Vaccini per pazienti fragili e oncologici, La Giusta Causa all’assessore Lopalco: “Chieda scusa oppure si dimetta”

L’assessore alla Sanità della Regione definisce “dummies” (stupidi o novellini) chi critica le priorità del piano vaccinale
BariEra stata la dott.ssa Maria Chironna, professore Associato di Igiene presso Università degli Studi di Bari Aldo Moro, a porre il problema delle priorità del piano vaccinale in Puglia: “Vaccinazione anti-Covid19. Perché è giusto dare una chance di protezione a chi è costretto a vivere con la spada di Damocle. I vaccini anti-Covid19 sono un’arma formidabile di prevenzione. Evitano le forme severe di malattia, le ospedalizzazioni e i decessi. Ma non ce ne sono per tutti, non subito. La campagna vaccinale si è preannunciata difficile e lunga sin dall’inizio. Abbiamo visto la luce in fondo al tunnel quando abbiamo avuto la ragionevole certezza, a dicembre, che i vaccini sarebbero arrivati e avrebbero cambiato la storia della più grande pandemia di questo secolo. Ma si è palesato subito il problema dell’approvvigionamento e, pertanto, si è posto il problema di stilare una lista di categorie da vaccinare in ordine di priorità. C’è un Piano strategico nazionale dove sono indicate le categorie di persone che dovrebbero essere sottoposte a vaccinazione. Ma i piani strategici vengono poi declinati ai livelli regionali e le priorità possono cambiare. Sul sito regionale alla sezione Vaccino anti Covid è scritto “I vaccini saranno offerti a tutta la popolazione, secondo un ordine di priorità che tiene conto di diversi fattori: rischio di malattia, tipi di vaccino e disponibilità.”

Finita o quasi la fase I si è cominciato a fatica con la fase II. Sempre sul sito c’è scritto “La seconda fase, invece, coinvolge persone dagli 80 anni in su, operatori scolastici, forze dell’Ordine e forze Armate.” Premesso che è davvero difficile stabilire le priorità quando si è di fronte ad uno scenario devastante come quello causato dalla pandemia, perché non tener conto del principio che bisogna prioritariamente proteggere i più “fragili”? Fragile non è una parola generica. Fragili sono le persone con patologie croniche gravi, i soggetti con tumori, con malattie respiratorie severe, quelle costrette magari a vivere attaccate all’ossigeno, quelle con diabete, con malattie cardiovascolari serie, i trapiantati ed altre ancora. Queste possono essere i nostri genitori, i nostri fratelli, i nostri figli, gli affetti più cari. Quando raccomandiamo la vaccinazione antinfluenzale, oltre agli ultra64enni, è a questi che facciamo riferimento quando la raccomandiamo fortemente. Perché sappiamo cosa può fare un virus influenzale quando colpisce questi soggetti. Per Covid19, è altrettanto chiaro che sono queste persone a poterci rimettere la pelle se colpite dal virus. Allora perché non stilare una priorità nella priorità. Vaccinare coloro che vivono con la spada di Damocle ogni giorno. Che vivono sapendo che può essere come una roulette russa. Che devono scansare continuamente il virus. E alla loro già critica qualità di vita, si aggiunge il costante pericolo di prendersi il Covid19. Si potrebbe obiettare che non ci sono i vaccini giusti a sufficienza per queste persone o che sono tante (650.000 forse in Puglia? Potrei sbagliarmi). Ma i principi fanno la differenza. E cominciare col dare il messaggio che si parte dai più deboli, dai più a rischio, da quelli che non hanno una aspettativa di vita uguale ai sani sarebbe un messaggio di grande civiltà, in un paese che ha perso la bussola e dimenticato, forse, i valori fondanti del nostro vivere in collettività. Aiutare prima i più deboli è segno di grande civiltà.
E sembra che l’assessore alla Sanità Lopalco, con il suo post sui social con tanto di foto e scritta “For Dummers” (per gli stupdi), risponda proprio a quanto aveva asserito la prof.ssa Chironna. Questa la nota dell’assessore: “Quindi proviamo a spiegare una buona volta la ratio del Piano Nazionale di vaccinazione anti-COVI19 (facile) e la sua implementazione (difficile). La ratio del piano è semplice: vacciniamo, in quest’ordine:

1) I luoghi da proteggere per primi, cioè ospedali ed RSA
2) I gruppi di popolazione che hanno un maggior rischio di malattia grave o morte. In ordine: >80 aa, soggetti molto fragili, >70 aa, soggetti fragili via via più giovani
3) I lavoratori che appartengono a servizi essenziali: scuola, forze armate, sistema giudiziario e carceri, informazione, trasporti, ecc.
4) Il resto della popolazione.
Credo che la scala di priorità non faccia una grinza. Ma…. c’è sempre un ma nel Paese degli Uffici Complicazione Affari Semplici.
Arriva il vaccino AstraZeneca, quello – ohibò – di cui l’Unione Europa ha opzionato il più alto numero di dosi, e AIFA pone delle fortissime restrizioni al suo uso: raccomanda di non usarlo in soggetti portatori di patologie e in quelli con più di 55 anni (dopo negoziazione si arriva a 65).
Cosa comporta questa singola geniale mossa dell’agenzia regolatoria? Che il vaccino che nei prossimi mesi sarà maggiormente disponibile in Italia non può essere usato per il gruppo 1) e 2) di priorità. Dobbiamo dunque avviare la vaccinazione del gruppo 3) insieme al gruppo 2). Ecco il paradosso, che molti additano come una infamia ascrivibile alla Regione Puglia, di programmare la vaccinazione di insegnanti, forze dell’ordine, della amministrazione giudiziaria, del mondo dell’informazione o di altri servizi essenziali, senza ancora aver vaccinato anziani, disabili, malati, ecc.
Nel mese di Marzo saranno consegnate 260.000 dosi di vaccini a mRNA (Pfizer + Moderna) che basteranno giuste giuste a vaccinare i pugliesi >80 (con queste dovremmo fare anche le seconde dosi a chi si è vaccinato a febbraio).
Nello stesso periodo saranno consegnate 150.000 dosi di vaccino AstraZeneca. Che faccio? Lo tengo nel frigorifero? No di certo: avvio IN PARALLELO la vaccinazione dl gruppo 3)
Mentre programmiamo la vaccinazione di soggetti fragili e ultra65enni, CONTEMPORANEAMENTE e in base agli arrivi promessi di vaccino AstraZeneca (che ripeto non potremmo usare altrimenti) programmiamo anche la vaccinazione delle categorie di lavoratori nei servizi essenziali.
Mistero risolto. (Lo spero)”.
Ma le polemiche non sono finite qui. Tante le prese di posizione di parenti e pazienti oncologici che hanno reagito con determinazione rispedendo al mittente quelle che hanno considerato vere e proprie offese. Tra queste M.R. che è intervenuta chiedendo al presidente Emiliano una presa di distanza dal suo assessore: “”I dummies non si arrendono. E aspettano anche che il presidente della Regione Michele Emiliano prenda le distanze da questa definizione offensiva. Al contempo, invitiamo l’assessore a visitare i reparti o le abitazioni private in cui i “dummies” e chi si occupa di loro, lottano ogni giorno, con l’aiuto di medici veri, che uniscono alla professionalità anche una profonda umanità“.
Ad intervenire nella vicenda anche l’associazione La Giusta Causa presieduta dall’avv. Michele Laforgia che ha chiesto le scuse di Lopalco o, in caso contrario, le sue dimissioni da assessore: “Le parole dell’assessore regionale alla sanità Pierluigi Lopalco sono inadeguate e inaccettabili. Mentre la campagna vaccinale procede a passi lenti e confusi, l’assessore Lopalco ha pensato bene di maltrattare pubblicamente chi avanza critiche o chiede spiegazioni, definendoli indistintamente ‘dummies’, e cioè idioti o, nella più benevola delle traduzioni, principianti.
Chi ha responsabilità di governo non può permettersi di usare espressioni come queste. Chiediamo che finalmente la campagna vaccinale proceda secondo criteri chiari e ben definiti, dando priorità ai soggetti più deboli. Il prof. Lopalco deve chiedere scusa ai pazienti fragili e dare indicazioni chiare sulle prossime vaccinazioni. Altrimenti, si dimetta“.
Ma l’assessore non sembra voler chiedere né scusa né tanto meno dimettersi: “Se qualcuno si è sentito offeso sono problemi suoi“.
Intanto in Puglia, secondo l’assessore Lopalco, non ci sono le condizioni per seguire il piano vaccinale nazionale e i pazienti fragili ed oncologici non sarebbero una priorità. Nel Lazio, invece, la Regione ha deciso di dare la priorità proprio ai pazienti più fragili. Lazio-Italia.

 

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1 Comment

  1. Ecco perche’ in Italia le cose non funzionano, perche’ vengono messe le persone sbagliate a posti sbagliati.
    Ce ne siamo accorti dal reddito di cittadinanza che l’hanno ottenuto chi non di competenza, e la stessa cosa e’ capitato con i politici , e con i vaccini.