Da conversanese che è spesso fuori città, la prima cosa che noto quando torno a Conversano è la sporcizia, perfino sui bordi delle strade di accesso alla città, quelle che danno il “benvenuto” e dovrebbero avere assoluta priorità nella pulizia e nel decoro. Sporcizia che in città esisteva da prima che Pasquale Loiacono fosse eletto sindaco. Ma i conversanesi mi dicono: “E’ vero Antonio, ma oggi è peggio di prima” e questo pure è vero, e ne so il motivo: il commissario prefettizio, rispettando quanto previsto dal bando Aro, ha firmato qualche mese prima dell’insediamento della nuova amministrazione, il contratto con l’impresa campana Falzarano. In una città normale, questo non avrebbe comportato un peggioramento della raccolta dei rifiuti, ma come sappiamo a Conversano c’è un sistema che sa come opporre resistenza al legittimo potere politico locale che, di punto in bianco, decide di non tenere conto degli interessi della comunità e di mettere in cattiva luce l’amministratore di turno. E’ accaduto ad altri sindaci e sta accadendo a Loiacono. Che cosa accade? E perchè? Uno dei motivi è di natura politica, visto che diversi dipendenti e responsabili dell’impresa, subentrata alla Lombardi, sono stati protagonisti in prima persona della recente campagna elettorale. Sappiamo tutti chi sono e da che parte stavano.
C’è poi un’altra questione e riguarda i comportamenti di ogni singolo conversanese. Mi riferisco al cittadino che ha un cane e lo porta a defecare sul marciapiede o sul prato inglese che Loiacono ha fatto piantare, senza poi raccoglierne gli escrementi e gettarli nel contenitore dell’umido, come succede in tutte le altre città del mondo. Mi riferisco al cittadino che prende le bici del bike sharing del tanto vituperato Sac. Nel senso letterale: le prende, le smonta, affossando così un servizio che in una città che vuol essere smart e sostenibile e a misura di turista, dovrebbe prosperare. Mi riferisco al cittadino che produce immondizia e non si cura di differenziarla. Poi magari dimentica il giorno del passaggio dell’organico e lo abbandona sulle strade di campagna o davanti al Punto ecologico della zona annonaria perché sai “dentro casa l’immondizia non voglio tenerla”. Mi riferisco, soprattutto a quel cittadino conversanese che ha abbandonato i suoi sacchetti davanti al portone del sindaco della città. Vai a capire perché, visto che Loiacono dal primo giorno si sta occupando di rifiuti, discarica, contratti non rispettati, decoro urbano, foto-trappole: per sanare una eredità pesantissima e metter riparo a disservizi che sono balzati all’onore della cronaca nazionale col servizio di Striscia e il sequestro del capannone di via Castellana.
Come immaginate, potrei continuare a lungo. Ma un’immagine resta scolpita nella mia mente: quei sacchetti abbandonati davanti al portone del primo cittadino. Ripenso e mi convinco di quanto mi diceva don Vitantonio (il mio primo parroco, il professor Laporta; ndr): “Antonio, ricorda sempre che i simboli sono segni del destino e ci dicono la verità più dei ragionamenti”. Quei sacchi, infatti, contengono in realtà rifiuti ancor più maleodoranti: quelli del rispetto dell’altro (in questo caso il massimo rappresentante dell’istituzione locale), della delegittimazione delle istituzioni e del disprezzo per il bene comune. Perchè ognuno a Conversano va per conto suo e si sente in diritto di fare quel che vuole: dai responsabili del servizio rifiuti che finora non hanno dimostrato di saper fare il loro mestiere all’ultimo cittadino, perché ormai nessuno deve dar conto a nessuno. No, così non si può continuare. Se questi e altri mille comportamenti non verranno affrontati con fermezza dalla Politica, la situazione non migliorerà.
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Bravo Antonio, questo editoriale merita un’ampia diffusione. Leggo del gesto della spazzarura davanti alla casa del Sindaco. Lo trovo un gesto intimidatorio di grande portata che i partiti, i gruppi politici, le associazioni…insomma tutti dovrebbero condannare. Non credo che si tratti dello sporcaccione di turno e spero davvero di non sbagliarmi