Mi è capitato ultimamente di assistere ad una bella lettura scenica dedicata al filosofo tedesco Friedrich Nietzsche, durante la quale ho risentito la frase cui voglio dedicare questo sassolino.
Come tutte le frasi aforistiche profonde ha il pregio di far riflettere. Credo che il significato di tale scritto consista nel fatto che qualsiasi evento creativo degno di tale nome non sia figlio di un procedimento lineare ma venga fuori da una situazione caotica.
Quante volte abbiamo sentito parlare di artisti dalla vita dissoluta, disordinata, molte volte tra gli stenti, che proprio in quei frangenti sono stati capaci di creare i loro capolavori? Innumerevoli volte.
La creatività è una delle prerogative peculiari del genere umano. Senza di essa non esisterebbe la bellezza e lo stupore. Eppure è per lo più figlia del caos.
Ma in fondo è un caos simile a quello avvenuto dopo il Big Bang, e l’universo stesso, così come noi lo conosciamo, è stato figlio diretto di quel caos iniziale, da cui si sono formate tutte le galassie, tutte le stelle e tutti i pianeti. E alla fine anche gli esseri viventi. In ultimo l’uomo.
E se ci dovesse capitare di ascoltare una canzonetta dei miei anni verdi che diceva che “Noi siamo figli delle stelle” magari fermiamoci un attimo, alziamo gli occhi al cielo, guardiamo il più lontano possibile e immaginiamo che il principio di tutto, il mistero dei misteri – la vita – viene da qualche punto lontanissimo ove miliardi di anni fa si formò il primo evento caotico dal quale è stato creato il nostro meraviglioso Creato.