La svegliarono. Le fecero riempire una borsa con tutto quel che possedeva… (Jorge Luis Borges)

La svegliarono. Le fecero riempire una borsa con tutto quel che possedeva, senza dimenticare il rosario di vetro e la piccola croce che le aveva lasciato sua madre. Senza darle spiegazioni la fecero salire sul carro e intrapresero un silenzioso viaggio. (Jorge Luis Borges)

Tuttora mi risulta incomprensibile il motivo per cui uno dei più grandi scrittori di tutti i tempi – Jorge Luis Borges – non sia stato insignito del premio Nobel per la Letteratura. I suoi racconti e le sue poesie sono intrisi di una cultura sterminata che abbraccia tutto il globo oltre che di una capacità di sviluppo letterario davvero con pochi pari.

Il suo libro “Il manoscritto di Brodie” è una raccolta di racconti, il primo dei quali, da cui è tratta la frase iniziale, si chiama “L’intrusa”. Parla di una povera donna indigente argentina soggiogata da due fratelli, ad uno dei quali è stata data in moglie, ma con l’altro affetto da un’irrefrenabile gelosia verso il suo consanguineo. Il racconto, pur molto breve, è a mio avviso uno straziante capolavoro, e mi è venuto in mente perché sto scrivendo questo articolo nella Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.

Nella frase citata, pur breve, si può evincere lo stato di sottomissione totale in cui versa la protagonista, che possiede della sua famiglia d’origine solo un rosario e una piccola croce. Il racconto termina in un modo che lascio immaginare.

Ma se la povera Juliana del racconto è un personaggio di finzione (anche se non escluderei che Borges possa aver preso spunto da un fatto reale), nella storia ci sono state milioni di donne, e tante ancora ce ne sono, che vengono considerate dai maschi come cose di loro proprietà di cui disporre e sulle quali esercitare dominio assoluto fino ad arrogarsi il diritto di giungere a gesti estremi qualora contrariati.

Molta strada deve essere percorsa per eradicare questo stato di cose. Si dovrà lavorare senza tregua soprattutto da un punto di vista culturale. Perché il femminicidio non è soltanto un omicidio odioso, ma è un eccidio delle ragioni del cheto vivere.

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