Intanto la scialuppa s’allontanava sempre (E. Salgari, Il corsaro nero))

Intanto la scialuppa s’allontanava sempre. La si vedeva spiccare come un grosso punto nero sulle onde che la fosforescenza ed i lampi rendevano scintillanti. Ora si alzava sulle creste, ora spariva negli abissi, poi ritornava a mostrarsi come se un essere misterioso la proteggesse. Per alcuni minuti ancora la si poté scorgere, poi scomparve sul tenebroso orizzonte, che dense nubi, nere come se fossero sature d’inchiostro, avvolgevano. (Emilio Salgari, Il Corsaro Nero).

Ogni tanto, quando si va in cerca di idee di scrittura, un sicuro rifugio può essere il proprio passato, cornucopia inesauribile di ricordi. Da piccolo e da adolescente ero completamente refrattario nei confronti della lettura. In famiglia cercarono di rimuovere questa mia riluttanza. Più di tutti vi tentò mio zio compare, l’unico in tutta la famiglia – di origini contadine – sia da parte di mio padre che di mia madre, che fosse andato al di là della licenza elementare, avendo conseguito la maturità classica. Dato che le sollecitazioni verbali non sortirono effetti, passò alle vie di fatto: mi regalò alcuni libri di Emilio Salgari. Erano libri di avventura, da Sandokan al Corsaro Nero. Purtroppo anche quel tentativo fu vano. Così quei libri sono rimasti per tanti anni nascosti da qualche parte. Per mia grande fortuna, poco dopo i diciotto anni, inaspettatamente mi innamorai della lettura, anche se tutta quella letteratura per ragazzi fu da me inevasa, perché i tempi erano ormai andati. Eppure con i libri non si può mai dire. Negli ultimi anni mi è venuta infatti voglia di recuperare quel tempo perduto, così ho riletto a posteriori gran parte di quei libri per ragazzi che erano allora di voga. L’ho fatto utilizzando l’audiolibro e ascoltandoli in auto nel tragitto casa-scuola, e viceversa. È stata davvero una bella idea, perché ho cercato di pensare a quali sarebbero state le mie emozioni se li avessi letti al tempo giusto. È stato come attivare una piccola macchina del tempo. Del proprio tempo. E mi sono piaciuti tantissimo. Tutti. Tornando a Salgari, è davvero straordinario che sia riuscito a scrivere avventure di tutte le parti del mondo, lui che non si era mosso dal Nord Italia. Ad indicare che con uno studio approfondito e dettagliato dei luoghi e con la fantasia si può arrivare a vette letterarie molto alte. La frase su citata fa parte del finale del romanzo “Il Corsaro Nero”. Un finale estremamente sorprendente e drammatico. Sapete perché mi è tornato alla mente? Per via delle cronache di questi giorni. Cronache di migranti, cronache di rifugiati, cronache di naufraghi. Perché non tutte quelle imbarcazioni ce la fanno. E in questo caso non si sta parlando di favole.

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