La filosofia naturale è scritta in questo grandissimo libro che continuamente ci sta aperto innanzi agli occhi, io dico l’universo, ma non si può intendere se prima non s’impara a intender la lingua e conoscer i caratteri nei quali è scritto. Egli è scritto in lingua matematica, e i caratteri son triangoli, cerchi ed altre figure geometriche, senza i quali mezzi è impossibile a intenderne umanamente parola; senza questi è un aggirarsi vanamente per un oscuro labirinto. (Galileo Galilei)
Quando insegnavo al corso serale di Ragioneria una domanda ricorrente che mi veniva posta sulla mia disciplina era questa: “A cosa serve la matematica?”. Confesso che la prima volta che mi fu posta – ero ancora alle prime armi – non diedi una risposta che mi soddisfece completamente. Ma quel piccolo momento di tentennamento mi fu utilissimo, perché quella domanda continuai a pormela continuamente durante tutti quegli splendidi anni da docente di matematica. Ed ho trovato innumerevoli risposte positive.
La frase su citata è sicuramente la risposta più autorevole. Galileo Galilei è stato il padre della fisica moderna, quella sperimentale, che dal Seicento in poi ha fatto fare alla scienza tutta dei progressi straordinari.
La natura dunque ci parla attraverso la matematica: dalle orbite ellittiche dei pianeti alla parabola di un proiettile, dalle stupende curve logaritmiche delle conchiglie alla serie di Fibonacci è tutto un susseguirsi di concetti matematici.
Uno degli ultimi scoperti è il frattale. Nel piano il frattale ha le seguenti caratteristiche significative: è una figura geometrica il cui bordo si replica allo stesso modo, all’infinito; tale figura geometrica, inoltre, ha area finita e perimetro infinito.
In natura ci sono tanti esempi di figure frattaliche. Uno tra tutti: i rami di un albero.
Ma è la seconda proprietà che intriga molto: area finita e perimetro infinito. Questa cosa mi ha talmente affascinato che sono arrivato a immaginare che se l’anima esiste, essa è un frattale.
Mi si perdonerà, spero, se chiudo questo articolo citando un mio componimento in versi in cui rifletto sullo scrivere facendo riferimento alle anime ed ai frattali:
“ANIME FRATTALI
Questi scritti alieni
che si aggregano sul foglio
come segni ondulati
di sussulti invaghiti
sono grumi di pensiero
sono linfa di un amore
che si insinuano nel tempo
come anime frattali
di emozioni vaganti
negli strascichi del vuoto.”