Torna l’aviaria in Puglia, questa volta il focolaio è in Salento

L’intervista ai dirigenti veterinari all’Istituto Zooprofilattico di Puglia e Basilicata che confermano il focolaio di influenza aviaria ad alta patogenicità

Dopo due anni di assenza si è ripresentato il problema dell’influenza aviaria in Puglia. Questa volta ad essere colpita è stata la zona del Salento, il caso precedente interessava la provincia di Foggia. Non appena avuta la conferma dal centro di referenza nazionale, l’IZS delle Venezie, la Regione Puglia ha organizzato una task force con il Servizio Sanitario nazionale e l’IZS di Puglia e Basilicata. Per capire cosa sta accadendo attualmente in Puglia e sulle eventuali misure che dobbiamo adottare abbiamo intervistato la dottoressa Angelica Milano e il dottor Domenico Pugliesi, entrambi dirigenti veterinari dell’IZS di Puglia e Basilicata.
Si parla di focolaio di influenza aviaria nel Salento.  È vero?
Si, nel pomeriggio di sabato 16 dicembre è stato confermato un focolaio di influenza aviaria ad alta patogenicità presso un allevamento rurale di volatili da cortile in provincia di Lecce. L’ultima segnalazione della malattia in Puglia risaliva a due anni fa, quando il virus era stato identificato in un airone cenerino, rinvenuto nella provincia di Foggia. In quella occasione però non c’era stato il coinvolgimento di uccelli domestici. 
Cos’è l’influenza aviaria?
L’influenza aviaria è causata da Influenza Virus di tipo A che sono diversi dai virus che causano l’influenza nell’essere umano. Si tratta di una malattia molto grave che si diffonde molto velocemente negli allevamenti avicoli e provoca una elevata mortalità che può raggiungere anche il 100% in poco tempo. Gli uccelli selvatici acquatici migratori, come il gabbiano, il germano reale, l’alzavola, l’anatra, la sterna, la folaga, l’airone, sono tutti serbatoio del virus dell’influenza aviaria, questo significa che il virus normalmente, non provoca malattia in questi animali ma viene eliminato con le loro feci in grandi quantità. Questi uccelli selvatici compiono ogni anno delle migrazioni importanti, ovvero, ad ottobre, novembre arrivano da tutte le parti del mondo e si fermano a svernare nelle zone umide e paludose dell’Italia, soprattutto in Veneto ed Emilia-Romagna ma anche nelle zone umide presenti in Puglia. Il virus che causa l’influenza aviaria è molto variabile, ovvero cambia ogni anno e quindi gli uccelli selvatici in autunno portano virus sempre diversi da quelli degli anni precedenti. Gli avicoli allevati contraggono la malattia in seguito al contatto con uccelli selvatici positivi al virus; tuttavia, gli allevamenti industrializzati sono caratterizzati da elevate misure di biosicurezza che impediscono il contatto del pollame con gli uccelli selvatici. Gli allevamenti più esposti all’introduzione della malattia restano i piccoli allevamenti familiari che detengono gli animali all’aperto.
Che problemi ci possono essere per l’uomo?
Il virus dell’influenza aviaria, normalmente non è in grado di infettare l’uomo, quindi il potenziale zoonosico del virus è basso. Tuttavia, ci sono alcune condizioni che favoriscono il salto di specie, ovvero il passaggio del virus da uccelli selvatici e pollame infetto all’uomo. Questi avvenimenti sono sporadici e riguardano soltanto le categorie esposte ad elevate cariche del virus, come allevatori di pollame con influenza aviaria, veterinari che si trovano a gestire focolai di questa malattia, e cacciatori. Per evitare qualsiasi rischio di infezione bisogna stare attenti ed utilizzare mascherine, guanti, e lavare bene le mani dopo aver toccato animali potenzialmente malati. È stato ampiamente dimostrato che non c’è alcun rischio di trasmissione del virus con il consumo di prodotti di origine animale.
Sono state prese misure precauzionali specifiche dalla Regione Puglia?
La Regione Puglia in collaborazione con il Servizio Veterinario e l’Istituto Zooprofilattico di Puglia e Basilicata ha prontamente messo in atto delle misure per contenere la diffusione della malattia. Gli animali presenti negli allevamenti vicino al focolaio di influenza aviaria saranno monitorati continuamente mediante il prelievo di campioni per accertare che non ci sia stato il contagio. Inoltre, verrà implementata la sorveglianza sugli uccelli selvatici per capire se in Puglia sono giunti uccelli selvatici infetti o si sia trattato di un evento occasionale. Tutti i cittadini possono contribuire al monitoraggio ed al controllo della malattia segnalando alla Polizia Locale il ritrovamento di uccelli selvatici acquatici morti. 
Dal punto di vista economico che danno ci sarà per l’economia agricola pugliese? 
Per limitare i danni all’economia pugliese, in particolar modo al settore avicolo, sarà importante agire in modo tempestivo ed efficace al fine di scongiurare la diffusione della malattia e il coinvolgimento di altri allevamenti della Regione.  Ai danni causati direttamente dalla presenza della malattia e dal suo grave impatto sulla salute degli animali, si aggiungono svariate ripercussioni di carattere economico anche sugli allevamenti limitrofi. E’stata individuate una zona di protezione ed una zona di sorveglianza nei territori immediatamente vicini all’allevamento sede del focolaio, in cui i Servizi Veterinari della ASL Lecce stanno effettuando visite cliniche e campionamenti per verificare l’effettiva diffusione della malattia.

L’istituto zooprofilattico che tipo di supporto darà?
Sin dall’avanzamento del primo sospetto, l’IZSPB è sceso in campo, in sinergia con l’Autorità Competente Locale e Regionale e con il Centro di Referenza Nazionale per l’Influenza aviaria situato presso l’IZS delle Venezie per assicurare una celere diagnosi. Questo è stato fondamentale per garantire un rapido intervento al fine di arginare l’infezione. L’IZSPB continuerà a supportare le attività di sorveglianza e di gestione del focolaio, fornendo all’Autorità Competente il supporto diagnostico e tecnico-scientifico necessario.

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