Il primo intervento in Consiglio Comunale dell’esponente di Quark eletta con Città Nostra.
Le proposte: “Approviamo la Dichiarazione di emergenza climatica e lo Statuto LGBT”
Conversano – Barbara Accardo, 24 anni, è la più giovane consigliera comunale; eletta nella lista Città Nostra si è collocata all’opposizione dell’amministrazione presieduta dal sindaco Lovascio. Componente di LINK ‘il sindacato politico studentesco che da sempre si batte per i diritti degli studenti e le studentesse‘, studia Giurisprudenza presso l’Università di Bari. Martedì 17 novembre ha fatto il suo esordio in Consiglio Comunale con il suo primo intervento che, a molti, è sembrato un vero e proprio manifesto politico introducendo tematiche nuove e originali, frutto del lavoro dell’associazione Quark.
Riportiamo qui l’intervento integrale:
Buon pomeriggio a tutte e tutti.
Innanzitutto vorrei ringraziare tutte le dipendenti e i dipendenti degli uffici comunali, che in questi mesi hanno portato avanti la macchina amministrativa durante l’emergenza sanitaria.
Rivolgo poi i miei più sentiti auguri di buon lavoro al Sindaco, agli assessori, e ai colleghi e alle colleghe consiglieri e consigliere di maggioranza e opposizione.
Sono contenta di essere qui, nel massimo spazio istituzionale della nostra città, in rappresentanza di una fetta della nostra cittadinanza che in qualche modo ha voluto essere promotrice di una proposta politica alternativa, le cui radici, anche in ottica generazionale, affondano in bisogni e necessità per molto tempo rimasti inascoltati e senza risposta.
Una generazione che negli ultimi 10-15 anni ha studiato, si è formata e ha vissuto una Città che evidentemente non offriva tutto quello che le veniva richiesto, e che è stata spesso costretta a cercare spazi e opportunità al di fuori del territorio cittadino.
Una generazione che però non guarda solo a se stessa, ma comprende l’importanza profonda di un confronto costruttivo con tutte le altre, nell’ottica di rendere quelle istanze e quei bisogni collettivi, e rispondervi in maniera altrettanto collettiva, da una prospettiva nuova, immersa nel presente e con lo sguardo al futuro.
E per costruire una prospettiva per il futuro, siamo convinti che sia necessario muovere proprio da quei temi, da quei pilastri che sono alla base del vivere comune, e che infatti, non a caso, stanno occupando lo spazio del dibattito di questa fase storica.
A partire dall’ambiente e dalla sostenibilità dei luoghi che viviamo: questo tempo ci chiede a gran voce una svolta, che deve essere declinata tanto nei comportamenti individuali quanto nel pensare nuovi modelli di sviluppo, di crescita, di sostenibilità, che si allarghino anche in senso extra-cittadino, di rete territoriale partecipata.
I criteri di sostenibilità ambientale attorno a noi sono cambiati e sono aggiornati: per questo abbiamo proposto in campagna elettorale di sottoscrivere la Dichiarazione di Emergenza Climatica, che riteniamo un primo passo necessario in una città che da 30 anni subisce l’incessante e drammatico effetto ambientale, e ad alto impatto sulla salute, della Discarica Martucci e che alcuna amministrazione è ancora riuscita realmente a risolvere; in una città che ha una pista ciclabile e che però continua a essere intasata dal traffico, che è sprovvista di modelli di trasporto pubblico efficienti.
Modelli in cui non solo i cittadini, ma anche le istituzioni e le amministrazioni dei paesi del territorio siano capaci di interloquire, collaborare, gestire in maniera condivisa le risorse, come nel caso del Parco di Costa Ripagnola: sappiamo che Conversano non ha un ruolo istituzionale e giuridico rispetto ad esso, ma ha un dovere morale ed etico.
Bisogna rivedere necessariamente la progettazione urbanistica di alcune aree che non vengono più vissute: penso al centro storico, penso alle periferie e agli spazi che dovrebbero essere restituiti ai ragazzi e ragazze. Ma anche qui il processo non può essere calato dall’alto ma deve essere collettivo. Ormai esistono numerosi modelli di progettazione in co-gestione con tutta la cittadinanza, affinché le riqualificazioni rispondano davvero ai bisogni richiesti. Noi vogliamo, dobbiamo importare anche a Conversano questi modelli.
Di primaria importanza è anche la necessità, e il dovere, di parlare di Cultura e Formazione, e soprattutto della loro accessibilità.
La nostra Città è da decenni, anzi secoli, punto di riferimento per l’istruzione e la formazione nel territorio, eppure non è capace di mettere a disposizione della comunità una biblioteca davvero fruibile, uno spazio di studio, ricerca, e perché no lavoro, costringendo numerose studentesse e numerosi studenti, anche universitari, a spostarsi nei paesi limitrofi vista la mancanza di spazi adatti ad accogliere tutti con orari di apertura e chiusura che davvero consentano uno studio approfondito.
Sono assenti spazi dove i cittadini e le cittadine possano accedere non solo allo studio ma anche alla cultura, non ci sono spazi di produzione, soprattutto, di espressione e creazione artistica, di bassa cultura, di contro cultura se vogliamo, che non si riduca solo ad una mostra.
Ecco, forse è necessario ripensare la Cultura non nell’ottica di una “prestazione” di cui beneficiare, ma nella visione di uno spazio accessibile, in cui poter tanto fruire quanto produrre.
E siamo qui per chiedere uno Statuto LGBT per il Comune di Conversano.
Ieri il Comune di Bari ha dichiarato la propria adesione al DDL ZAN, facciamo di più per quelle categorie i cui diritti non sono ancora riconosciuti: dai gruppi lgbt, alla donna, ai portatori di disabilità.
E a proposito di diritti non riconosciuti e rispettati, questa emergenza sanitaria sta mettendo seriamente in difficoltà tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori delle piccole e grandi imprese, dai piccoli negozi ai ristoranti, i bar.
Tutte le attività commerciali presenti sul nostro territorio devono essere maggiormente supportate ed al fianco di un supporto economico, devono essere posti al centro i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori.
Da una prospettiva che metta al centro il Lavoro, non possiamo non considerare l’altro pilastro che ha maggiormente risentito di questa pandemia, l’istruzione.
Un pilastro che ha visto il diritto allo studio delle tante studentesse e tanti studenti affievolirsi sempre più (se si considera, la condizione ex ante la pandemia di cui ho già parlato), con un disimpegno da parte della Regione nell’implementare i trasporti pubblici per le studentesse e gli studenti pendolari, universitari e non solo, non riuscendo ad evitare gli assembramenti che si sono creati e che hanno portato alla chiusura delle scuole.
Ecco, la questione trasporti, come la mancanza a spazi di studio adeguati, rappresentava un problema esistente già prima della pandemia, ed entrambe richiedono di essere affrontate e risolte nell’immediato.
L’emergenza sanitaria ha reso difficile le condizioni di vita di alcune categorie che abbiamo il diritto di difendere: le vittime di violenza domestica e stalking, i soggetti con disabilità – pensiamo solo agli studenti che non hanno più al loro fianco gli insegnanti di sostegno -, gli immunodepressi.
In questo contesto, l’impegno di tutte e tutti noi nell’attività amministrativa è certo fondamentale affinché si diano risposte concrete ed efficaci alla cittadinanza tutta.
Noi come opposizione siamo disponibili a collaborare, aiutare, valutare e condividere proposte e scelte.
E tuttavia, in quanto rappresentanti e quindi rivestiti della responsabilità di governo, abbiamo l’obbligo di essere lungimiranti e farci trovare pronti a rispondere ad una crisi economica, sociale, psicologica, perchè questo periodo di turbamento non finirà con la crisi sanitaria.
Iniziamo a ricostruire una città meno fratturata, e più unita.
Grazie.