E’ solo bellezza che può far generare altra bellezza. Bellezza nelle cose materiali, attraverso le forme e i colori, di cui si è nutrita l’arte figurativa e l’architettura, ma anche bellezza nelle cose immateriali, attraverso gli scritti e i suoni, di cui si è alimentata l’arte letteraria-filosofica e musicale.
Bellezza nelle persone, non certo quella esteriore, affannosamente ricercata, artefatta, esposta e divulgata senza alcun pudore attraverso selfie e social, ma quella, autentica, unica ed inestimabile, interiore e spirituale, di animi capaci di sorprendere attraverso i loro comportamenti.
Il concetto di bellezza, inevitabilmente, ha affascinato in passato gran parte dei filosofi, ma anche scrittori come il russo Fedor Dostoevskij, il quale nell’”Idiota” fa pronunciare al protagonista, accostato, per la sua integrità morale, alla figura di Gesù Cristo: “La bellezza salverà il mondo”.
E lo stesso Cardinale Carlo Maria Martini, nella Lettera Pastorale 1999-2000, in tema di bellezza si domandava: “Quale bellezza salverà il mondo ?”, sapendo già che non poteva trattarsi, certo, della bellezza seducente, ma della bellezza dell’amore.
Questa è una verità.
Piuttosto, ognuno di noi ha un concetto di bellezza che fonda le radici nella propria storia di formazione culturale, sociale, politica e anche religiosa.
Da qui la frammentazione dell’idea di bellezza, che se pur naturale nel percorso del genere umano, deve poter tornare ad una sua declinazione universale.
E questa è un’altra verità.
Infatti, ciò che può risultare bello per una parte della comunità, oltre che consentito per una Sovrintendenza dei beni culturali o per un Ufficio Comunale, come la recente realizzazione di “incapsulamento” di una antenna di telefonia mobile in Via Pallonetto a Conversano, nella soluzione di un finto camino, purché “tinteggiato di colore neutro di tonalità grigio-celeste”, non è detto che lo sia per altra parte della comunità -la maggior parte-.
Tralascio le mie riflessioni sull’inciso dei provvedimenti autorizzativi della Pubblica Amministrazione, “fatti salvi interessi di terzi”, laddove il terzo potrei essere io ovvero anche voi con un interesse preciso, quello di non vedere la mia città deturpata e offesa da un’opera, né bella, né necessaria.
E aggiungo, il mio interesse è quello di non vedere il mio territorio ferito dalle alterazioni prodotte dalle estirpazioni di ulivi che lasciano posto alle viti.
A questo punto sarebbe interessante conoscere l’idea di bellezza che hanno i funzionari pubblici, istituzionalmente dotati di specifiche competenze e responsabilità.
E ulteriori considerazioni, a proposito di bellezza, potremmo formulare anche su alcuni eventi che recentemente sono stati programmati nella nostra Città, quale la rassegna musicale “Contempo” presso il sito Torre di Castiglione o l’occasione enogastronomica “Tavolata a Corte” presso la Torre Dodecagonale.
I privati, singolarmente, possono fare ben poco, collettivamente molto di più, attraverso le azioni che solo un gruppo può esprimere, da qui la grande responsabilità di associazioni, fondazioni, comitati ed anche partiti, in questi ultimi decenni decisamente assopiti, ai quali è demandata la vera sfida del domani: operare una autentica rivoluzione culturale sul concetto di bellezza.
Educare alla bellezza.
La bellezza deve rappresentare un bene della collettività, deve potersi declinare sempre allo stesso modo, secondo criteri e parametri che riducano idee di bellezza molto personali, dettate più da convenienza ed interesse economico, per tornare ad un’idea di bellezza universale, l’unica che può veramente salvare il mondo, oltre l’uomo !