A meno di un anno dalle elezioni amministrative del 2018 l’intervista al consigliere comunale di Art1 Mdp Gian Luigi Rotunno
Conversano – Manca poco meno di un anno al rinnovo del Consiglio Comunale di Conversano. I partiti e i movimenti politici hanno iniziato ad incontrarsi. Alcuni da tempo, come quelli del centrosinistra, altri invece continuano a non scostarsi dalle vicende amministrative, il centrodestra. Altri ancora del centrodestra mettono in piedi liste civiche con la specifica: “mai con l’amministrazione Lovascio e chi la sostiene”.
Gian Luigi Rotunno, consigliere comunale di Art.1 Mdp, il movimento di Speranza e Bersani che sta costruendo con l’ex sindaco di Milano Pisapia il nuovo soggetto politico di sinistra aperto al civismo, definisce alcuni punti chiave che sicuramente saranno affrontati nei prossimi giorni e mesi.
Mancano pochi mesi alla fine della legislatura. Cosa sta succedendo nella nostra città?
L’Amministrazione Comunale sta intensificando le sue apparizioni mediatiche, a volte anche buffe, il centrosinistra sta cercando di lavorare per costruire rapporti e relazioni nel tempo consumate e dare una proposta alla città, il M5S lavora sul web e fa azione di denuncia soprattutto sui problemi ambientali. Poi c’è la novità di queste quattro liste civiche di centro che hanno giurato di non voler più appoggiare l’attuale sindaco e il centrodestra. Qualcuno li irride, io invece non sottovaluto il fenomeno di smottamento del centrodestra. Poi c’è un nuovo gruppo civico formato dai giovani che hanno esperienze di organizzatori di eventi di rilievo e successo.
Tutto qui?
E’ nato il movimento Art1 Mdp. Un movimento necessario in Italia e a Conversano. Il PD non è riuscito in questi anni a dare risposte al suo stesso mondo e, a mio avviso, è veramente utile un movimento che comprenda l’esperienza amministrativa di Pisapia, di Civati con i suoi raduni giovanili, di Sinistra Italiana e di quel civismo di cui l’Italia e la stessa Conversano è piena, di quei compagni che anche a Conversano hanno lavorato per il referendum del 4 dicembre scorso.
Un ritorno della sinistra?
La sinistra a Conversano c’è sempre stata. E molto spesso è stata maggioranza nel paese. Quando ne ha interpretato i bisogni. Avendo il PD occupato uno spazio politico diverso da quello della sinistra, la nascita di Art.1 Mdp anche a Conversano potrà riportare, è il mio auspicio, tanti e tante al voto tralasciando l’astensione. Sarà il lavoro a cui si dedicherà il coordinamento provvisorio di Art1 Mdp di Conversano formato da Alessandro De Robertis, Enrico Grifoni, Raffaele Gentile e Alessandra Valente. Tutti provenienti da diverse esperienze ma animati dalla voglia di contribuire alla creazione di una sinistra nuova e convincente. Che sappia soprattutto essere attrattiva nei confronti di coloro che fanno riferimento agli stessi valori ma che non trovano luoghi idonei per esprimerli. Una delle caratteristiche di Art.1 Mdp Conversano è di avere la presenza di tante donne tra le sue fila. E di donne capaci di produrre politiche e non ornamento. E il processo di adesione e interesse è ancora in corso.
Cosa c’è oltre la politica in questa città?
C’è tanto altro che regge il paese senza alcun punto di riferimento nella politica. Penso al mondo della scuola che vedo molto attivo sia per una presenza dinamica degli insegnanti e la partecipazione delle famiglie, sia per le molteplici iniziative che mette in atto. E poi c’è il tessuto produttivo che cammina da solo con tutte le sue difficoltà legate alla congiuntura economica e alla crisi del terziario avanzato che era un pilastro della nostra economia. C’è il mondo dell’agricoltura che fa storia a se. Nel senso che è un mondo dimenticato dalle istituzioni. Basti guardare lo stato delle strade rurali. Rappresentano un’offesa alla nostra comunità e ad una delle sue bellezze naturali: la campagna, le sue pietre, i suoi alberi, i suoi colori.
E il mondo della cultura a Conversano?
Che bella domanda. Avrei tralasciato questo argomento perché è un mondo deludente, sottomesso al potere e silente. E se pensassi alla funzione che la cultura ha nello sviluppo di una comunità, la preoccupazione aumenterebbe. Non una parola contraria al potere costituito, non una critica verso iniziative imbarazzanti che vedono le nostre strade utilizzate come bivacchi. In una parola: silenzio! E direi assordante.
Ma non è una visione troppo pessimistica di questo mondo culturale?
Il mio riferimento è a quelle realtà che appartengono al cerchio magico, all’aspetto istituzionale. Poi se si guarda ad altre realtà che non chiedono soldi al Comune e lavorano coltivando ricerche e attività musicali culturali e altro ancora, il quadro è molto meno buio. Ma purtroppo prevalgono in questo momento i silenti.
E cosa bisognerebbe fare?
Io semplicemente suggerirei a coloro che si interessano di promozione culturale di essere e sentirsi liberi. Altrimenti verrebbero meno alla propria funzione di volano delle idee. E di non fare confusione tra associazionismo culturale e imprese culturali.
Ti riferisci alla gestione del Caffè Letterario?
Quello è il caso più eclatante. L’Amministrazione Comunale ha affidato senza alcun bando ad un’associazione di Castellana Grotte un immobile comunale sul castello, senza prevedere canone di locazione e pagamento delle utenze. Si tratta di una vergogna amministrativa in barba ad imprese culturali che non hanno avuto la possibilità di contendersi la gestione. Le stesse che sono silenti.
Ma se devo dirla tutta questa vicenda, che ha assunto anche altre caratteristiche che stiamo valutando in Consiglio Comunale, denota tutto il provincialismo della nostra amministrazione comunale. La politica del nastro e delle forbici per le inaugurazioni.
Ma questa amministrazione avrà pure fatto qualcosa di buono?
Si, a me piace molto lo spazio che è stato ricavato e dato alla comunità in adiacenza all’ex Gil e al I circolo. E’ uno spazio vitale e pieno di bambini. Io lo allargherei anche sugli altri lati della scuola. Passare ogni giorno e vedere i bambini che ci giocano in sicurezza mi provoca una bella sensazione.
E per rimanere in ambito di opere pubbliche qual è invece secondo te l’errore più clamoroso?
Guardare via Matteotti da lontano o con un drone dà la sensazione di trovarsi in un paese disordinato. Una fila di auto parcheggiata al centro della carreggiata è un pugno nello stomaco. Quella pista ciclabile anziché rappresentare un elemento per cambiare le abitudini di noi cittadini , rappresenta un pericolo per pedoni, ciclisti e auto che sbucano dai numerosi incroci. Mi piacerebbe un’amministrazione comunale che rivedesse tutto il progetto di via Matteotti e l’intero anello. Così non va.
Stai pensando alla prossima amministrazione, naturalmente.
Decisamente. Questa città ha bisogno di cambiare verso. Dieci anni di amministrazione di centrodestra l’hanno sfiancato fino a renderla poco reattiva. Io spero che un’amministrazione di centrosinistra unito possa darle nuova linfa.
Ma la coalizione di centrosinistra esiste?
Si, esiste e in questi anni ha lavorato. Sicuramente molto più sui problemi amministrativi che politici e forse è stato un suo limite. Un valore penso sia rappresentato dal fatto che il gruppo dei sei consiglieri di opposizione ha condotto un’azione pressoché unanime. A volte molto forte, altre volte per alcuni poco incisiva. In questi giorni si è al lavoro per la scelta di chi rappresenterà il centrosinistra, con quale programma e quale visione d’insieme. E quale capacità di fare da collante tra istituzione e società. Ci vorrebbe una personalità esperta e al tempo stesso rigorosa e aperta alle innovazioni. Non serve alla città un sindaco che dispensa solo pacche sulle spalle.
Ci puoi dire qual è il tuo sindaco ideale tra i candidati del centrosinistra?
Non posso dirlo per una semplice ragione: ne discuterò con le altre compagne e compagni di Art.1 Mdp di Conversano e quando prenderemo una decisione saranno i coordinatori a renderlo noto. Con motivazioni e ragioni.
Si va verso le primarie del centrosinistra?
Fosse per me non farei le primarie. Ho detto in tutti i luoghi che preferisco la politica che si prende le responsabilità delle scelte. Soprattutto per quello che sono diventate le primarie in questi ultimi tempi. Continuerò a lavorare per la scelta di un candidato/a condiviso/a ma, nel caso le primarie divenissero indispensabili, le vorrei trasformare nell’occasione di un processo partecipativo ampio e vero. Che tenga lontani gli avventurieri e gli intrusi e vicini coloro che hanno voglia di scegliere in piena libertà. Non è utopia. E’ politica.
E tu cosa farai?
Ho detto da tempo che non mi candiderò a sindaco della città. C’è tempo per ogni cosa. Chiederò ai candidati di volare non alto ma altissimo. La città di Conversano ha bisogno di idee lunghe. Bisogna guardare la luna e non la punta del naso. E sarò comunque disponibile a sostenere e aiutare chiunque avrà l’onere e l’onore di rappresentare un mondo, quello laico e progressista, che deve tendere al buon governo della città. Il centrosinistra ha bisogno di essere generoso nei suoi comportamenti. E questa volta anche altruista.
Caro Gianluigi,
Rompo il proponimento di restare semplice ascoltatore/lettore di quello che viene detto/scritto a proposito della vicenda politica conversanese, rispetto alla quale da oltre quindici anni, ormai, ho scelto di non intervenire: non per per neutralità o indifferenza, ma solo per il rispetto delle cose nelle quali ciascuno è impegnato, a partire dalle mie.
Tuttavia, la tua intervista sulla condizione della città, sul centro sinistra, ma in particolare sulla Cultura, e sui suoi promotori, questa volta, ma solo questa volta, non mi lascia indifferente nella mia qualità di Presidente della Fondazione Di Vagno, ancorché nella sua dimensione non propriamente solo cittadina.
Tra il tuo “non una parola contraria al potere costituito” di quel “mondo deludente, sottomesso al potere e (prevalentemente) silente “ e l’abbaiare alla luna, lo sport assai spesso praticato degli operatori della politica (che sovente serve per mettere in pace la propria coscienza, illudendosi anche per quella dei cittadini/elettori) c’è uno spazio occulto, discreto, tenace che viene occupato da chi non ha alcun interesse a “farsi vedere o sentire”, se non a rischio di sgarbi istituzionali: dai quali, come è noto, cerco di tenermi alla larga per il rispetto profondo che io nutro verso le Istituzioni, a prescindere dal “conducente” di turno.
Non sono tenuto a dire alcunché ad alcuno di quello che si fa, in particolare quando sono in gioco i rapporti tra la Fondazione Di Vagno e i suoi soci, specie pubblici: Regione, Città Metropolitana, Comuni e in particolare quello di Conversano, che è socio fondatore e che merita una considerazione particolare e che solo in tale funzione, per atto fondativi, compie atti abbastanza significativi, come la concessione della sede alla Fondazione..
Dunque, non ci ergiamo mai nè a castigatori nè a laudatores di nessuno: quando abbiamo avuto da dolerci di qualcosa con il Comune lo abbiamo fatto, ci siamo incontrati, abbiamo chiarito (anche a muso duro!), tutto nella massima chiarezza ma anche discrezione, non avendo noi alcun interesse al clamore comunicativo e alle sue, illusorie, ricadute.
Tuttavia, anche nella Cultura, noi riteniamo, vale la legge economica che l’offerta (purché qualificata) e la concorrenza stimolano la domanda; purché nella piena trasparenza, ça va sans dire!
So che ci tenevi ad un riscontro per rianimare il dibattito pubblico ed il confronto.
Spero d’aver assecondato, ripeto per questa sola volta!, la tua aspettativa e di essere stato, finalmente, chiaro.
Con cordialità.
Gianvito Mastroleo