L’intervento di Francesco Sperti su “giovani promesse e vecchie logiche”
Conversano – Evidentemente i risultati delle ultime elezioni cittadine ed i conseguenti insediamenti del consiglio e della giunta comunale sono stati al centro di molte riflessioni.
Unitamente ad alcune considerazioni personali, si ritiene di riportare anche una riflessione piuttosto stimolante di Marco Follini pubblicata qualche tempo fa sulle colonne di un giornale.
Dunque, sono diverse le lezioni che se ne possono trarre ma una sembra essere di particolare significato: “Nel successo di oggi, la delusione di domani”.
Tra la forza ed il successo vi è sempre un confine, a volte difficile da attraversare. Secondo i filosofi, è lo scarto che separa l’immaginazione dagli eventi, il calcolo dai suoi esiti.
Talvolta la forza si prende tutto, altre volte, invece, diventa un paradossale handicap, risvegliando le diffidenze degli antagonisti e svelando la hybris dei protagonisti.
La storia politica italiana e conversanese è piena di mezzi successi che si sono capovolti fino a produrre inattese disfatte. E senza andare troppo indietro nel tempo si può segnalare che le recenti vicissitudini dell’amministrazione Loiacono sono esattamente marcate da questa sproporzione. Quella amministrazione aveva i voti ma difettava di una politica di insieme, è stata sopraffatta da tutto quello che le mancava: la strategia, la visione, la complessità, perdendo il senso di quella vittoria nel 2018, quando poi si è andata a misurare con la realtà.
Questo problema, potrebbe affacciarsi anche nel campo dei vincitori di quest’ultima competizione elettorale, atteso che non vi è stata una vittoria schiacciante sull’altra coalizione andata al ballottaggio.
Tutte le previsioni assegnano per il momento, all’attuale compagine di governo le condizioni più propizie. E però proprio così possono magari indurre a quel rilassamento sproporzionato, a quella confidenza nel proprio destino che facilmente ne rovescia il segno.
L’esperienza insegna che c’è sempre qualcosa di capriccioso nel gioco delle aspettative politiche. E quando sembra che tutti i conti tornino e che il vento abbia preso a soffiare stabilmente dalla propria parte, proprio allora il sentimento dell’opinione pubblica può capovolgersi e decidere così di punire quanti sono stati appena baciati dalla fortuna e dal successo. È più la difficoltà che propizia e più la facilità che inganna.
Ad esempio, vi è stato un episodio in particolare, che ha visto l’intero consiglio comunale completamente tenuto fuori dalla discussione di una questione di grande importanza per Conversano, quale l’ambiente e, nella fattispecie la mancata discussione e condivisione del piano industriale del servizio di raccolta dei rifiuti che sarà oggetto della gara di appalto del servizio stesso. Tuttavia, solo a seguito della presentazione della mozione da parte dei Consiglieri di Minoranza di richiesta di costituzione della Commissione Speciale dell’Ambiente, si è proceduto ad inserirlo all’ordine del giorno II Commissione del 17.12.2020.
Pertanto, le beneauguranti dichiarazioni ed aperture comunicate all’esito del risultato del ballottaggio sono state difatti disattese già nella formazione degli organi e dei ruoli dell’Amministrazione Comunale, con particolare riferimento alla possibilità di riconoscere alla minoranza alcuni ruoli di proposta ma anche di controllo rispetto agli atti ed all’attività amministrativa comunale.
Come ad esempio accadde con l’Amministrazione Judice, nel 2003 quando la maggioranza decise di riconoscere alla minoranza non solo la Presidenza del Consiglio comunale ma anche, la Presidenza delle tre commissioni consigliari permanenti.
Questa amministrazione deve ricordarsi che il suo obiettivo strategico non è quello di dimostrare continuamente a se stessa prima che agli altri la sua autosufficienza quantitativa che ha sciorinato nelle prime sedute consiliari con scelte bulgare, bensì ha il dovere di evidenziare la sua autosufficienza nei contenuti, contenuti di cui, ad onor del vero, si è parlato solo superficialmente in campagna elettorale, e sui quali questa amministrazione, in un momento storico così complesso, si è dimostrata già in ritardo.
Ebbene, se un consiglio si può regalare ai vincitori di questa tornata elettorale è di non fidarsi troppo della propria affermazione, perché, invece è proprio in questi frangenti che le cose tendono a capovolgersi. E non per caso.
La sopravvalutazione della propria forza è quasi sempre la premessa del suo rovesciamento. Un po’ perché conduce verso lidi della presunzione, che in democrazia sono sempre insidiosi. E un po’ perché la contesa politica, per sua natura, tende ad essere indulgente verso chi è in difficoltà e a farsi più severa verso quanti hanno il vento in poppa.
Nel nostro Paese questa severità ha radici antiche, che i nostri padri conoscevano e fronteggiavano con la dovuta accortezza. Mentre, invece, si ha l’impressione che il codice della nostra più recente modernità tenda a sottovalutarne le insidie. Cosa che spiega la breve, a volte brevissima durata dei trionfi e la loro intrinseca fragilità.
Il fatto è che quando si vince, si acquista forza, si guadagna il centro della scena, tutto si fa più impegnativo. È in una nazione dove sventolano così tante bandiere e in lontananza si sente ancora l’eco di tante scuole di pensiero è facile che il successo di oggi contenga già in nuce la delusione di domani, dato che appunto gli elettori provano insieme, e quasi contemporaneamente, il gusto di incoronare i propri leaders ed il gusto di disarcionarli.
Chi come il sottoscritto, proviene da una formazione costruita nei partiti, sa bene che in questo quasi istantaneo passaggio tra gli altari e la polvere e viceversa, c’è tutta l’imprevedibilità tipica della vita democratica. La curiosità di voltare pagina e la tentazione perfida e sottile di rendere precario ogni successo.