L’attuale assessore all’Urbanistica, l’avvocato Vito Cerri, ha conservato tutti gli insegnamenti che la cultura “democristiana” gli ha tramandato: la consapevolezza che tutto si può sistemare e la capacità di rapportarsi con tutti, avversari politici in primis. Sarà stata quella cultura a consentirgli, contrariamente a qualche amico di viaggio più esuberante e amante del conflitto perenne, di continuare un’opera ampiamente avviata dai suoi predecessori e che riguarda:
1) l’ampliamento del PIP annonario (la zona degli opifici che è tagliata da via Cozze);
2) l’abbattimento dei costi del cambio di destinazione d’uso delle soffitte che, così come fu approvato dalla giunta precedente, passerà da € 400 al metro quadro a € 100 al metro quadro. Un provvedimento che risolverà i problemi di tanti cittadini (migliaia).
L’ultimo Consiglio Comunale, all’unanimità, ha approvato i due provvedimenti apportando alcune modifiche di un certo rilievo. Per quanto riguarda l’ampliamento del PIP annonario, rispetto alla bozza presentata i primi di maggio scorso dai progettisti, il Consiglio Comunale ha consentito una superficie di copertura maggiore (il 50%) di quello previsto (il 40%) dell’intera superficie del lotto da assegnare. Si potrà praticamente consumare più territorio. Ma sono stati tutti d’accordo.
Quanto invece al provvedimento sull’abbattimento dei costi per il cambio di destinazione d’uso delle soffitte, la giunta precedente aveva deliberato un abbattimento del 75% dei costi rendendo possibile per i cittadini interessati un’attenzione reale per l’opportunità offerta. Le soffitte, sempre considerate null’altro che “soffitte”, con questa diversa regolamentazione potranno avere il crisma dell’abitabilità e ciò avrà concreti riscontri sia per le donazioni che per le vendite e successioni delle proprietà. Naturalmente, in sede di discussione del PUG (Piano Urbanistico Generale) l’applicazione di questo provvedimento avrà il suo peso in quanto, nelle volumetrie esistenti in città, bisognerà considerare anche questo nuovo “carico urbanistico” al fine di ricavarne numeri congrui e veritieri per la nuova programmazione ed eventuale nuova capacità edificatoria. Accanto a questo provvedimento è spuntato, sempre all’interno del regolamento del piano casa, quello relativo alla monetizzazione dei costi dello standard relativi al parcheggio. Un costo ridotto lievemente ma sul quale si potrà continuare a lavorare per capire se anche in questo caso si potrà ulteriormente ridurre.
I due provvedimenti, rivolti sia alle imprese (PIP annonario) che direttamente ai cittadini (Piano Casa), hanno risvolti economici di una certa portata e dimostrano semplicemente che le favole circa l’inefficienza degli amministratori degli ultimi due anni rimangono tali e non rendono giustizia alla verità che è quella che concretamente si è manifestata durante l’ultimo Consiglio Comunale. Una verità che l’atteggiamento di Vito Cerri ha aiutato a far emergere.
Degno di nota, perché “fortemente e convintamente” voluta dall’amministrazione Loiacono, e confermata da quella Lovascio, è la previsione di un Parco Tecnologico all’interno della zona annonaria. Un parco che ha preso spunto da incontri che durante il primo lockdown di aprile scorso si sono tenuti tra l’allora amministrazione e le associazioni di categoria (sindacati, Confindustria, Confartigianato ecc…) e dalla consapevolezza che nella nostra città operano tante realtà dedite alla ricerca e innovazione. L’aver previsto un parco tecnologico può significare attrarre investimenti da parte di privati e anche da parte pubblica, se solo si pensi alle Università, centri di ricerca, incubatori d’impresa sull’innovazione. Una vera e propria novità che, però, adesso ha bisogno di essere comunicata. Infatti l’ampliamento del PIP annonario, così come dimensionato (circa 15 ettari a fronte della precedente proposta dell’amministrazione Lovascio che ne prevedeva il doppio e che fu eccepita dagli organi regionali), non è uno strumento che può viaggiare da solo. Per renderlo appetibile ha bisogno di una comunicazione degna di questo nome. Lo sviluppo economico della nostra città deve essere ridisegnato sia rispetto alle tipologie di insediamento che rispetto alla rete delle nuove imprese che si sono affacciate nel panorama del territorio. C’è bisogno che l’amministrazione cominci a rapportarsi con determinazione con gli enti pubblici e i privati interessati da un Parco Tecnologico che potrà usufruire di tutto quello che la transizione ecologica e digitale (due punti forti nelle intenzioni del nuovo governo Draghi) potrà riversare in termini di risorse su chi si farà trovare pronto. Tenendo conto che la Città di Conversano, un anno fa, ha partecipato con i comuni di Noicattaro e Rutigliano al progetto della ZES (Zona Economica Speciale) che consentirebbe alle imprese un credito d’imposta interessantissimo.
Non ci sono eroi in questa città, e latita anche la qualità della classe dirigente. Ma, come ho già fatto personalmente quando ci siamo incontrati per il passaggio delle consegne, va riconosciuto all’assessore Vito Cerri di aver introdotto un metodo di lavoro, quello della discussione e condivisione, che dovrebbe diventare la norma. Peccato che la sua scuola democristiana non sia la stessa del sindaco e degli altri assessori. I quali si sono guardati bene dal fare il passaggio delle consegne con chi c’era prima. Sbagliando, perché la continuità amministrativa è un valore. Anche tra chi ha avuto scontri feroci che hanno portato la città a rimanere senza amministrazione in piena pandemia per una congiura tutta interna al palazzo municipale. Così come ha fatto Renzi su scala nazionale.
L’esempio del PIP annonario e del Piano Casa, però, dimostra che volere è potere.
Quest’ultimo da considerarsi come verbo e non come sostantivo.
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