali e sagre che hanno scatenato polemiche. Solo strumentali?
Io, per la verità, tutte queste polemiche non le ho ascoltate. Tranne qualche commento sporadico. Ci si accontenta di ciò che passa il convento. In questo momento storico la collina conversanese passa sagre con qualche piccola eccezione. Il mondo della cultura nostrano, se così si può chiamare, mugugna ma non incide. Non vuole mettere in pericolo il piccolo contributo comunale, quando arriva,  alla propria associazione. Si tratta di una cultura cortigiana e scendiletto. E si lascia scivolare tutto addosso. Fortunatamente con qualche eccezione.

Ma la situazione è così negativa?
Mi sconcerta il silenzio di chi osserva la trasformazione della nostra città in sobborgo di quart’ordine e tace. Non molti anni fa,  chi non condivideva alcune manifestazioni estive, tipo una selezione di Miss Italia, non nascondeva il proprio disappunto e protestava platealmente attirando l’attenzione e vestendosi come un frate francescano e dispensando benedizioni al pubblico e alle miss che sfilavano. Con questo voglio dire che oggi manca completamente il dissenso e la sua manifestazione.

Ma cosa ne pensi della cultura delegata agli organizzatori delle sagre?
Il sindaco di Conversano è anche assessore alla Cultura. Lui ha sposato una teoria che, dal suo punto di vista, produce. Sostiene che, del resto, i cittadini vogliono le sagre tanto da frequentarle numerosi. Per cui va bene così “perché la cultura non è solo d’elite”. Il suo ragionamento non fa una grinza tanto da scavalcare a sinistra chi sostiene che la cultura è un’altra cosa. Naturalmente non considera che accontentare i cittadini non significa propinargli arrosti misti sotto il Castello. Ma accrescere il proprio benessere attraverso il racconto, le tradizioni e l’affermazione del principio di comunità.

Un principio, secondo te,  assente a Conversano?
Da tempo non facciamo comunità. Non c’è un solo pezzo di società conversanese immune da litigi e frizioni. Anche nel mondo dello sport c’è chi, anziché competere lealmente, si insulta sui social network, così come una parte dell’associazionismo non riesce a dialogare e preferisce giocare da solo. Trovare due entità che collaborano una con l’altra è diventato difficile. Ed è uno dei limiti della nostra condizione attuale.

Nella tua analisi non trova spazio il mondo politico e della politica. Perché? Ci vuoi far credere che se la passi meglio della cosiddetta società civile?
La politica nella nostra città è circoscritta a poche persone: i componenti  del Consiglio Comunale che sono chiamati, molto poco, ad esprimersi sulle questioni e a votarle. Altro non c’è. Siamo al punto zero. Non si può che far meglio. La cosa peggiore è che aver sostituito i comitati elettorali ai partiti porterà  la comunità a pagare  un carissimo prezzo nel tempo.

Ma  non pensi che il M5S a Conversano rappresenti comunque un’alternativa a questo sistema fermo  “al punto zero”, come affermi?
In questo panorama ci sarebbe uno spazio infinito per chi volesse parlare di problemi reali e per chi volesse intraprendere un percorso virtuoso. Ma almeno io non riesco a scorgere tutta questa dirompenza in nessuno degli attori politici in campo. Il sistema è diviso in tre: la destra che è aggrappata al potere e all’amministrazione comunale, la sinistra che non riesce a scrollarsi di dosso le scorie e le macerie spostandole da un lato all’altro della strada senza portarle via, il M5S che lancia slogan validi su tutto il territorio nazionale. Non c’è alcuna rottura del sistema.

Ma oltre l’analisi qual è l’idea e la prospettiva?
C’è uno spazio enorme per chi volesse lanciare un’idea di città. Che va costruita. Ho ancora netta la convinzione che si debba partire da alcuni valori su cui lavorare. Se io non ho un’idea ben definita dell’accoglienza verso gli immigrati come potrò amministrare un giorno secondo il principio dell’uguaglianza? Se non considero i diritti civili come fondamentali per il benessere dei cittadini come potrò costruire le politiche di welfare nella mia città? Se io abbandono i lavoratori licenziati e cassintegrati al proprio destino o se non mi adopero per quei lavoratori che a 60 anni sono stati costretti ad andare a lavorare a Salerno pur di portare un reddito a casa (come è capitato ad alcuni lavoratori della ex 3 Emme), come potrò mai creare la solidarietà nella mia azione di governo? Se rinuncio alla mia funzione di analisi della presenza dei talenti nella mia città come potrò mai pensare di farmi promotore della conoscenza nel mio stesso territorio?
Quando penso a ciò che la politica potrebbe fare e non fa per pigrizia e miopia culturale, mi dico che c’è una prateria e che si può lavorare per la città. E invito coloro che hanno voglia di osare a non aspettare oltre. La nostra città ha bisogno di luoghi e di occasioni. Cerchiamo di offrirgliele. Chi si sente vicino a questi valori non aspetti. Altrimenti si troverà ancora una volta di fronte all’imminenza delle elezioni e al dover ripiombare nello sfinimento delle candidature, delle primarie e dei compromessi al ribasso. Chi ha intenzione di candidarsi al governo della nostra città si faccia avanti e non faccia più calcoli. La politica si fa anche senza calcoli e senza rete di protezione.

Non hai citato il PD. Partito che hai contribuito a far nascere nel 2007 nella nostra città. Cosa ne pensi?
Da cinque anni non faccio più parte della famiglia del PD in senso stretto, non ho la tessera. Non nascondo che mi aspettavo una diversa impostazione e diversi stimoli. Attualmente non è il contenitore capace di stimolare in me la passione. Ma bisogna con realismo riconoscere che gli elettori del PD, nella loro maggioranza, sono persone con la voglia di un mondo migliore per tutti. Per cui un nuovo e auspicabile soggetto politico che diventi un luogo più accessibile, non potrà prescindere da un rapporto con il Partito Democratico che in questo momento ha una testa che guarda da un lato e un corpo che spinge dall’altro. E mi riferisco al PD nazionale.

Per finire: c’è un episodio, una frase, un evento che ha rappresentato una nuova idea a Conversano in questi ultimi mesi?
Mah, non so. Direi che sono state due le cose che più mi hanno colpito. Se vogliamo due cose semplici ma a mio avviso significative. La prima è stata la mostra fotografica che si è tenuta alla Pro Loco “Scatti di Rocco”. Un’iniziativa che ha portato alla luce della nostra comunità uno spaccato della città che è stata, attraverso le foto che vedono protagonisti alcuni componenti di una comitiva che dagli anni ’60 in poi non si è mai persa di vista. E’ stato un momento emozionante in quanto Rocco e Giovanni, il protagonista e l’ideatore dell’iniziativa, hanno voluto insieme coinvolgere alcuni nostri concittadini che vivono da soli e che nel nostro immaginario rappresentano la diversità. L’ho ritenuta, questa iniziativa, una delle azioni di welfare più riuscite negli ultimi tempi.
La seconda è stata l’aver visto nei pressi della Cattedrale di Conversano aprirsi una nuova galleria d’arte. Un luogo dove recarsi e parlare con una produttrice d’arte, Vittoria, ed ammirarne la  creatività. Un bel luogo dove rasserenare l’anima e la mente e guardare oltre i confini dell’ovvio e con la forza dell’arte contemporanea.
Se la devo dire proprio tutta, anche la politica potrebbe ripartire da queste piccole cose. Sarebbe bello creare un luogo dove anziché parlare solo di piano regolatore e discarica, si ricominci a mettere al centro dell’attenzione l’uomo e le sue straordinarie risorse. Ho proposto, durante l’ultimo Consiglio Comunale, al Sindaco e all’intero consiglio l’organizzazione di una conferenza cittadina sulle politiche culturali e turistiche. Spero che il sindaco, così come ha sostenuto, vorrà organizzarla facendola partire dalla casa comunale. Da sempre sostengo che nei momenti più difficili debba essere la cultura l’argomento capace di tirar fuori tutti dalle secche dell’aridità delle idee e dalla difficoltà delle relazioni.

 

 

 

 

 

 

 

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