L’educatore deve avere il cuore del poeta e la mente dello scienziato. (Maria Montessori)

Il nuovo anno scolastico in Puglia inizia ufficialmente il 20 settembre. In realtà molti istituti sono già partiti in virtù dell’elasticità consentita dall’autonomia scolastica. Finalmente si torna in presenza, pur tra mille timori e difficoltà, quali i doppi turni o gli ingressi scaglionati.

Ciò che si vuole assolutamente evitare è la didattica a distanza, l’ormai famigerata DAD.

È la grande rivincita del fattore umano. Si è scoperto infatti quanto importante sia la presenza fisica, la socializzazione, gli ammiccamenti, gli scherzi, le complicità, insomma tutto quello che fa della vita in classe un periodo che rimane in tutti infisso nella memoria come trai più belli.

Ecco perché l’insegnante, che è una sorta di direttore d’orchestra, deve pensare prima di tutto a trasferire passione verso la propria disciplina, senza mai trascurare gli aspetti relativi alla formazione della persona. Poi vengono i programmi, le strategie, le tecniche didattiche, le tecnologie, le griglie di valutazione, con indicatori e descrittori. Nella speranza recondita – negli ultimi tempi disattesa – che la burocrazia non prenda il sopravvento.

Ecco perché una delle più grandi pedagogiste di tutti i tempi, Maria Montessori, mette innanzitutto il cuore e la poesia, prima ancora della mente e dell’approccio scientifico, quali cose indispensabili per il successo formativo. La motivazione parte sempre dalle cose che si amano. Se un insegnante non ama la propria disciplina e il proprio mestiere – e ahinoi ve ne sono – gli alunni se ne accorgono subito.

E a proposito delle nuove tecnologie, esse devono essere considerate sempre uno strumento, mai il motivo che in sé consente di raggiungere i risultati.

Lo scrivente nella sua tesi di laurea in Intelligenza Artificiale, uno dei momenti più alti del suo processo formativo, pur avvicinandosi a tecniche sofisticate e interessantissime di simulazione dell’intelligenza umana, arrivò alla conclusione che mai si deve lasciare alle macchine ciò che è prerogativa esclusiva dell’uomo.

L’insegnamento infine, si sappia che è sempre un processo creativo e mai ripetitivo. In questo senso è da intendere la seguente frase di Gregory Batenson:

“Il mestiere dell’insegnante è molto più simile a quello dell’artista che a quello dello scienziato”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *