Conversano – My place- il corpo e la casa è il visionario esperimento teatrale di Silvia Gribaudi di cui firma regia e disegno luci. È un viaggio (senza meta) affidato a tre esploratrici, le attrici Francesca Albanese, Silvia Baldini e Laura Valli, sulla rottura e nuova costruzione per mezzo di parole ridotte ai minimi termini e azione che a volte sembra danza senza struttura. Sulla scena ci sono due donne in abbigliamento intimo spaiato e cuffietta da bagno in testa. Hanno corpi non perfetti e non più giovani: ce lo dichiara apertamente la scelta del seminudo. Svolgono in loop azioni di routine: una donna piega una coperta che fa cadere ai suoi piedi e che poi riprende, l’altra è seduta a gambe aperte e tampona con del cotone il suo volto. C’è una terza donna tra il pubblico e cammina a piedi nudi e in accappatoio sbirciando la curiosità delle nostre facce. Poi raggiunge le due sul palco. Si posizionano in linea e ci confessano, una per volta, disagi che dicono di ficcare nei posti più segreti. Può essere in una mano, può essere sotto un piede, dentro il cuore, in un luogo interno. My place non è una storia, ma una condizione disperatamente ferma e consapevole. Cercare diventa un faccia a faccia con una realtà che denunciano a bocca larga, sottofondo pop e microfono alla mano. Le tre performers dichiarano di non possedere, di non potere, di essere sole e ormai lontane dal coronamento della vita ideale. Hanno un’età che sta in mezzo dove ricominciare è un risultato difficile tuttavia, accettano con un sorriso compiaciuto l’arresa abbattutasi addosso. Il mondo è troppo rigido di canoni e reagire è fatica con fiatone. (Nel gioco teatrale decidono di fare una corsa che abbandonano subito). Il corpo molle e generosamente definito, metafora dell’inettitudine, rafforza le intenzioni del distacco. Lo sfondo proietta immagini di terrazze, case, strade e monumenti smussati. Sono posti abituali, posti felici, posti scomodi, posti altri perché, ogni posto è una casa fino a quando lo si sente.
Annaisa Locaputo