Com’era prevedibile, cominciano a volare gli stracci. Sorprende come la stagione presente della politica locale sia caratterizzata da un livore e un disprezzo sproporzionati, senza misura. Ci deve essere qualcosa di irrisolto, tra i protagonisti della vicenda; qualcosa di personale, che alimenta lo scontro oltre le regole del normale, anche se aspro e duro, confronto politico. Come spiegare altrimenti alcune dichiarazioni («Il Sindaco si era montato la testa») (vedremo «Loiacono, se ha le (…) di ripresentarsi come candidato») che nulla hanno a che fare con la politica e, almeno nel secondo caso, nemmeno con il buon gusto. Diciamolo chiaramente, alcuni di questi personaggi della politica locale mostrano una volgarità nei toni e nei modi, che la nostra città non merita.
Al tempo del mia lontanissima esperienza amministrativa, nel 1998, mi pare, i miei avversari politici erano gente del calibro di Gianvito Mastroleo (con tutto il rispetto per gli attuali, un’altra categoria) e nulla ha impedito, nonostante un’opposizione durissima, senza sconti, il consolidamento di una stima e di un rispetto reciproco che, al contrario, proprio quell’esperienza ha contribuito a saldare e preservare nel tempo. In positivo, da questo punto di vista, mi hanno invece colpito le dichiarazioni mature di uno dei più giovani tra i consiglieri comunali, Michele Lovascio («Ne usciamo tutti sconfitti»). Segno evidente di una buona scuola. Mi scuso con lui per il tono paternalistico di queste mie considerazioni.
Non c’è dubbio che l’amministrazione fosse ormai fortemente indebolita e con i giorni contati. Ma proprio per questa ragione farla cadere in questo momento è stato, a mio modesto parere, un gravissimo errore. La posizione del Sindaco, infatti, ne è uscita rinforzata come forse mai lo era stata negli ultimi due anni. Era abbastanza facile da prevedere.
Mi hanno deluso, da questo punto di vista, i due candidati sindaci sconfitti nel precedente turno elettorale, Carlo Gungolo e Pasquale Gentile, che avevano l’occasione di presentarsi all’opinione pubblica con quel profilo di autorevolezza che è la condizione minima – come non capirlo – per aspirare alla massima rappresentanza cittadina. Avrebbero potuto, di buon grado, evidenziare la loro forza, numeri e argomenti alla mano; la possibilità di far cadere l’amministrazione in ogni momento e, al tempo stesso, la scelta di tenerla in piedi per qualche mese ancora, un tempo definito, necessario a contenere la condizione di emergenza. Un gesto che la città avrebbe apprezzato. Ne avrebbero guadagnato in consenso, anche agli occhi di chi non li ha votati. Non lo hanno fatto. Dal mio punto di vista, un segno di debolezza.
Se davvero andremo a votare a settembre, mi pare che Pasquale Loiacono sia il candidato più credibile. La città non comprenderebbe scelte diverse e, all’opposizione, non mi pare ci sia un progetto politico unitario che possa avere la forza di presentarsi come alternativo. Chi si limita a contare i numeri del turno precedente, mostra di non conoscere la politica e i conversanesi, che in larghissima parte votano liberi da condizionamenti, soprattutto al secondo turno. Che sia di destra o che sia di sinistra, ogni Sindaco eletto dovrebbe avere diritto a governare per il tempo necessario a mostrare le sue capacità. Gli è stato impedito, ha tutto il diritto – direi persino il dovere – di riprovarci.
Il quadro che si prospetta, se confermato, potrebbe subire qualche variazione per effetto delle scelte del Movimento 5stelle. Se il Movimento confermerà la scelta di andare al confronto da solo, non credo che abbia molte chance di migliorare il risultato, già brillante, del turno precedente. In quell’occasione, solo una legge elettorale sbagliata gli impedì una meritata rappresentanza istituzionale. Se, al contrario, il Movimento scegliesse una strategia delle alleanze, allora qualcosa potrebbe cambiare. I tempi sono stretti, le condizioni difficili.
Ci aspettano, dunque, tre mesi di campagna elettorale. Una calda estate 2020, per discutere del futuro della nostra città, sperando che la pandemia sia superata e che arrivi il tempo della ricostruzione.
Alle donne e agli uomini che vorranno impegnarsi, una preghiera. Risparmiateci lo squallore delle urla e degli insulti. Le elezioni si possono vincere e si possono perdere, chi ha perso oggi potrebbe vincere domani, è già successo tante volte.
La dignità no. Quella, una volta che l’hai persa, è per sempre.