Per la sinistra è tempo di ammettere la sconfitta e smetterla con gli alibi. A Conversano il Pd faccia chiarezza

Il 25 settembre scorso l’esito elettorale ha sancito la vittoria della coalizione di  centro destra, subito ribattezzata destra centro, con la relativa sconfitta di tutte le altre forze di opposizione.

Da quel giorno si è assistito a dei virtuosismi letterari da parte dell’opposizione pur di non ammettere quello che le urne e quindi il popolo italiano avevano deciso cioè la sconfitta.

Si è pertanto sentito parlare in termini trionfalistici perché il PD è il primo partito d’opposizione oppure in termini matematici perché pur essendo minoranza in parlamento si era maggioranza nel Paese se si sommano tutti i voti dell’opposizione. La cosa che più mi ha fatto riflettere è stata la condanna del PD al Rosatellum, legge, che poteva e doveva essere cambiata nella passata legislatura, scritta da Rosati un esponente del PD.

Anche il nostro governatore Emiliano ha parlato con toni trionfalistici perché il PD è cresciuto di 3.14 punti percentuali in Puglia. Solo il sindaco di Bari è stato onesto nell’ammettere la sconfitta.

Nessuno analizzando il voto ha parlato del partito degli astenuti, cioè di tutti quei cittadini che hanno rinunciato al loro diritto al voto perché non vedevano nei candidati nessuno che li rappresentasse. Nessuno si è chiesto come mai la classe operaia adesso vota il centro destra. Nessuno ha realizzato che sinistra o centrosinistra sono soltanto aggettivi svuotati da ogni valore.

Dopo la sconfitta elettorale chi si aspettava un’opposizione coesa ha assistito all’indecente farsa che ha portato alcuni esponenti del cento sinistra, pare 19 senatori, a indicare nell’elezione per il presidente del senato il nome di Ignazio La Russa. Vista la contemporanea astensione di Forza Italia alcuni esponenti del centro sinistra hanno fatto da stampella alla maggioranza.

Quindi la sinistra, o quel che rimane, è passata da Berlinguer a La Russa senza mostrare vergogna.

Anche nelle interviste nei talk o sui giornali si assiste ad esponenti dell’opposizione che si accusano tra di loro mentre in tutta serenità alla camera dei deputati il centro destra sceglie come suo rappresentante Fontana.

E’ ormai certificato all’opposizione come ad una famosa squadra pugliese manca l’amalgama. Mancano soprattutto i leader che al salotto televisivo o ai salotti buoni della borghesia italiana scelgono di ritornare a parlare alla gente che non arriva a fine mese, a chi subisce discriminazioni, un tempo si sarebbe detto che  parla al paese reale.

E’ troppo facile sventolare la bandiera dei diritti o lasciare qualche dichiarazione ad effetto ma nessun politico “progressista” ha spiegato cosa intende fare per rendere la nostra società più equa, tanto alcuni per cinque anni si sono garantiti il posto e non saranno chiamati a governare.  Altri cassati alle elezioni avranno qualche incarico e la complessità di questo periodo la pandemia, la guerra farà il resto cioè si sposterà l’attenzione su altro.

Ormai è evidente il bivio che si pone davanti alla sinistra o si riorganizza o è destinata a scomparire. Non vanno bene i personalismi e le prove di chi tenta di fare una fuga in avanti.

Anche a Conversano il centro sinistra è chiamato a riorganizzarsi. Come?  Troppo facile la risposta: aprirsi alla società civile. Ma cosa significa aprirsi alla società civile. Perché mai una o un professionista, lavoratrici e lavoratori, dei giovani impegnati nel sociale devono spendere il proprio tempo per l’impegno politico?

Il dibattito politico in famiglia, nei bar, tra amici esiste poi quando al pensiero deve seguire l’azione molti desistono perché è difficile inserirsi in schemi ormai consolidati, perché a molti partiti o movimenti servono le figurine da far mostrare ma poi le decisioni le prendono altri ed in altre sedi, perché è difficile dialogare con chi crede di avere la soluzione a tutti i problemi.

A Conversano un altro problema del centro sinistra è il PD. Il maggior partito d’opposizione deve fare, finalmente, una scelta di campo cioè continuare a fare alleanze con esponenti che sorridono al centro destra o cominciare a dialogare con quei partiti che condividono la sua area naturale cioè quella progressista.

Nell’interesse del paese è importante che l’opposizione ritorni a parlarsi se si vuole ritornare a governare. Se invece gli interessi sono altri allora il purgatorio sarà lungo e freddo e non per colpa della guerra.

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