Intervista alla consigliera comunale di “Liberi e Uguali per Conversano” dopo l’approvazione delle variazioni di bilancio
Conversano – Dopo il Consiglio Comunale di mercoledì 28 novembre in cui si è discusso di variazioni di bilancio ritenute dalla stessa opposizione come “il primo segnale dell’impronta politica di questa amministrazione“, abbiamo intervistato Chiara Candela, esponente di “Liberi e Uguali per Conversano” in Consiglio Comunale. Le abbiamo posto alcune domande a cominciare da un primo bilancio, da alcuni temi fondamentali da affrontare con conseguenti risposte da dare e dalla situazione politica in Consiglio e fuori dal Consiglio.
Siamo a cinque mesi dall’inizio della legislatura. Può fare un primo bilancio? Bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto?
Forse è ancora presto per fare un primo bilancio. Si può fare qualche considerazione. Il bicchiere è mezzo pieno perché va considerato il periodo di rodaggio e conoscenza dei problemi che porta via tanto tempo. Ma mi rendo conto che la città non può aspettare e le risposte bisogna darle. Diciamo che il rodaggio è finito. E il Consiglio Comunale del 28 novembre ha cominciato a dare qualche indicazione.
Rispetto a ciò che lei aveva pensato che fosse un impegno da consigliera comunale, come in realtà l’ha trovato?
Il ruolo di consigliere comunale è esaltante e duro allo stesso tempo. Io non riesco a contemplare un impegno di questo tipo in maniera superficiale. Per me essere al servizio della comunità significa consegnarsi ad una dimensione pubblica con qualche inevitabile sacrificio per quella privata. Fare il consigliere comunale è una bella missione.
In molti si chiedono se la vostra coalizione è coesa. Qual è il suo pensiero?
La nostra coalizione è composita. Tende ad affrontare i problemi concreti innanzitutto. Ma a mio avviso non potrà mai abbandonare l’anima che la ispira e la matrice di valori che muove la politica, quella che i luoghi e per le persone.
Durante il Consiglio Comunale in cui si è votato per un ordine del giorno per la cittadinanza onoraria si è notata qualche discrepanza con il voto contrario di un gruppo di maggioranza. Come giudica quel voto?
Come ho già detto, una bruttissima pagina per la nostra comunità. Forse abbiamo fatto qualche errore di valutazione nella gestione tecnica del problema. Ma prevedere un atto simbolico di riconoscimento per esseri umani nati in Italia e che frequentano le scuole con i nostri figli, è il minimo che un Consiglio Comunale avrebbe dovuto fare. Non l’ha fatto ed ognuno ne risponderà alla propria coscienza. Ma non sarà quel voto a fermare il nostro impegno per l’integrazione tra persone ed esseri umani. Noi non rinunciamo o respingiamo lo straniero. Per cultura e per convinzione. Chi lo fa solo perché va di moda dimostra scarsa attenzione alla storia dell’umanità che ha sempre contemplato migrazioni. E non dimentichiamo i nostri nonni e quello che hanno passato. E’ chiaro che il nostro modello non è Salvini e le sue sparate propagandistiche.
L’amministrazione è chiamata a risolvere infiniti problemi. Tra questi l’ennesima ripartenza del PUG. Secondo lei qual è il metodo da utilizzare per un avvio serio dei lavori?
Innanzitutto cominciamo dagli incarichi per redigere finalmente il PUG. Riteniamo che insieme ai progettisti già incaricati, debba esserci qualche figura fresca che possa portare innovazione nel metodo di lavoro e nelle scelte strategiche. Poi può partire il processo partecipativo, elemento essenziale per raggiungere l’obiettivo. Riteniamo che la pianificazione territoriale sia di tutti. A cominciare dal punto di vista dei bambini che, per quanto ci riguarda, vale quanto quello degli addetti ai lavori. Nel PUG non ci sono gerarchie, né politiche né lobbistiche.
L’ex Gil. Inaugurata nell’aprile 2017 è ancora chiusa alla fruizione pubblica. Non le sembra incredibile?
Abbiamo investito l’assessore al Welfare Magistà del problema. E’ impegnato nel dare una risposta immediata alla comunità. Quell’immobile, finanziato perché dovesse essere messo in servizio e dedicato alle disabilità, deve partire con immediatezza. E’ uno dei buchi neri della passata amministrazione che avendola inaugurata l’ha di fatto abbandonata. Una vergogna in cerca di riscatto. E gli uffici non penso abbiano più nulla da rinviare.
Il PIP annonario è fermo al palo da anni. L’amministrazione passata lo adottò in Consiglio Comunale per poi conservarlo nel cassetto per un anno, prima di inviarlo alla sezione Urbanistica della Regione. Cosa bisognerebbe fare dato che le dimensioni dell’area previste dalla vecchia amministrazione raggiungono i 30 ettari?
Trenta ettari sono un’enormità per Conversano anche in rapporto al sud est barese. Tra l’altro mi risulta che anche in sede di verifica in Regione è stato sollevato giustamente il problema. Vanno date risposte agli imprenditori che per davvero vorrebbero insediarsi. Mentre va fatto capire a chi evidentemente pensa di speculare sulle aree così dimensionate che non si può sacrificare il territorio per appetiti che riguardano pochi portatori di interesse. Ma di questo non ne abbiamo parlato in coalizione e lo faremo a breve.
Cosa pensa che l’amministrazione comunale debba fare per il centro storico?
Dico tre cose chiare: redigere un piano del colore e dei materiali da utilizzare, incentivare con forme di finanziamento e sgravi gli artigiani/artisti che scelgono di riempire i locali del nostro centro storico con le proprie creazioni, ripensare alle modalità di circolazione degli autoveicoli sia nel borgo antico che nel Casalnuovo. Tre azioni che cambierebbero pelle al “posto più bello del mondo”.
Ieri mercoledì 28 novembre il Consiglio Comunale ha approvato le variazioni di bilancio. Tutti, anche l’opposizione, hanno sostenuto che si tratta dei primi segnali di un’impronta della nuova amministrazione. Cosa ne pensa?
E’ stata una seduta soddisfacente. Abbiamo inserito tra le opere da fare la ristrutturazione di Piazza Aldo Moro (Piazza Carmine), per la qual cosa Liberi e Uguali per Conversano è impegnata da anni, poi il PUMS (Piano Urbano della Mobilità Sostenibile) , insieme al PEBA (Piano Eliminazione Barriere Architettoniche) che sono strumenti essenziali per ripensare la mobilità complessiva nella nostra città. Inoltre abbiamo impegnato un mutuo, destinato a sistemare la strada di accesso agli impianti di biostabilizzazione in contrada Martucci, per altri e ben più prioritari interventi che riguardano la sistemazione di strade urbane ed extraurbane.
Il provvedimento è passato con il voto favorevole del consigliere D’Alessandro e con l’astensione di Gentile e Abbruzzi. Cosa significa?
Significa che abbiamo cominciato a dare concretezza alle battaglie degli anni passati e che i consiglieri Gentile e D’Alessandro sono stati consequenziali con le battaglie che anche loro hanno sostenuto.
In Liberi e Uguali c’è un dibattito in questi giorni a livello nazionale sul futuro della sinistra. Cosa prevede Liberi e Uguali per Conversano? E cosa ha intenzione di fare per riallacciare i rapporti con la sinistra della nostra città?
Il posizionamento e l’area politica rimangono chiari anche se il dibattito è fin troppo faticoso. Bisogna uscire da queste logiche a livello nazionale e proiettarsi in una dimensione più collaborativa. A Conversano, invece, dopo le elezioni non è ancora successo nulla a sinistra. Il PD non è rappresentato in consiglio ma ciò non toglie che il centrosinistra a Conversano è numeroso e ha solo bisogno di ritrovarsi o, meglio, di cercarsi. Penso che anche noi intraprenderemo iniziative politiche che puntino a mettere insieme più che a dividere. Questo processo può partire perché la città di Conversano ha bisogno di avere una politica forte per far diventare l’amministrazione molto forte.