Aperto il dibattito sulla rassegna “Tavolata a Corte” dopo l’editoriale del nostro direttore. L’intervento di Paolo Perfido per il Fai, gruppo del sud est barese
Alla c. a. del Direttore di OggiConversano.it,
CASTELLO VS PORCHETTA
In merito al dibattito che si è aperto su alcuni social riguardo la manifestazione culinaria “Tavolata a corte“, sarebbe opportuno fare qualche riflessione di carattere generale anche a commento di alcune opinioni espresse su questa stessa testata dal suo Direttore pubblicate in data 21 agosto.
Pur condividendo pienamente le perplessità espresse su “Tavolata a Corte” dall’Autore, mi preme però esprimere brevemente anche una cordiale e amichevole polemica sulla chiosa finale contenuta nell’articolo in cui si accusa, a mio avviso in maniera del tutto arbitraria, il presunto silenzio da parte delle Associazioni culturali e ambientaliste riguardo questo evento a differenza di quanto avvenuto con la netta presa di distanza dal concerto che si sarebbe dovuto tenere presso la Torre di Castiglione. A parte le palesi differenze tra le due iniziative, le stesse perplessità potrebbero essere espresse dalle Associazioni sul silenzio sull’opportunità di svolgere un concerto di musica elettronica in una riserva naturale e sull’impatto che avrebbe potuto avere una installazione consistente in dodici lastre di ferro di non so quale dimensione e peso collocate all’interno della dolina carsica del lago.
Ma fermiamo qui una inutile disquisizione su chi deve intervenire su cosa e torniamo al tema iniziale e alle questioni aperte dal Direttore che ci offrono notevoli spunti di riflessione molto stimolanti. Primo fra tutti su cosa si intenda con il termine Cultura nella nostra Città e se questo non venga spesso confuso con Evento. I due termini, va da sé, esprimono concetti diversi e non sempre l’uno coincide con l’altro. È il caso della manifestazione “Tavolata a Corte” dove di culturale non c’è assolutamente nulla se non un tentativo, a mio parere molto mal riuscito, di legare un evento, il cui solo scopo è di natura mangereccia, a un luogo di grande valore storico come il castello di Conversano. Tralascio dall’esprimere un giudizio sui gazebo con le frangette che dovrebbero richiamare presunte tende di un accampamento medievale (almeno credo).
Però, non ritengo che queste manifestazioni non vadano fatte o demonizzate, anzi, le trovo un formidabile richiamo per un pubblico in cerca di passare una serata diversa e piacevole. Quello su cui mi interrogo, e rivolgo la domanda all’Amministrazione e agli Organizzatori, è se non sia possibile conciliare i contenuti con i luoghi. È ammissibile concepire una invasione di bancarelle da cui si sprigionano nuvole di fumo e di odori di arrosto e frittura che, paradossalmente, fa scomparire uno dei monumenti di cui ogni conversanese dovrebbe andare orgoglioso, vale a dire il Castello,? Io ritengo di no e mi pare che la pensino in questo modo anche tanti concittadini, a quanto pare.
Allora, per cercare di essere propositivi, chiedo se non sia possibile rivedere gli obiettivi culturali di questa Amministrazione, che pure ha i suoi meriti e le sue ambizioni, vedi la candidatura a Capitale della Cultura, come richiamato dallo stesso Rotunno nel suo articolo, in cui si auspicava un salto di qualità nell’offerta culturale. Un evento come quello che si è svolto in questi giorni non offre un buon servizio alla città, al contrario di quanto si possa credere. Sarebbe stato molto meglio se fosse stato pensato in maniera meno invasiva e più diffuso nel tessuto urbano. Questo avrebbe creato un impatto decisamente minore e più sostenibile distribuendo il gran numero di visitatori senza convogliarlo e ammassarlo in una zona limitata con l’effetto di non riuscire a spostarsi agevolmente neanche tra una bancarella e l’altra. E anche l’effetto dei fumi e degli odori sarebbe stato senz’altro meno invasivo per le nostre narici.
Inoltre, se proprio vogliamo dare una svolta con ricadute anche culturali a questa tipologia di iniziative non si potrebbe prevedere, in concomitanza con esse, la visita a monumenti e musei legandoli, ad esempio, all’acquisto di prodotti gastronomici locali e di qualità? A tal proposito penso a quante realtà produttive, anche piccole, sono diffuse sul nostro territorio che potrebbero costituire una rete di eccellenze. Compri due litri di olio bio di una azienda locale e hai diritto ad un ingresso alla galleria del Finoglio con una guida che ti sta aspettando. Questo significa creare un brand, come si usa dire oggi; significa legare il nome di Conversano alla cultura e alla qualità. E scusate se è poco.
A volte fa capolino una pericolosa convinzione che vuole la gente solo avvezza a divertirsi, a mangiare e che non vuole pensare a nulla. Non c’è niente di più falso! La gente vuole sì divertirsi, ma questo non esclude che anche una visita guidata ben fatta di un monumento, di un museo, di una mostra è divertimento. Divertimento dello spirito che ci rende tutti migliori.
Riuscire a far convivere manifestazioni culinarie, se pur ripensate nei modi e nei luoghi, con momenti di approfondimento culturale, non significa né appesantire i primi né banalizzare i secondi, ma applicare proficuamente quel concetto di “contaminazione” in cui modelli e interessi diversi si compenetrano e si arricchiscono reciprocamente.
Nei weekend di Agosto e fino a metà settembre, il FAI (Fondo per l’Ambiente Italiano) ha organizzato visite guidate alla Torre Poligonale che finora ha visto la presenza di numerosissimi visitatori attenti e a volte anche sbalorditi da quello che è racchiuso in questo scrigno di architettura fortificata rinascimentale, pochissimo conosciuto anche dagli addetti ai lavori. Gli unici appuntamenti saltati sono stati quelli in coincidenza con le serate di “Tavolata a corte“. Una musica assordante, un palco che nascondeva alla vista buona parte della torre, una teoria di cassonetti lungo le pareti e un furgoncino che ne occludeva l’ingresso, hanno impedito lo svolgimento delle visite. Praticamente la battaglia tra Cultura e Porchetta è stata vinta da quest’ultima con un sonoro cappotto. Speriamo tutti che ci verrà concessa la rivincita.
Paolo Perfido (Fai – gruppo del Sud Est barese)
Scusatemi, si discutere di tavolata a corte e si ignora quanto accaduto pochi giorni fa sul/nel sito di Castiglione? Si fa finta di non vedere le chianche perforate in zone del centro storico per una “MostrO fotografico” e si fa finta di non vedere lo scempio delle periferie e stiamo qui a discutere una manifestazione culinaria? I conti non mi tornano tanto, se da un lato il FAI prende le distanze da quanto avvenuto su Castiglione e dall’altro apre una discussione, legittima, sulla porchetta in salsa conversanese, questo mi da tanto di ipocrisia e poca partecipazione alla vita politica e distante da discorsi di etica e cultura, quest’ultimo termine molto bistrattato e facente parte di uso e consumo di chi, con spocchiosita’ ed arroganza se ne abroga l’uso (specie a sinistra). Signori chiedo ancora venia, ma Conversano non è più un paese di cultura, e resterà tale fino a quando non sarà data la giusta collocazione alla vastità di argomentazioni che comprende la cultura, e, in tutta franchezza, dopo 2 anni di oblio/covid io gradirei un po più di freschezza nelle cose, anche in salsa “notti della contea” e “tavolata a corte”, soprattutto perché, visivamente mi danno un senso di vitalità e non arrecano danni strutturali e ambientali. Ma queste sono solo opinioni personali, a chi tace su questioni più importanti lascio le discussioni di sorta in veste di saccente di turno e soprattutto il compito di presentarsi alle prossime elezioni amministrative.
Ps: evito la discussione sui finanziamenti in merito delle manifestazioni, perché non vorrei rispolverare conti arretrati (a sei zeri) di concerti che fanno parte dei ricordi di anni migliori. Nel frattempo la nostra città resta semi nascosta nelle sue vere arti e forme di cultura.