Le foto sono eloquenti, uomini donne e bambini avvolti dalle nebbie causate dai fumi delle braci che si levano dolcemente come in una qualsiasi giornata uggiosa e autunnale, quando il sole tramonta subito dopo le quattro del pomeriggio e le città si immergono nel più assoluto mistero. Ma, poi, la nebbia si dirada e tutti tornano a chiedersi se queste parentesi surreali dove la festa, e soprattutto gli inchini, colorano gli animi dei buoni e cattivi sono veramente esistite o frutto di sogni perversi.
E’ tutto vero e anche la sbandata per la candidatura a capitale della cultura non è riuscita ad evitare il ritorno del marchio di fabbrica di “Tavolata a Corte”, vero emblema e simbolo di questi ultimi anni. Gli sforzi fatti dall’amministrazione comunale di allontanare da se lo spettro di città mangereccia e vacanziera, non è durato che pochi mesi. L’illusione che con la candidatura a capitale della cultura 2024 si potesse cambiare registro ha generato la reazione di chi è passato all’incasso delle promesse elettorali. Per cui il comitato promotore di Conversano Capitale della Cultura è letteralmente sparito, insieme ai promotori più illuminati, e non se ne conosce il destino o la stessa esistenza. E’ sparito anche lo sforzo di chi, con la festa delle ciliegie e l’arrivo degli chef stellati, aveva ipotizzato un nuovo modello fatto di promozione territoriale che non prevedeva porchette e “caciocavallo impiccato” ai piedi del castello. Spazzato via anche questo. Cosa ne rimane della promessa della svolta? Ne restano i segni di natura economica dovuti alle centinaia di migliaia di euro investiti in eventi dei quali, comunque, alcuni continuano a presentare un potenziale tutto da scoprire e verificare nel tempo.
“Notti della contea“, per esempio, è uno di quegli eventi che sicuramente ha margini di crescita notevoli trattandosi di rievocazione storica dietro la quale si intravede comunque un lavoro di un gruppo che sicuramente potrà migliorare le performance di natura “storico-scientifica” ma, almeno, possiede un’idea.
Qual è la novità, quindi, di questi giorni e del ritorno imperioso della tavolata? C’è una certezza: l’amministrazione comunale non è unita nel sostenere il ritorno di questo tipo di manifestazioni. Sia nella giunta che nella compagine amministrativa di maggioranza c’è chi storce il naso perché non ritiene questa la strada giusta. Accontentare tutti costa tanto denaro, si parla di cifre da capogiro e che non potranno ripetersi nei prossimi anni, e non porta in una direzione ben definita. Questo ormai lo sanno tutti, anche coloro che sono costretti a bere il calice amaro delle promesse elettorali. L’aver intrapreso contemporaneamente la strada di Conversano capitale della cultura e l’essere tornati alle braci, ha reso strabica la città. Chi siamo? Cosa vogliamo e, soprattutto, quale strada vogliamo percorrere? Domande alle quali rispondere è diventata un’impresa.
Un’ultima annotazione. In questi giorni a Conversano si è sviluppato un dibattito acceso tra gli organizzatori di una serie di concerti a Castiglione (associazione Contempo) da una parte e associazioni ambientaliste e singoli cittadini dall’altra. I secondi ne contestavano lo svolgimento scrivendo a Soprintendenza, amministrazione comunale e così via. Hanno avuto la meglio i secondi che sostenevano la tesi della salvaguardia di un sito vincolato quale Castiglione, dove non sono consentite questo tipo di manifestazioni. Tutti si sarebbero aspettati la stessa reazione per Tavolata a Corte, manifestazione che si tiene ai piedi del castello degli Acquaviva d’Aragona, naturalmente vincolato anch’esso. Non si è levata una sola voce; anche i contestatori e gli ambientalisti preparati hanno diritto alle ferie. E se le sono prese tutti in questa settimana. In fondo hanno ragione: è la settimana di ferragosto.