Festa delle ciliegie, il presidente Damiani: “Correggerei alcune cose ma contento della partecipazione popolare”

Il presidente rende noti costi e ricavi della festa 2016 e respinge le strumentalizzazioni politiche

Conversano – La Festa delle ciliegie 2016, festa nazionale che ha visto il primo appuntamento a Conversano è stata una manifestazione molto discussa e che ha ricalcato la triste annata del raccolto del prodotto che fa crescere il PIL del nostro paese. Vito Damiani, presidente dell’associazione “Sapori in Conversano” e consigliere comunale del PD, ha voluto fortemente tenere la festa 2016 nonostante in tanti gli suggerivano di soprassedere per la mancanza del prodotto e per l’umore non certo dei migliori che si leggeva sui volti degli agricoltori. E’ stata una vera e propria annata no a causa del maltempo che ha falciato l’oro rosso del Mezzogiorno e di Conversano in particolare. Ma non è stata la ciliegia ad essere al centro delle polemiche, quanto l’allestimento della location dove si sono viste più fornacelle del previsto che hanno fatto storcere il naso a coloro che da tempo denunciano un uso improprio di corso Domenico Morea che negli ultimi anni è stato teatro di spettacoli non molto decorosi.

 Presidente Damiani, sappiamo cosa significhi organizzare un evento di quel tipo. Come risponde alle critiche che le sono piovute addosso circa l’allestimento della festa? E’ compatibile ciò che si è visto con la nostra Città d’Arte?
In una annata così pesante per un settore vitale della nostra economia cittadina non solo agricola, decidere di tenere ugualmente la festa, e per di più aver ottenuto ancora il riconoscimento di festa nazionale delle ciliegie, è stato molto importante per il mondo agricolo. Ha rappresentato un doppio significato: non rinunciare alla promozione del prodotto simbolo della nostra terra e utilizzare le occasioni pubbliche, come la conferenza stampa di presentazione alla Regione con il presidente Emiliano e l’Assessore Di Gioia, per far valere le richieste di calamità e stato di crisi. La ciliegia per la storia di Conversano non è solo una coltura, ma è nella cultura della città.  Non si può mettere in discussione il significato e il valore della festa che ormai segna l’avvio della stagione turistica estiva per il nostro paese che quest’anno ha visto riaprire la chiesa e la cripta di San Benedetto e la pinacoteca diocesana con un dipinto del Finoglio. E le decine di migliaia di visitatori raggiunti nel fine settimana, nelle ultime due giornate, testimoniano la riuscita. L’intero perimetro del Castello è stato rispettato senza aver posizionato alcun gazebo ai suoi piedi. Siamo comunque sempre disponibili ad accogliere critiche e suggerimenti per migliorarci in futuro.

 Ci vuole chiarire se le ciliegie che si sono viste negli stand sono tutte del nostro territorio?
Chi mette in dubbio la provenienza delle nostre ciliegie è in malafede. Quest’anno abbiamo avuto una minore partecipazione da parte dei commercianti e gli stands erano quasi tutti delle locali associazioni agricole e di produttori agricoli conversanesi, quindi le ciliegie presenti negli stands erano tutte provenienti dal nostro territorio. E, nonostante la difficile annata, non sono mai mancate nel corso delle quattro giornate.

 Presidente, come mai non c’è stato alcun momento di approfondimento e di confronto sulla crisi cerasicola e sulle nuove cultivar, oltre che sulla commercializzazione della ferrovia?
Per quanto riguarda la crisi cerasicola se ne è discusso abbondantemente nel corso della conferenza stampa, nelle interviste e nei servizi giornalistici delle varie testate. In merito alla possibilità di organizzare convegni, facendo tesoro dell’esperienza dello scorso anno, abbiamo ritenuto non appropriato realizzare convegni in questo periodo in quanto gli agricoltori sono impegnati nella raccolta. Nel corso della prossima stagione invernale, quando gli agricoltori sono più liberi, potremo organizzare un momento di confronto e approfondimento sulle tematiche cerasicole.

 Qualcuno ha ipotizzato una sorta di conflitto di interessi nella sua qualità di presidente della festa e di consigliere comunale. Cosa ne pensa?
L’Associazione “Sapori in Conversano” è costituita dai rappresentanti delle principali organizzazioni professionali del settore agricolo e prevede l’affidamento della presidenza a ciascuna associazione agricola a rotazione per tre anni. E’ la prima volta che tocca alla Confagricoltura e io la rappresento. Chi ipotizza per questo un conflitto di interessi per il ruolo di consigliere comunale lo fa esclusivamente per motivi di strumentalizzazione politica.

Qual è il contributo dato dal comune di Conversano alla festa delle ciliegie 2016?
Al momento c’è una delibera di indirizzo approvata dalla giunta ma attendiamo la determina per l’effettiva attuazione e il relativo importo. E’ chiaro che senza il contributo del Comune l’Associazione “Sapori in Conversano” sarebbe in forte difficoltà. 

Si sono visti esponenti politici del PD, dal sindaco di Bari Decaro all’eurodeputata Pina Picerno. Il presidente Emiliano, pur annunciato, non è venuto. Cosa è successo?
La prima uscita pubblica in assoluto da governatore appena eletto Emiliano l’ha fatta a Conversano alla cerimonia conclusiva della festa nazionale delle ciliegie il 2 giugno dell’anno scorso. Per la prima volta, quest’anno, è stato il presidente della Regione a tenere la conferenza stampa di presentazione della manifestazione: finora non era mai accaduto, nemmeno per la sagra della ferrovia di Turi. Solo gli altri impegni della fitta agenda di un presidente di Regione che hanno impedito la sua  partecipazione alla manifestazione nella serata conclusiva di domenica 5 giugno, ma l’attenzione di Emiliano per Conversano e per le problematiche del comparto cerasicolo è fuori discussione. E comunque, nella giornata inaugurale, è stato presente a lungo l’assessore regionale all’agricoltura Leo Di Gioia.

 L’abbiamo vista anche rimproverare i suoi collaboratori per alcune scelte che nemmeno lei condivideva. Mentre lei era intento a fare ciò il sindaco Lovascio portava in giro l’on.le Picerno in Pinacoteca. Una doppia scena che non è sfuggita a nessuno. Lei in trincea e il sindaco in vetrina. Cosa ne pensa?
Chi mi conosce sa dei miei toni quando sono preso dal lavoro ed è normale essere in trincea per chiunque organizzi una manifestazione, figuriamoci un evento di questa portata. E comunque, sia prima della inaugurazione, che subito dopo, ci siamo intrattenuti negli stands di ciliegie con i diversi ospiti e solo successivamente il sindaco di Bari Decaro e l’on. Picerno hanno visitato la Pinacoteca accompagnati dal sindaco.

 Con il senno di poi, rifarebbe la festa così come l’ha organizzata per questa edizione? E cosa risponde a coloro che ritengono che lei dovrebbe, in qualità di consigliere comunale, proporre la disciplina dell’utilizzo degli spazi adiacenti il Castello?
Nel corso della mia vita ho visitato numerose sagra in tante parti d’Italia e si sono sempre svolte nel salotto della città. Al netto di piccoli accorgimenti, personalmente la riproporrei nello stesso luogo. A coloro che strumentalmente utilizzano ogni occasione per denigrare la mia persona, preferirei non rispondere: hanno risposto i cittadini, di Conversano e non, con la loro partecipazione.

Presidente, lei è una persona che ci mette l’impegno e la faccia nelle cose che fa. Ci dica sinceramente, se fosse stato un cittadino qualsiasi cosa avrebbe eccepito su questo evento?
Visto che insiste sull’allestimento, le dico chiaramente che avrei ridotto le braci da sei a tre e avrei sistemato altrove i due gazebo all’ingresso della Villa Garibaldi e i mercatini presenti in Piazza Castello.

Alcune critiche le sono venute anche da alcuni esponenti dell’opposizione di cui lei fa parte. Come pensa di rispondere a coloro che hanno sollevato rilievi con una certa determinazione?
Nessuno dovrebbe denigrare il proprio paese, a maggior ragione chi ha un ruolo pubblico e soprattutto un ruolo politico. La critica è legittima, ma arrivare a danneggiare il proprio paese pensando di trarre un vantaggio per la propria parte politica significa non avere senno.

 Rifarà la festa nel 2017 da presidente?
Come ho già detto, l’Associazione “Sapori in Conversano”  prevede una rotazione di tre anni per la presidenza fra i rappresentanti delle diverse organizzazioni di categoria appartenenti e il terzo anno per la Confagricoltura scade dopo il 2017.  

 Quanto è costata la festa nel suo insieme e come ha sopperito ai costi?
Le spese ammontano a circa 42 mila euro. Sosteniamo i costi con 15.770 euro rivenienti dai contributi promozionali degli stands, 2.500 euro di contributo della Banca di Credito Cooperativo di Conversano, 1.000 euro della Camera di Commercio di Bari, 500 euro dell’ufficio di presidenza del consiglio regionale e altri 2mila euro di sponsorizzazioni private.   

 Ci dica qual è stata la cosa che più non le è piaciuta della festa e quella che le è piaciuta di più.
La festa mi è piaciuta tutta: se proprio devo dire una cosa che mi è piaciuta di più, la partecipazione massiccia dei cittadini, conversanesi e non. Mi piacerebbe, invece, vedere una maggiore partecipazione da parte dell’intera classe politica della città, considerato che l’agricoltura rimane il settore primario della nostra economia.

Per finire, ci sa dire in termini economici quale è stata l’incidenza sull’economia del paese di questa annata terribile per la cerasicoltura?
Ritengo che l’incidenza negativa si aggira intorno al 60% rapportato al valore economico delle ultime due campagne. Vorrei concludere ringraziando la vostra testata per avermi dato la possibilità di esprimere in maniera compiuta il mio pensiero.

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3 Comments

  1. Francesco Iudice says:

    Mi e’ parso di capire che il Comune non ha dato alcun contributo. E meno male che l’agricoltura è’ la più’ importante risorsa x Conversano!