Sta contagiando tutti l’idea del presidente della Fondazione d’Arti
Conversano – E’ sicuramente una suggestione non di poco conto quella del dott. Angelo L’Abbate, presidente della Fondazione d’Arti di Conversano che si occupa essenzialmente del centro storico e del suo rilancio. Con un post su facebook, il presidente ha ricordato a tutti la storia di un’opera importantissima che, secondo la Galleria Nazionale di Venezia dove il Polittico Conversano è conservato, è datata 1475. Continua il dott. L’Abbate, “Il Polittico Conversano dell’artista veneziano Bartolomeo Vivarini rappresenta in alto Gesú Cristo e due angeli, al centro la natività e l’annunciazione con otto figure di santi, in basso è rappresentato Gesú Cristo con i dodici apostoli. Venduta per 1850 lire dalle suore della chiesa di S. Giuseppe ad un commerciante veneziano fu successivamente riacquistata dallo Stato e nel 1884 proposta al comune di Conversano. Purtroppo il comune declinò l’offerta e l’opera venne destinata alla Galleria dell’Accademia di Venezia dove tuttora si trova. Pensierino:e se cercassimo di riportarla a Conversano? a Venezia è una pagliuzza in un grande fienile, per noi avrebbe tutt’altra importanza”.
Non poche le adesioni a questa idea e anche alcune doverose precisazioni come quella del dott. Antonio Fanizzi, storico locale intervenuto nella discussione sui social: “Opera commissionata all’artista muranese, dal canonico conversanese don Antonio “de Charitate“.
Oltre la suggestione che sembra aver contagiato molti, le considerazioni da fare sono tante compreso un piano di lavoro e un cronoprogramma per verificare la fattibilità di un trasferimento dell’opera commissionata da un conversanese e che, forse per la superficialità del Comune di Conversano della fine dell’800 (1884), è stato destinato in altra sede e precisamente alla Galleria dell’Accademia di Venezia. La Fondazione d’Arti si è detta pronta a intraprendere iniziative concrete prendendo i contatti e attivando le necessarie relazioni. Di contro la città dovrebbe saper offrire alcune imprescindibili assicurazioni innanzitutto logistiche. La presenza nel nostro territorio di un’opera di così tanta importanza potrebbe rappresentare un ulteriore tassello nella costruzione di un modello di città che si incanala verso una qualità dell’offerta che si arricchirebbe notevolmente. Quale potrebbe essere la collocazione fisica di un polittico di quel tipo, nel caso si riuscisse a trasferirlo da Venezia a Conversano? E quale l’integrazione di quest’opera nel contesto storico-artistico della nostra città? Sono domande a cui la Fondazione d’Arti dovrà dare una risposta nei prossimi giorni, come precisa il dott. L’Abbate: “Visto anche l’interesse che la proposta sta suscitando, con la Fondazione promuoveremo a breve un tavolo tecnico per stilare un programma di lavoro. In questo caso l’unione tra più soggetti può fare la differenza. A noi il compito di avviare l’iniziativa“.
l’idea è senz’altro buona, purché, ogni tanto, oltre ai morti pensiamo anche ai vivi. Mi spiego meglio. Acquisire opere d’arte in genere e, quelle che hanno a che fare con la nostra Città, è un’idea rispettabilissima, è ovvio, ma anche promuovere e sostenere gli artisti contemporanei locali, in modo da creare un polo di attrazione degno di una “Conversano città d’arte” come si dice che sia Conversano, non sarebbe un’idea malvagia