Domenico Lestingi che denunciò ogni cosa non nasconde il disappunto. Il testo della sentenza del Tribunale di Bari
Conversano – “Oggi posso affermare che Conversano è vittima della debolezza dei nostri politici, non è possibile che una realtà che ti salta in faccia possa essere oscurata, sentirete ancora parlare di me ma con i fatti“. Queste le parole affidate a facebook da Domenico Lestingi, colui che con prove oggettive dimostrò ciò che diceva sia sulle modalità di costruzione delle vasche che sullo stato dei vecchi lotti, oltre a consentire agli inquirenti di ritrovare i rifiuti interrati su zone non adibite a discarica sempre nella stessa area. Le sue affermazioni e dimostrazioni nel 2012 provocarono l’apertura dell’inchiesta della Magistratura, con il sequestro delle vasche A e B a servizio degli impianti di biostabilizzazione di contrada Martucci.
La sentenza del 10 maggio scorso (allegata a questo articolo) ha lasciato tutta la comunità con l’amaro in bocca anche se la stessa parla di criticità comunque presenti che dovranno essere risolte dagli enti locali preposti. A cominciare dalla Regione Puglia per finire al Comune di Conversano che dovrà affrontare questo problema attraverso il nuovo sindaco e la nuova amministrazione comunale.
Sui social, ma solo su quelli, è evidente l’indignazione di tanti cittadini di Conversano e Mola di Bari che denunciano l’eventualità di una riapertura dei due siti.
D’ora in poi, comunque, la questione diventa tutta di ordine politico e di scelte della Regione Puglia, del suo presidente Emiliano e delle strutture regionali preposte.