Leonardo Dicarlo e Antonello Magistà nell’intervista spiegano la ragioni dell’aumento dei prezzi e possibili rimedi. La pressione fiscale e il costo del personale sul banco degli imputati
Dalle notizie che si leggono sui giornali nazionali quotidianamente, o che si ascoltano dai telegiornali, pare che i ristoratori pugliesi in maniera consapevole, con l’aumento indiscriminato dei prezzi, stiano attentando allo sviluppo del turismo pugliese. L’annosa, e a tratti ridicola, questione della frisella a 20 euro è stato l’argomento di discussione sotto l’ombrellone, sui social ed anche sui giornali. Continuando la nostra indagine sul fenomeno dell’aumento dei prezzi, abbiamo voluto intervistare due protagonisti della ristorazione di Conversano: Leonardo Di Carlo (Vita Pugliese) e Antonello Magistà (Pashà).
Esiste un reale aumento dei prezzi?
L.D. Si, l’aumento dei prezzi c’è ed è sotto gli occhi di tutti. Noi abbiamo fatto la scelta di aumentare i prezzi dei nostri prodotti non in proporzione agli aumenti che abbiamo avuto noi perché gli aumenti li hanno avuti tutti compreso il consumatore finale.
A.M. L’aumento dei prezzi è riscontrabile quotidianamente dal fruttivendolo, dal pescivendolo, dal macellaio, dal supermercato, ma anche da tutte le botteghe artigiane, e soprattutto a qualsiasi latitudine, non solo in Puglia.
Qual é la causa?
L.D. Secondo me in maniera importante sull’aumento dei nostri prezzi ha influito l’aumento dell’energia, della pressione fiscale e il costo del personale.
A.M. Le cause sono legate agli effetti dell’inflazione. In tutto questo c’è sicuramente qualche operatore che approfitta della situazione, aumentando oltremisura prezzi in maniera ingiustificata, a prescindere dalla qualità e dai servizi offerti. Naturalmente sta ai consumatori scegliere in maniera oculata, ma senza generalizzare, criminalizzando intere categorie. Chi lavora per bene, vi assicuro fa sacrifici enormi per tenere su le aziende, già indebolite finanziariamente dai tre anni appena trascorsi.
Avete notato una riduzione dei clienti?
L.D. Si rispetto lo scorso anno, ma considerate che lo scorso anno per noi è stato straordinario.
A.M. La riduzione dei clienti c’è, se si fa il paragone con le stagioni estive 2020/2021/2022. Erano stagioni ‘drogate’ dalle dinamiche post lockdown, in cui la Puglia era meta preferita contemporaneamente dal turista italiano e da quello straniero. C’è stato un boom scaturito dalle due clientele, che forse ha illuso e condizionato nelle scelte molti operatori. Da quest’anno tantissimi italiani hanno ripreso ad andare all’estero, visto anche il superamento delle restrizioni e dei rischi legati al Covid.
Le richieste dei clienti si é orientata verso prodotti più economici?
L.D. Si, ma anche su una spesa più leggera nel senso che se prima prendevano tre portate a testa adesso ne prendono due.
A.M. Le richieste dei clienti sono orientate sempre secondo le proprie abitudini e il proprio stile di vita. Ed è interessante come in Puglia potremmo rendere la varietà delle proposte, un grande punto di forza. La Puglia ha la capacità di far star bene i propri ospiti a tutti i livelli, non solo a tavola: dal B&b caratteristico nel centro storico alla masseria 4 o 5 stelle o super luxury, dalla spiaggia libera con mare e scorci incredibili, al lido attrezzato più giovane, vivace e ‘casciarone’, al lido super confortevole, silenzioso, comodo con materassini sui lettini da 30 cm, servizio food & beverage sotto l’ombrellone in riva al mare. Dalle trattorie di tradizione in luoghi incredibili, a ristoranti o baracche sul mare o ristoranti di fine dining, o ancora agriturismi e anche indirizzi di street food di qualità. Far vivere situazioni di questo tipo, così differenti nell’impostazione, nella stessa giornata, vi assicuro è molto apprezzato dai turisti, e non tutte le regioni possono permettersi di far vivere esperienze così diverse, ma sempre divertenti, affascinanti e allo stesso tempo caratterizzanti per il nostro territorio.
Secondo voi cosa dovrebbero fare i politici per calmierare l’aumento dei prezzi?
L.D. Devono inevitabilmente agire sui tre punti che ti ho detto prima e cioè diminuire la pressione fiscale, i costi dell’energia e agevolare le nuove assunzioni.
A.M. L’Albania per iniziare a rosicare buone fette di mercato e incoraggiare gli imprenditori ad investire in un particolare segmento del turismo ha lavorato su questi temi: riduzione pressione fiscale insieme alla forte incidenza del costo del lavoro, costo dell’energia e di conseguenza delle materie prime. In Italia potrebbero essere temi su cui lavorare per riequilibrare i prezzi ai consumatori finali.
L’ aumento dei prezzi è un problema di Conversano. Puglia o Italia?
L.D. Un problema Europa credo, perché anche il cliente europeo è diventato attento e parsimonioso nella spesa.
A.M. È chiarissimo che Conversano non c’entra nulla. E neanche la Puglia. Ci sono molti operatori nel settore turistico, che stanno lavorando sodo per attrarre un turismo di target più alto rispetto alla media, ma che non devono fare notizia negativa, e soprattutto non devono essere un parametro anche per chi non offre la stessa qualità e gli stessi servizi. In questo modo saremo solo una regione più ricca da tutti i punti di vista.
E’ cambiato il target dei vostri clienti?
L.D. Non abbiamo notato un cambio nel target dei clienti.
A.M. Noi da sempre abbiamo intrapreso un percorso di perfezionamento e quindi di crescita, lento ma costante. Per rendere possibile questo cammino e continuare a percorrerlo, devi accettare di caricarti di costi maggiori che inevitabilmente ti portano a posizionarti su fasce di clientela che ti scelgono consapevoli di venire a fare una esperienza differente. È inevitabile che qualcuno potrebbe non seguirti più, sono consapevole che l’impegno di spesa non è alla portata di tutti. Purtroppo per far bene non si può prescindere da costi di gestione importanti che definiscono il prezzo finale all’ospite. C’è quindi il turista che prenota prima ancora di arrivare in Puglia, e ci onora tantissimo la richiesta di disponibilità non per una precisa data, ma di una data all’interno del periodo di permanenza in zona. Questo è sicuramente un grande motivo di orgoglio per noi, perché denota una priorità nel farci visita durante la vacanza. La clientela locale invece, ci associa più a date o eventi da festeggiare. Naturalmente non mancano gli appassionati che ci seguono e ci visitano periodicamente ad ogni cambio di menù. Il nostro grande grazie va a tutti loro, e la responsabilità di non tradire, anzi superare le aspettative di tutti, è linfa vitale per il nostro impegno e il nostro lavoro.
Naturalmente, quanto detto è riferito al Pashà. A testimonianza di una diversa offerta, senza mai tradire il concetto di qualità è la recente apertura di Evvivamaria, che ha costi di gestione molto più risicati e di conseguenza accessibile a tutte le tasche.
Leonardo Dicarlo e Antonello Magistà, pur ammettendo che c’è stato un aumento dei prezzi, in questa intervista ci hanno elencato le cause e quelli che potrebbero essere le possibili soluzioni. Il dibattito che si è aperto a livello nazionale sulla Puglia ad alcuni sembra eccessivo, ad altri un pretesto, ad altri ancora un attacco alla nostra regione. Noi pensiamo che è tempo di riconsiderare l’offerta turistica con parametri diversi e consoni ai tempi che viviamo.
La Puglia, negli ultimi quindici anni, ha vissuto un boom di presenze. La sua bellezza, il senso dell’ospitalità, la scoperta di posti straordinari mai valorizzati prima, ne hanno fatto una meta obbligata per italiani e stranieri. Come tutti i fenomeni, anche quello del boom turistico tende a smorzarsi. Soprattutto quando ad una domanda così forte non corrisponde un’offerta all’altezza della situazione. In Puglia ci sono, come in tutte le regioni e parti del mondo, luoghi dove si mangia spendendo il giusto e luoghi dove si mangia, a volte anche male, spendendo cifre spropositate.
A mancare, e questo è un dato incontrovertibile, sono alcuni servizi che vanno oltre quelli del cibo e della ristorazione. Il sistema dei trasporti è completamente fallimentare. Chiunque volesse raggiungere la nostra città di Conversano con un mezzo pubblico, non lo potrebbe fare direttamente per mancanza di collegamenti. Inoltre molte sono le città che si presentano ai turisti, e ai cittadini che ci abitano, in maniera indecorosa. Sono città sporche e respingenti. Sono due parametri fondamentali per lo sviluppo turistico. La discussione pelosa sul costo delle friselle o affini la potremo fare quando sarà chiaro il sistema dei servizi del nostro territorio. Nel frattempo cerchiamo di scegliere, per chi se lo può permettere e non sono in molti, il ristorante che offre qualità a prezzi giusti. Ce ne sono tanti.
Ma nessuno si scandalizzi se è partita una discussione nazionale sulla Puglia, sul turismo e sui prezzi. Invece di lagnarci e sospettare assurdi complotti, cerchiamo di reagire risolvendo i problemi del trasporto e della pulizia delle città. E’ ciò che dovrebbero esigere tutti gli operatori turistici dai decisori politici, anche a costo di intraprendere una vertenza.