Pur essendo un convinto cultore della scienza, ritengo che ci sia molta parte del nostro vivere che è avvolta dal mistero. E questa è una gran fortuna, perché se tutto fosse spiegabile la noia regnerebbe sovrana.
Una delle cose che più ci attraggono è il rapporto tra caso e destino, in quel misterioso rapporto che esiste da sempre tra aleatorietà e determinismo.
Quante volte ci siamo chiesti, per esempio, se un incontro è stato davvero frutto del caso oppure no? Credo che sia capitato a tutti di pensare ad una persona, che non si vedeva da tempo, anche anni, e incontrarla di lì a poco, magari per strada.
Lo psicanalista Carl Gustav Jung ha fatto studi molto dettagliati su queste questioni, associandole al nostro inconscio. Un suo articolo dal titolo “Sincronicità” è illuminante al proposito.
Ovviamente anche la letteratura non è stata esente dall’indugiare su tali fenomeni, e la citazione di apertura è davvero un bell’esempio.
Ma è dal film “Lezioni di tango” di Sally Potter che vorrei riportare, in conclusione, un notevole dialogo sul caso e sul destino, nel più classico degli incontri, quello sentimentale:
Pablo: Secondo te, c’è una ragione perché due persone si incontrino?
Sally: Dipende se credi al caso o al destino.
P: E tu a cosa credi?
S: Credo che il caso ci dia la possibilità di determinare il nostro destino.
P: Come?
S: Con la volontà!
P: Una domanda: credi in Dio?
S: […] Non credo che le nostre vite siano scritte; non credo che vi sia una forza superiore che controlli le nostre azioni. Quindi, indubbiamente, sono atea… Ma mi sento ebrea… E tu?
P: Sono un ballerino … ed ebreo!
(Ad entrambi scorre una lacrima)