Continuano a passare i “treni” tranne quelli delle Sud Est. In isolamento da quattro anni: adesso si mobiliti l’intero Consiglio Comunale

Il trasporto pubblico locale comincia ad assumere carattere di problema prioritario per le nostre comunità. Siamo “isolati” da quattro anni, le ferrovie del sud est non hanno consegnato i lavori del cantiere che avrebbero dovuto consegnare almeno due anni fa, i pendolari sono costretti ad utilizzare le proprie auto, quando ne sono provvisti. Il costo della vita è aumentato per l’inflazione e per raggiungere i luoghi di lavoro o di studio. Il servizio autobus è deficitario, sia per gli orari che per i collegamenti non sempre capillari tra paesi e città e tra paese e paese. Gli studenti sono scontenti, stivati in autobus dove non si può, a volte, nemmeno respirare.
Sembra un’apocalisse e, in realtà, lo è.
Servizio treni sospeso per lavori interminabili, il “pendolare” della nostra città, sia esso uno studente che un lavoratore, è diventato l’Invisibile. Colei o colui a cui nessuno dà retta, ascolto e soddisfazione. In questi casi, con chi parlare? Dall’assessorato ai Trasporti della Regione Puglia, giura il movimento politico “Conversano Bene Comune” che ha chiesto all’assessore Maurodinoia di partecipare ad un incontro, nemmeno una risposta. Dalla Città Metropolitana, che dovrebbe almeno porsi il problema della metropolitana di superficie che possa collegare i paesi alla città capoluogo, non fanno sapere nulla. Sono tutti concentrati sui prossimi lavori strategici che riguardano Bari e Parco sud dove l’investimento è di 75 milioni di euro.
Conversano ha più problemi legati al trasporto pubblico locale e alla viabilità. Ne elenco solo quelli più importanti: il primo è legato alla ferrovia che divide la città appesantendo problemi urbanistici già esistenti, il secondo è riferito alla mancanza del secondo anello della circonvallazione che quantomeno alleggerirebbe il traffico veicolare in entrata in città, il terzo (ma non in termini di priorità) è lo stato comatoso in cui versano le strade di collegamento con la SS 16 sulla cui tratta sta per essere ultimato (è un eufemismo) l’ospedale di Monopoli-Fasano che dovrebbe servire anche i cittadini di Conversano. Questo è un elenco che abbiamo fatto più volte ma che è arrivato il momento di rilanciare dovendo la comunità, nelle sue articolazioni istituzionali, fare squadra per cominciare una vera e propria vertenza con la Regione Puglia e la Città Metropolitana che dovrebbero essere le nostre alleate ma sono diventate sorde ad ogni richiamo e sollecitazione.
A mio avviso la scala delle priorità delle richieste è questa:
1) la richiesta di risorse economiche (recuperabili dalla stessa Regione Puglia nelle pieghe del proprio bilancio) per l’avvio della costruzione dell’anello mancante della Circonvallazione (via Cozze, via Polignano, via Monopoli);
2) la richiesta di risorse economiche straordinarie al governo nazionale per la risoluzione, una volta per tutte, dell’interramento dei binari per quanto fisicamente possibile nei luoghi più critici della città;
3) la richiesta di ristrutturazione e rifacimento delle strade di collegamento della nostra città con la SS. 16 (via Cozze è in stato pietoso, via Polignano continua ad essere una strada che dire pericolosa è poco, via Monopoli idem).
Queste sono le richieste da fare e, a farle, dovrebbe essere l’intero Consiglio Comunale che deve trovare la forza e la volontà di una sintesi. Lo può fare solo se riesce a mettere al centro della discussione il cittadino, il pendolare (lavoratore o studente che sia) e cioè colui che è il più colpito da questa offesa che ormai si protrae da anni.
Quando dall’assessorato ai Trasporti della Regione Puglia non rispondono, quando la Città Metropolitana fa finta di non sentire, deve essere il massimo organo di questa città (il Consiglio Comunale) a mettere in campo la sua autorevolezza di rappresentante del popolo. E le forze politiche non potranno che sostenerlo nella sua azione. In questa vicenda sono coinvolti tutti, il governo nazionale e quello regionale. Essendo sia la destra che la sinistra protagonisti dei governi locali e nazionali, nessuno si può tirare indietro: da Fratelli d’Italia a Sinistra Italiana.

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