Presentata questa mattina dagli Assessori regionali Massimo Bray, Rosa Barone e Sebastiano Leo, la strategia regionale per il contrasto alle povertà educative per la Puglia
Bari – Si tratta di un documento (le slides sono allegate a questo articolo) strategico quasi unico nel panorama della programmazione regionale in Italia, se si considera lo sforzo di integrare investimenti e servizi nel settore dell’istruzione con quelli nel settore della cultura e con quelli del welfare regionale.
Innovativo l’approccio che ha richiesto al gruppo interregionale coordinato da Titti De Simone di declinare priorità di intervento, obiettivi operativi e schede di dettaglio per i singoli interventi, avendo cura di affiancare gli investimenti infrastrutturali con gli investimenti immateriali per estendere i servizi e per accrescerne la qualità.
D’altra parte i principali indicatori della povertà educativa vedono la Puglia indietro rispetto alla media nazionale non solo per la dispersione scolastica (17,9%) o per l’insufficienza della rete degli asili nido (20,8%) o ancora per alunni senza mensa (74,1%) e classi di scuola primaria senza tempo pieno (82,9%), ma anche rispetto a minori che non hanno mai letto libri (59,9% vs 52% media naz.) e non hanno mai frequentato un museo (69,6% vs 55,1% media naz.).
E quindi quasi 650 milioni di euro sono previsti per il piano straordinario per gli asili nido, per la costruzione di nuovi poli per l’infanzia e per l’edilizia scolastica per l’adeguamento degli istituti scolastici esistenti, ma accanto ad essi sono quasi 750 milioni di euro gli investimenti per i servizi: il prolungamento del tempo scuola e l’estensione delle classi di scuola per l’infanzia e di scuola primaria con il tempo pieno, con il servizio mensa e con i servizi di trasporto integrativi, e ancora per sostenere la gestione dei nidi comunali e per sostenere la domanda delle famiglie dei servizi nido privati e dei centri socioeducativi, i servizi per il tempo libero, i servizi per il periodo estivo.
Numerose le azioni innovative già previste tra cui spiccano: la scuola in ospedale, per ricostruire un ambiente adeguato all’attività didattica nei reparti pediatrici di lungodegenza; la domotica sociale nelle aule, per sostenere il processo di apprendimento degli alunni con disabilita e con BES (bisogni educativi speciali); spazi adeguati e attrezzati nelle scuole per attività extracurricolari e percorsi esponenziali per i ragazzi (laboratori musicali, accesso digitale ai contenuti culturali, orti sociali, …); integrazione tra scuola, servizi socioeducativi e luoghi di cultura per favorire l’accesso dei bambini ai contenuti culturali di community library, musei locali e regionali, parchi archeologici.
Una strategia davvero innovativa che guarda anche alla nuova economia sociale e culturale che in termini di sviluppo di servizi può generare nuovi posti di lavoro, domandare nuove figure professionali, richiedere nuove opportunità di collaborazione tra enti locali ed enti del terzo settore.
Nelle prossime settimane la strategia regionale sarà tradotta in schede progettuali per vincolare le risorse del Recovery Fund (per l’edilizia scolastica, il piano straordinario nidi, il rafforzamento del tempo pieno) ma anche per cominciare a preparare l’utilizzo delle nuove risorse FESR e FSE del ciclo 2021-27 e di tutti i fondi ordinari statali e regionali.
Fondamentale sarà, non da ultimo, mettere in rete e a sistema gli interventi strutturali della strategia regionale con le tante iniziative innovative e sperimentali che negli ultimi anni sono stati realizzati o avviati con i finanziamenti del Fondo per le Povertà educative di Fondazione con Il Sud e del’Impresa sociale Con i Bambini.