Emanuele Di Carlo, la passione per la chimica e per la ricerca

Continua il viaggio di Oggiconversano tra i conversanesi fuori sede per lavoro

Conversano – Ho chiesto ad  Emanuele, un chimico di Conversano che presta servizio presso il Policlinico Umberto I di Roma, di poterlo intervistare. Avevo già pensato alle domande da fare, spaziando dal  tema del lavoro a quello  delle scelte universitarie; il nostro ospite è andato ben oltre questi argomenti, contaminando  le sue risposte con citazioni di natura filosofica. Come quando,  parlando di ricerca  ha citato cita  la teoria di Markus sull’equilibrio, teoria in cui l’evoluzione di un equilibrio passa per tanti passettini infinitesimali.

Emanuele Di Carlo, laurea in chimica, frequenta la scuola di specializzazione in Patologia e Biochimica Clinica ed è anche assegnista di ricerca in medicina sperimentale con il compito di effettuare ed elaborare dati sullo screening esteso alle malattie genetico-metaboliche neonatali.

La prima domanda che faccio ad Emanuele è sul perché ha scelto di approfondire gli studi scientifici all’università.

Emanuele ci dice :

Inizialmente ero molto combattuto tra materie scientifiche e materie umanistiche, però la chimica mi risultava facile ed ero molto attratto dal mondo delle molecole, infatti al liceo partecipai alle olimpiadi di chimica. Inoltre, la scelta fatta dalla Università di Bari di non far pagare le tasse al primo anno d’iscrizione ha dato un contributo importante alla mia scelta.

Emanuele come si lavora in team?

Lavorare insieme non è facile, però insieme si va lontani perché ognuno dà il suo contributo. Lavorare da soli, invece, fa andare solo veloci.

In questo periodo di cosa ti stai occupando?

Adesso sono in fase di chiusura di alcuni progetti: la pubblicazione di un articolo sul Clinical Chemistry Oxford edition, stiamo sviluppando dei test che servono a diagnosticare il deficit di decarbossilasi degli amminoacidi L-aromatici, un enzima preposto alla sintesi di dopamina e serotonina.

Un altro lavoro che sto seguendo è quello sulla fenilchetonuria; in questo lavoro vogliamo dimostrare il coinvolgimento dei neurotrasmettitori, studio molto interessante perché i pazienti, anche da grandi, hanno crisi con tremori se non seguono una dieta.

Il lavoro toglie qualcosa alla tua vita o adesso hai imparato a gestire gli spazi e l’Emanuele appasionato di musica riesce a convivere con l’Emanuele che lavora?

No, il lavoro inevitabilmente toglie qualcosa ma se penso ai colleghi che in questo momento sono fuori dal mondo lavorativo perché non riescono a realizzarsi come chimici perché hanno poco spazio, mi ritengo molto fortunato. In questo periodo io lavoro dalle 9.00 alle 18.30, poi studio per la scuola di specializzazione e per le ricerche che porto avanti, perché il lavoro di ricerca è in continua evoluzione e deve essere aggiornato cercando di colmare i vuoti con il metodo scientifico. In questo periodo non ci sono grandi scienziati impegnati in grandi progetti di ricerca ma tanti piccoli noi che danno il proprio contributo eseguendo misure e valutando i risultati.

Tanti piccoli noi che insieme lavorano per rendere la vita delle persone migliore. Questo punto di vista, infatti,  dovrebbe essere il punto di partenza in tutte le discipline. Ma purtroppo, molte volte, si deve combattere contro l’ego smisurato di alcuni che antepongono il proprio io al benessere collettivo. Una pratica che non risparmia alcun settore. Grazie Emanuele.

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