Il cardinale Carlo Maria Martini, durante il suo lungo e memorabile mandato pastorale nella diocesi di Milano, ebbe l’idea di creare la Cattedra dei non credenti, che diventò per un lungo periodo un prolifico momento di incontro e di confronto con chi non professava la religione cattolica.
Nella lettera che inviò a Repubblica al termine dei dodici anni di quella bella esperienza, scrisse le parole su citate che mettono in evidenza come tutti, indistintamente, nella nostra vita, dobbiamo confrontarci prima o poi con alcune questioni di fondamentale importanza allorquando pensiamo all’essenza dell’esistenza.
E la prima di essa è lo stupore della nascita. La lingua italiana, nella sua grande ricchezza, dà alla parola “natale” sia un significato religioso, relativo alla nascita di Gesù, sia un significato laico di nascita in generale. Pertanto lo stupore su citato è comune a tutti gli uomini perché la nascita perpetua il mistero della creazione, a prescindere dal fatto che si stia parlando del Figlio di Dio o del figlio di una coppia di genitori
Di converso, un altro interrogativo che investe la nostra esistenza è la morte, con il suo carico di solitudine e di mistero.
Per non rovinare il clima natalizio, che è da sempre legato alla gioia della venuta al mondo di Cristo, preferisco toccare il secondo aspetto attraverso le seguenti speranzose parole di un altro grande padre spirituale, David Maria Turoldo:
“…conta solo che siamo eterni,
che dureremo, che sopravviveremo.
Non so come, non so dove, ma tutto
perdurerà…”
P.S.
Un caloroso augurio di Buon Natale a tutte/i!