Sono tempi brutti. Sono tempi bui. Nella politica più recente ho visto venir meno l’etica personale e l’etica politica. Ho visto mancare il rispetto per la dignità e per le istituzioni. Ma la speranza non mi abbandona: l’importante è guardare alto (Carlo Azeglio Ciampi)
Questa frase, il già presidente della Repubblica Ciampi la disse in un’intervista in occasione dei suoi novant’anni, ossia nel 2010, ma sembra essere pienamente valida anche oggi, e forse, con maggior ragioni rispetto ad allora.
L’etica è ormai un valore di cui non si sente più la presenza, sia a parole, che, soprattutto, nei fatti. E non soltanto nel campo politico, ma anche nella società tutta, essendo stata soppiantata da dei disvalori come la ricerca ossessiva del successo, del denaro, della visibilità, cui la sopraffazione dell’altro finisce con l’essere un corollario irrinunciabile.
Certo, non è che in passato non ci fossero tali disvalori, ma oggi non appaiono più freni inibitori. Per esempio la cultura, ormai quasi del tutto bandita dalle priorità da perseguire.
Ricordo che nella mia infanzia, negli anni Sessanta, quando il tasso di analfabetismo della popolazione aveva ancora degli indici ragguardevoli, la televisione pubblica si prendeva carico di alzare il livello culturale generale. Un esempio tra tutti: lo sceneggiato “L’Odissea” la cui messa in onda era preceduta dalla lettura del testo omerico fatta addirittura da Giuseppe Ungaretti.
Oggi, per contrasto, in prima serata nel primo canale Rai vi è un giochino che esalta il gioco d’azzardo in cui l’interlocutore occulto dei concorrenti, ossia colui che fissa le poste e le offerte, viene addirittura chiamato “il dottore”.
Si vola pertanto bassissimo, anche se non bisogna abbandonare la speranza con cui si conclude l’amara riflessione di Ciampi. E tale speranza la voglio trasformare in parole, citando questa bella frase ad effetto dell’arguto comico Alessandro Bergonzoni:
“Sono per la chirurgia etica: rifacciamoci il senno.”