Ringraziamo l’ing. Roscino per aver aderito alla nostra richiesta di ricordare la figura dell’avv. Alberto Giannetta
Conversano – Alberto Giannetta, l’indimenticabile “amico di tante battaglie”, ormai appartiene alla storia. Almeno a quella di Conversano. Di diritto. Si è congedato dalla vita terrena, abbandonando definitivamente ogni sofferenza e lasciando nel dolore i propri cari, alla veneranda età di 93 anni. Sì, infatti, il 20 luglio scorso, data del suo trapasso, mancavano solo pochi giorni al suo novantatreesimo compleanno datato 2 agosto. Pertanto, in questo momento di sincera e disinteressata riflessione, innanzitutto penso, con vera commozione, che non ascolteremo più il suo gradevolissimo saluto con quel tono di voce da cui si percepiva subito il suo stile di vita ma, soprattutto, l’animo dallo spiccato rigore morale di uomo affabile e scherzoso e dallo sguardo gentile e generoso sempre. Ci siamo conosciuti, negli anni ’50, nella grande famiglia democratico-cristiana post-bellica. Lui, giovane laureato e promettente professionista, già funzionario-dirigente dell’ENPI; io, appena studente universitario d’ingegneria a Bari, chiamato nella segreteria sezionale d.c. conversanese ad occuparmi del settore SPES (Propaganda e Stampa), mentre il dott. Giannetta veniva eletto nel 1955 segretario politico, divenendone subito con le sue spiccate riconosciute doti di cultura e di preparazione politico-organizzativa un vero protagonista e guida instancabile, intelligente, umana, dialogante ma con tanta voglia di ricomporre con profondo senso di solidarietà le non poche lacerazioni della nostra collettività: dalle periferie al centro cittadino. Il suo naturale slancio solidale verso il prossimo, in particolare verso i giovani e le classi operaie e contadine, certamente coinvolgente e molto apprezzato, talvolta, però, si manifestava abbastanza esuberante ed in forma talmente disordinata, coerente d’altronde con il suo carattere personale, da procurargli qualche grave disagio fisico e compromettente soprattutto in vista della sua annunciata designazione a candidato-sindaco nella imminente consultazione politico-amministrativa del 1956. Come, in effetti gli capitò, proprio nell’inverno di quell’anno, durante l’indimenticabile abbondante nevicata, allorché, per portare aiuti alimentari, raccolti dalla e nella sezione della D.C., agli abitanti della frazione di Triggianello, egli di persona con qualche aiutante si avventurò a raggiungerli a bordo di una modesta auto privata, che, a completamento del “servizio”, però, nel ritorno in sede, slittando sulla strada provinciale di Castellana completamente ghiacciata, finì violentemente contro un albero stradale. Conseguenze: rottura dell’anca della gamba destra, ricovero in ospedale con l’inevitabile immobilizzazione della gamba ingessata, rallentamento dell’attività politica sezionale. Però la sua candidatura a sindaco della città andò regolarmente in porto e la consultazione elettorale del 27 maggio si svolse con l’affermazione della lista D.C. che conseguì il 40,9 % dei voti con 14 seggi su 30 in Consiglio Comunale, nel quale il dott. Giannetta fu il 2° eletto dopo il prof. Matteo Fantasia, contemporaneamente candidato-eletto nel Consiglio Provinciale di Bari. Ma la sua avventura sindacale, contrariamente alle più rosee previsioni, visse un inizio amaramente sorprendente, diciamo per uno “sgarbo” di alcuni esponenti del gruppo consiliare di destra, che anziché appoggiare secondo gli accordi intercorsi un monocolore d.c. con sindaco Alberto Giannetta, il 21 giugno 1956, passato alla storia come il “giorno nero di San Luigi”, in seconda convocazione consiliare votarono il col. Nicolò Sinisi del gruppo di destra, che riportò, d’intesa con i consiglieri di sinistra (Psi e Pci), 16 voti contro i 14 di Giannetta. Tutti i preparativi per festeggiare l’evento (corona d’alloro da deporre al Monumento ai Caduti con Banda Cittadina) chiaramente andarono in fumo. Fortunatamente, la delibera, appena votata, successivamente non venne ratificata per alcuni vizi di forma e di procedura, e di conseguenza l’assemblea consiliare venne riconvocata il 21 luglio successivo, allorché, chiarite tutte le incomprensioni con il ravvedimento dei consiglieri di sinistra, che abbandonarono l’aula, il consigliere d.c. Giannetta con 17 voti di maggioranza venne eletto sindaco di Conversano a capo di una giunta monocolore. Che tuttavia, tra alterne vicende e varie vicissitudini ma con una mole di opere fondamentali, orgogliosamente realizzate in ogni settore della nostra cittadina, fra cui il completamento del Campo Sportivo, l’avvio della Biblioteca Civica, la nuova villa “Belvedere” con la Fontana centrale (ved. foto allegata), l’ampliamento dell’Ospedale “Iaia, la Pineta di via Turi, ecc. , riuscì a sopravvivere fino al 9 marzo del 1959. Cadde per un’altra mossa di evidente slealtà del gruppo di destra, che non sopportava oltre certi limiti economico-finanziari le iniziative amministrative, chiaramente “anticasta”, del sindaco Giannetta, costantemente proteso verso obiettivi strategici senza però un’oculata razionale previsione di spesa, tanto che venne addirittura accusato di un’imminente “inchiesta”, in realtà del tutto inesistente. Il fatto rattristò notevolmente il professionista Giannetta, che dopo aver “gridato al tradimento” lentamente cominciò ad abbandonare, non senza spunti apertamente polemici, il suo Partito, per “creare”, insieme al tentativo di dare vita con un gruppo di giovani universitari al noto giornalino locale anticorrente “Il Fogliaccio”, nuove formazioni e liste locali come il movimento civico “Il Paese” per continuare attivamente a partecipare alla vita democratica della collettività conversanese. E ci riuscì anche concretamente tanto da ritornare sulla poltrona di sindaco nel febbraio del 1988, sia pure per pochi mesi, a capo di una debole coalizione a tre: civico-socialcomunista. Infatti, lo stesso sindaco, il 26 luglio successivo, si dimise, dopo aver a lungo considerato – si disse allora- “lo stato di permanente fibrillazione, cui la civica Amministrazione veniva quasi quotidianamente sottoposta dalle interminabili discussioni e contrasti evidenziatisi sempre più con crescente virulenza tra i vari gruppi e sottogruppi della stessa maggioranza”. Fu quello il periodo della grande sua delusione, tant’è che pensò e realizzò l’abbandono definitivo della attività politica per dare il suo contributo di esperienza e di vita alle varie associazioni locali, sottoscrivendo la sua adesione all’Associazione Culturale Musicale “G. Piantoni, alla Sezione di Storia Patria, al Club Unesco ed altri sodalizi. Sempre animato da quello spirito costruttivo di una comunità che ama pensare, ragionare e confrontarsi stabilendo connessioni tra materie diverse al fine di conseguire il bene comune. Altro “pallino”, altrettanto positivo, di Alberto Giannetta è stato quello di tutelare il patrimonio culturale, religioso, archeologico, monumentale, musicale-bandistico, artistico ed agricolo della sua amatissima Conversano, per cui non si è mai stancato di raccogliere, conservare e catalogare in ogni angolo della sua stanza-studio di famiglia documenti, foto storiche, scritti ed appunti di ogni genere, che oggi, dopo la sua scomparsa, la consorte sig.ra Liliana ha consegnato tutto nelle mani esperte di mons. Angelo Fanelli, fidatissimo Direttore dell’Archivio Storico Diocesano “Domenico Morea”, per una molto auspicabile futura “Fondazione Alberto Giannetta”
Ing. Domenico Roscino
Presidente emerito del Club Unesco di Conversano
Adesso è nel giardino del PARADISO un abbraccio forte alla famiglia
Ottima persona
conversano ha perso un tratto buono della sua storia ,ciao ALBERTO.