L’intervento della docente di Storia dell’Arte candidata alle elezioni comunali con Conversano Bene Comune
Conversano – Quando un candidato sindaco sceglie come titolo di uno spot elettorale “Politiche TURISTICHE E CULTURALI” ovvero quando il “turistiche” è anteposto al “culturali”, si comprende immediatamente che ad esprimersi è una visione liberista dove vengono prima le leggi del mercato e dove il senso profondo ed il valore formativo della cultura non sono nemmeno menzionati, in realtà diventa lecito il sospetto, ben più grave, che il primario valore della cultura, quello civico e civile, non siano nemmeno contemplati. Abbiamo levate alte le nostre voci quando nella nostra Villa Comunale un ragazzino ha ferito un compagno, abbiamo provato orrore quando Willy o Paola Gaglione sono stati barbaramente uccisi….Esiste una componente retorica in queste reazioni, perché se davvero si avessero a cuore le giovani generazioni, se davvero si volesse sottrarle all’intorpidimento della mente, del senso di condivisione, ogni governo potenzierebbe al massimo le occasioni, i luoghi, le istituzioni della cultura….La violenza, le mafie, la delinquenza, lo sprezzo dell’altro sono frutto di una società che ha dimenticato la funzione civilizzatrice e tutta antropocentrica della cultura (“Fatti non foste per viver come bruti, ma per seguire virtute e canoscenza”)
E invece, invece ancora una volta si proclama una cultura che faccia puramente da traino al turismo e all’altra “mirabilia” dei nostri tempi: gli EVENTI! Ed infatti nel medesimo spot si enuncia tra i punti forti l’organizzazione dei GRANDI EVENTI, riducendo così la cultura a spettacolo capace di raccogliere folle oceaniche risollevando al contempo l’ECONOMIA (come se l’economia di una città e del suo territorio possa risollevarsi grazie ad un pugno di spettacoli annuali!) Sprovveduti, siamo tutti sprovveduti o non competenti. Anche all’interno di una visione tanto parziale e miope, come può la cultura risollevare l’economia se non diventando sistemica alle scelte economiche, produttive?
I grandi eventi sono importanti, devono trovare spazio, ma sia chiaro non è attraverso di essi che passa la funzione civica della cultura, essi sono spesso destinati a creare un facile consenso e plauso del pubblico, ma perdono ogni valore se non inseriti entro una visione che fa della cultura educazione permanente attraverso la scuola e i Beni Comuni. Ridurla al gran concerto, al grande nome pop, alle sagre sotto il castello (e sul folklore e la sua capacità di riscatto delle classi subalterne sarebbe pure ora di aprire una riflessione alla luce del pensiero Gramsciano!), , ricorda sicuramente i tempi dell’ultimo impero il “panem et circenses”, quanto più il potere si fa monarchico o clientelare, tanto più deve blandire le masse, renderle ebbre, offuscandone la vista.
La cultura si deve respirare quotidianamente, non 5 o 6 volte all’anno, avendo cura del decoro della proprià città di cui ognuno è direttamente responsabile, avendo cura della propria scuola, del proprio banco, del giardino pubblico, tutelando, proteggendo il più debole, il “diverso”. La cultura è formazione, educazione quotidiana e permanente, capace di farsi carico delle periferie culturali e sociali riscattandole e rendendole consapevoli, non attraverso le promesse elettorali, ma attraverso un’azione instancabile in cui la scuola deve sentire accanto a sé il governo locale, capace di farsi portatore di occasioni, spazi, iniziative sistematiche.
Un’ultima osservazione: in uno spot elettorale occorre essere limpidi e precisi, a parlare della Casa d’Artista come di una proposta nuova, si commette plagio, perchè questo era già contenuto in un programma elettorale del 2018, per non parlare poi della proposta di sgravi fiscali a chi porta attività nel Centro Storico: un provvedimento già messo in atto dalla Amministrazione uscente…….Davvero, il potere ci crede tutti allocchi!
Candida De Toma
Buongiorno Professoressa De Toma. Vorrei solo appuntarle che l’idea della Casa degli Artisti e degli sgravi fiscali per il Centro Storico è una idea che affonda le radici molto prima del 2018 e molto prima che l’amministrazione uscente decidesse di avviare un progetto politico.