Consensi per l’organizzazione dei festeggiamenti in onore della Madonna della Fonte che ha interessato giovani e anziani

 

 

Grande partecipazione popolare ai riti religiosi e civili. La processione della domenica mattina colorata da centinaia di drappi apparsi sui balconi

Conversano – Non era semplice partecipare ai festeggiamenti in onore della Madonna della Fonte in un momento tristissimo per la comunità conversanese caratterizzata dalla tragedia occorsa su un cantiere edile a Monopoli e che ha strappato la vita a due operai, nostri concittadini. Nella giornata di oggi martedì 30 maggio la città in lutto ha tributato l’ultimo saluto a Vito Germano e Cosimo Lomele, vittime sul luogo di lavoro.
In questa difficile situazione i festeggiamenti hanno avuto un sapore diverso ma hanno mantenuto solidamente la forza della storia legata alla Patrona di Conversano e, soprattutto, hanno visto una partecipazione popolare come non si vedeva da anni. E’ stata la vera Festa post-pandemica. Dai più piccoli, a cui gli organizzatori hanno dedicato diversi significativi momenti, per passare alle generazioni di mezzo che hanno avuto modo di partecipare ai riti religiosi e a quelli più ludici, primo tra tutti l’esibizione domenicale dei dj conversanesi che hanno attirato l’attenzione di diverse migliaia di persone in una villa Garibaldi strapiena. E la stessa partecipazione c’era stata il giorno prima con i giovanissimi che avevano proposto musica e suggestioni molto apprezzate. Consensi anche per la saffetta partita da Cozze a Conversano e curata da Avis in corsa.
Per quanto riguarda gli intrattenimenti musicali molto apprezzati sono stati i due gruppi che si sono esibiti venerdì 26 (Konverband) e sabato 27 (Il Quadro).
L’illuminazione, essenziale e bella nel disegno e nel colore delle luci, ha accompagnato coloro che hanno voluto passeggiare nell’area dei festeggiamenti dove si tenevano più iniziative contemporaneamente che non si sono mai disturbate l’un l’altra. Menzione speciale per le luminarie poggiate sul manto erboso che delimita l’anfiteatro.
Un’organizzazione perfetta quella del comitato feste presieduto per la prima volta da Franco Firulli che si è avvalso di una squadra collaudata, formata dai suoi fratelli Gianni e Paolo, oltre che da Angelo Lofano che ha curato tutta l’immagine grafica e comunicativa dell’intera festa. Grande soddisfazione anche da parte dell’arciprete don Felice Di Palma che mesi fa ha avuto l’intuizione di consegnare le chiavi dell’organizzazione ad un gruppo affiatato e disposto a lavorare per mantenere la stessa festa nel solco della tradizione, innovando con strumenti tecnologici applicati. Grande effetto ha sortito il video mapping proiettato sulla facciata del castello con un racconto “tra storia e leggenda” che ha colpito particolarmente coloro che mai avrebbero pensato che un simile strumento potesse creare mille suggestioni.
Questa squadra e questo gruppo di persone continuerà per altri due anni a tenere le redini dell’organizzazione della festa. Dato questo precedente sicuramente nelle prossime edizioni si assisterà a nuove proposte sempre incentrate, però, sul rispetto della tradizione del senso religioso in un contesto sempre più innovativo. L’aver visto la partecipazione, non solo agli eventi musicali ma anche a quelli religiosi, di giovani e giovanissimi fa ben sperare per il futuro delle feste patronali che, negli ultimi anni a detta degli stessi organizzatori stavano riscontrando una scarsa partecipazione e non solo per i problemi legati alla pandemia.
Dulcis in fundo, la chiusura della festa con la marcia del maestro Piantoni Vita Pugliese eseguita dal gran concerto “G. Ligonzo“, diretto dal maestro Angelo Schirinzi. Un fiume di gente ha ascoltato, fotografato e ripreso il gruppo bandistico che si è esibito in largo della corte con alle proprie spalle la facciata del Castello su cui era proiettata l’immagine della Madonna della Fonte. Un’emozione sempre forte, quest’anno resa ancora più coinvolgente per la cura dei dettagli e per la creazione di una situazione scenica, oltre che musicale, che non si era mai vista.

 

 

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