Continua il dibattito sul monumento al martire Di Vagno. Dopo Rotunno e Mastroleo l’intervento di Rino Liegi
Conversano – L’idea di costruire un monumento al martire Di Vagno, rilanciata da Gianluigi Rotunno mi trova assolutamente d’accordo. E’ vero, non è certamente un’idea nuova, anzi tante volte è stata lanciata, abbandonata e poi ripresa, ma mai concretamente realizzata. Infatti, a volte per farsi pubblicità, a volte con spirito e animo sincero, la volontà di dedicare un monumento al politico storicamente più rappresentativo e forse amato della nostra città ha più volte pervaso gli ambienti politici di Conversano e l’animo dei socialisti della terra di Bari. La domanda che molti probabilmente si porranno è: perché? Secondo me, per questo condivido l’idea di Gianluigi, trovare il modo di rilanciare l’immagine e la storia del martire Di Vagno potrebbe rappresentare un momento di riavvicinamento alla politica e quindi di grande crescita soprattutto per le nuove generazioni conversanesi che probabilmente in tanta parte ignorano di essere concittadini di un uomo che ha pagato con la vita il suo impegno per le classi deboli e contro il fascismo. E poi perché un uomo della grandezza di Di Vagno merita indiscutibilmente che tutti i conversanesi e i cittadini che condividono i valori per i quali ha sacrificato se stesso, lo possano ricordare anche semplicemente guardando una statua e leggendo la parola “martire”. Naturalmente la costruzione del monumento non significa e non potrà significare una semplice raccolta di fondi nel modo più trasparente possibile, ma anche e soprattutto il coinvolgimento di larghe fasce di giovani nella condivisione di un percorso che dovrà essere in grado di rilanciare un’idea di società attraverso l’immagine e la storia di un uomo che ha pagato con la vita i suoi ideali di libertà e giustizia sociale. Proviamoci.
Rino Liegi
La scelta di fare un monumento al martire socialista Giuseppe Di Vagno, non mi attrae più, era un obbligo morale, culturale, militante, nel secolo passato. Chiarisco il concetto: la tomba di Di Vagno a Conversano fu fatta da un maestro scalpellino di Castellana Grotte. I fascisti conversanesi non gradirono quella tomba e le parole incise sopra. Pertanto, per anni il fascio locale minacciò la distruzione. Nel dopoguerra, si doveva fare il monumento, non se nei fece niente perchè il PSI era attraversato da diatribe interne con scissioni che esasperavano la convivenza.Poi i socialisti cominciarono a considerare monumento la tomba del martire. Ulteriori tentativi non sortirono una volontà determinata. Per me, il monumento, in questa fase politica è la Fondazione intestata all’onorevole sparato dai fascisti a mola di Bari nel 1921. Oggi la Fondazione ha uno spessore di ricerca, di archivi, di cultura, valori che ben orientati possono essere una testimonianza più duratura della pietra.
Sabino De Nigris