Abruzzi, Moramarco, Berardi, Sportelli e Di Vagno si astengono. Abruzzi parla di perdita di tempo, il sindaco vota a favore
Conversano – L’ashtag #DdlZan è ormai uno status, un’affermazione di civiltà, una presa di posizione politica e sociale, la richiesta accorata di singoli cittadini e cittadine, gruppi, organizzazioni, palchi e piazze, per l’introduzione nel nostro ordinamento di misure di contrasto alle discriminazioni e alle violenze fondate sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità della vittima. Non si parla di un disegno di legge sulle minoranze ma contro i crimini di odio, si parla di una legge di civiltà che, purtroppo, non può considerarsi superflua in Italia, bensì urgente e necessaria.
Sì, perché un disegno di legge bisogna conoscerlo per parlarne, e il disegno di legge Zan (ALLEGATO IN FONDO A QUESTO ARTICOLO) non è uno slogan tira-like, il ddl Zan intende tutelare i diritti di molte categorie di persone. Persone, appunto, e quando si parla di tutela dei diritti delle persone l’urgenza è implicita. Accade invece che l’iter parlamentare di questo disegno di legge (di cui un paese civile non dovrebbe nemmeno avere bisogno) viene ostacolato da mesi in ogni modo e con ogni pretesto possibile da esponenti politici di centrodestra, che non fanno nulla per evitare di usare un linguaggio omofobo, razzista, violento e discriminante in tutti i contesti in cui si trovano, nelle istituzioni così come in piazza o in osteria.
Ed ecco che la società civile deve alzare la voce per sopperire al silenzio e all’inattivismo istituzionale: gli appelli di molti artisti; la mobilitazione in piazza a Milano l’8 maggio e in molte altre città il prossimo 15 maggio; moltissime iniziative social; la discussione in molti consigli comunali e regionali per sollecitare la calendarizzazione dei lavori in commissione al Senato, per concludere l’iter del ddl già approvato alla Camera nei mesi scorsi.
Il testo di legge è il risultato dell’unificazione di più proposte di legge di iniziativa parlamentare presentate da deputate e deputati di diversi gruppi politici da molti anni: la prima proposta di legge (Vendola) risale addirittura al 1996…. i tempi sono decisamente maturi per l’approvazione di questa legge, che rispetto al passato prevede una tutela estesa anche al sesso, al genere e alla disabilità. È tempo che la disciplina italiana contro i crimini d’odio preveda (nella prima parte del ddl Zan) l’estensione di una tutela penale rafforzata (attualmente riferita alle sole discriminazioni per razza, etnia, nazionalità e religione) ai profili identitari del sesso, del genere, dell’orientamento sessuale, dell’identità di genere e della disabilità. La seconda parte del disegno di legge contiene invece disposizioni di natura propositiva, finalizzate a perseguire il fine della prevenzione dei fenomeni di violenza e discriminazione mediante azioni istituzionali, interventi educativi e attività di promozione sociale e culturale.
Stamattina anche il Consiglio comunale di Conversano, su iniziativa dei 6 consiglieri comunali di minoranza e di tutti i gruppi politici di centro-sinistra, ha potuto discutere un ordine del giorno a sostegno del disegno di legge Zan: lo stesso è stato votato e approvato a maggioranza, vista l’assenza del consigliere Damiani e l’astensione dei consiglieri di maggioranza Abruzzi, Moramarco, Berardi, Sportelli e DiVagno. Ha lasciato perplessi molti cittadini, che ascoltavano il dibattito consiliare, la necessità di alcuni consiglieri di maggioranza di considerare il tema posto dal ddl Zan solo una “questione di coscienza” o una “battaglia di civiltà”, anziché dargli la dignità di un tema “politico” (Mario Loiacono e Sebastiano Cascella) quale effettivamente è, visto che la Costituzione assegna il potere legislativo al Parlamento, cioè alle 2 Camere, e quindi ai rappresentanti politici eletti dal popolo. E’ sembrato fuori dalla storia il pensiero espresso dal sindaco, secondo cui un società civile non lascia indietro nessuno se cresce culturalmente, al contrario di quanto avvenuto in alcuni “regimi totalitari comunisti” del passato, dimenticando quanta responsabilità in tema di repressione e discriminazione violenta ha avuto il fascismo, che è a pieno titolo parte della sua formazione politica. Deludente come al solito quando si parla di diritti delle persone, e delle persone più vulnerabili in particolare, la posizione del consigliere Abruzzi (ne aveva dato ampia dimostrazione nel 2018, quando aveva letteralmente inveito contro chi proponeva al consiglio comunale il riconoscimento della cittadinanza onoraria ai minori stranieri nati in Italia), che non ha evitato di mandare un messaggio alla stessa maggioranza di cui fa parte insieme agli altri astenuti: con l’esempio dei vaccini rallentati per un centro vaccinale operativo solo saltuariamente, ha fatto sapere di poter condizionare le decisioni.