I fiori sono quelle creature stupende che rubano al cielo il sorriso di Dio e lo conservano dentro di sé. (Mark Twain, Diario di Eva)

La primavera è ormai prossima. L’attendiamo tutti quest’anno in modo particolare, perché c’è una voglia spasmodica di rinascere e di fiorire a nuova vita normale. E nella normalità vorremmo senza dubbio tornare a vivere liberamente all’aria aperta.

La natura, quando ce ne priviamo, fa sentire la sua mancanza. Sì perché noi viviamo in un paradiso terrestre affatto perduto, anche se talvolta facciamo di tutto per degradarlo.

Lo scrittore statunitense Mark Twain ha scritto un bel racconto – “Il diario di Eva” – in cui, grazie alla potenza narrativa della letteratura, immagina la vita dei primi due uomini biblicamente presenti sulla terra, Adamo ed Eva, vista dalla parte di lei.

Eva è una sognatrice, ogni giorno fa una scoperta, e cerca di dare i nomi alle cose nuove che osserva. In più, è follemente innamorata di Adamo, il quale sembra non darle molta retta. Ad Eva piacciono molto i fiori, che associa al multiforme sorriso di Dio riprodotto in terra, mentre Adamo è interessato a cose più dozzinali come i meloni.

Il finale del racconto è però sorprendente, di quelli che solo i grandi autori sanno scrivere. Eva, che continua ad essere innamorata di Adamo, fa una preghiera a Dio, chiedendogli di morire prima di lui, perché Adamo potrebbe vivere senza di lei, ma non il contrario.

E così avviene. Eva muore prima di Adamo. Il finale del racconto è il seguente:

“Sulla tomba di Eva:

‘Ovunque fosse lei, quello era l’Eden’

Adamo”.

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