I proprietari dell’opera di Artemisia Gentileschi rompono il silenzio: “L’esportazione effettuata secondo le norme vigenti”

Michele Forte e Domenico Iannuzziello con una nota escludono che sia avvenuto furto o trafugazione o illecita esportazione

Conversano – Dalla residenza del castello di Marchione, tra Conversano e Putignano,  gli eredi legittimi della tela “Caritas Romana” di Artemisia Gentileschi, con una nota danno la propria versione dei fatti circa il ritrovamento della stessa tela a Vienna, con conseguente sequestro e rientro in Italia. Due giorni fa l’annuncio da parte del nucleo di tutela del patrimonio culturale di Bari e l’accusa ai due proprietari della tela che avrebbero esportato illecitamente l’opera. Tesi che Michele Forte e Domenico Iannuzziello  respingono:  “L’esportazione del dipinto è stata effettuata osservando scrupolosamente tutte le norme vigenti in materia. In particolare, è stata richiesta ed ottenuta, dai preposti uffici facenti capo al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, l’attestazione di libera circolazione dell’opera, previa dichiarazione, in buona fede, di tutti i dati obbligatori richiesti dalla procedura, avvalendosi della consulenza di esperti del settore. Essi, inoltre, precisano che il quadro non è stato mai esposto presso il Castello di Marchione. Tanto premesso, escludono categoricamente che siano avvenuti furto e/o trafugazione e/o illecita esportazione dell’opera“.
L’episodio, che ha avuto un’eco sulla stampa nazionale ed internazionale, è destinato ad attirare ancora l’attenzione di esperti ed amatori d’arte a prescindere dall’aspetto giudiziario. Che non ha solo l’eventuale risvolto penale ma anche quello amministrativo dato che è ancora aperta la partita presso il Tar Lazio per il ricorso dei proprietari, presentato nel luglio 2020, contro l’annullamento in autotutela da parte del Ministero della Cultura dell’attestato di libera circolazione dell’opera.
Le valutazioni sul valore e pregio della stessa opera di Artemisia Gentileschi rappresentano, inoltre, un’altra faccia della medaglia tra chi sostiene che si tratta di un’opera di valore assoluto e chi, invece, ne ridimensiona la portata. Anche su questo c’è discordanza e sicuramente sarà uno dei motivi alla base delle valutazioni che saranno fatte sia in ambito amministrativo che penale.

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