Tanti ancora i punti oscuri dell’impatto nel punto in cui perse la vita un giovanissimo di Mola di Bari. Tutti invocano un semaforo
Conversano – Sono passati solo dieci giorni da quel 1 ottobre in cui perse la vita un giovanissimo di Mola di Bari, Anthony Innamorato, dopo un incidente avvenuto ad un incrocio “anomalo” tra via Di Vittorio (via Cozze) e via Bari (via Rutigliano). Secondo le terribili immagini registrate dalla stessa vittima che sedeva dietro il motorino guidato da un suo amico (e che Oggiconversano.it ha scelto di non pubblicare), un’auto proveniente da via Di Vittorio (via Cozze) non si era fermata allo stop e aveva travolto il motore rimbalzato contro un’altra auto che proveniva da via Rutigliano. Un terribile impatto che è costato la vita ad un ragazzo diciassettenne e ha avuto un’eco nazionale, essendo passata la notizia sui tg della Rai a causa della registrazione video dell’incidente.
Premettiamo che quell’incrocio è definito “anomalo” per la conformazione fisica del luogo che risente della posizione delle case che non favoriscono tutte le misure di sicurezze invece dovute. Questa mattina Oggiconversano.it, visitando per l’ennesima volta il luogo dell’incidente, ha constatato che alcune misure, comunque, possono essere prese anche con una certa semplicità. Nella foto qui sotto, scattata dall’interno di un’auto, per esempio, si può notare come i contenitori di raccolta differenziata di un esercizio commerciale ostruiscano la visuale non facendo scorgere, a chi si accinge ad attraversare via Rutigliano, le auto provenienti da destra. Basterebbe spostare quei contenitori per dare molta più visibilità a chi guida le autovetture e sarebbe un semplicissimo accorgimento, segnalato più volte da numerosi cittadini alla nostra redazione.
In tanti, comunque, suggeriscono con forza l’apposizione di un semaforo regolatore del traffico. Una decisione che spetterebbe all’amministrazione comunale e, in special modo, al comando della polizia municipale che sicuramente starà vagliando le soluzioni da adottare.
Intanto la dinamica dell’incidente, e le implicazioni emerse subito dopo, non è stata ancora chiarita e se ne saprà di più dopo gli ulteriori rilievi delle forze dell’ordine.

Il rischio di dimenticare questo incidente derubricandolo a semplice destino e fatalità è molto alto. Invece bisognerebbe trarre molti spunti da questa tragedia che ha distrutto una famiglia e spezzato la vita ad un ragazzo di soli 17 anni. Ricostruire e raccontare tutte le implicazioni contenute in questo tristissimo episodio potrebbe aiutare le nostre comunità a rivedere gli stili di vita, le abitudini e le convinzioni di ognuno. Individuare le responsabilità in un incidente mortale di solito non è difficile dato quanto recita il codice della strada; ne siamo certi che tutto ciò sarà fatto ed emergerà dagli approfondimenti degli inquirenti. In questo caso, oltre al codice della strada c’è anche tanto altro. Dal nostro rapporto con i social alla necessità di guidare con estrema prudenza senza in alcun modo mettere a repentaglio la vita degli altri, oltre che la propria.
Forse in questo caso si potranno spostare i bidoni della spazzatura e si potrà installare un semaforo, ma se non cambierà radicalmente la percezione di quanto sia preziosa la vita di tutti, e quanto ognuno può fare per preservarla, non se ne uscirà facilmente. Non serve fare del semplice moralismo a buon mercato, ma ciò che serve è innanzitutto non dimenticare quanto è successo in questo e altri casi.
Altrimenti tra qualche giorno il 1 ottobre 2023 sarà dimenticato da tutti, con tutto quello che invece ha significato, si è portato dietro e continuerà a portarsi.
